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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

IL CALCIO SPORT MASCHILE E MASCHILISTA. TABU' PARLARNE.

Quel gesto del lancio delle banane alla ministra Cècile Kienge a Cervia il 26 lug. alla festa del PD dove parlava in un dibattito, ne ha ripetuto un analogo di qualche anno fa allo stadio. C’erano gruppi di tifosi che gettavano banane all’indirizzo dei giocatori neri. Come d’altronde è accaduto nelle giornate soleggiate di questa estate 2013 quando i tifosi hanno inveito contro un giocatore di pelle nera, e alcuni leghisti hanno, colonialisticamente, offeso ripetutamente la Kienge. Il giorno prima dell’arrivo alla festa Pd della Kienge, giovani di Forza Nuova hanno gettato nello spazio –dibattiti tre fantocci sporcati di rosso e una scritta: “No jus soli. L’immigrazione uccide.” Uccide che cosa? L’identità italica: “Tutelare l’identità italiana deve essere di primario interesse, in quanto rappresenta la forza da cui trae linfa la vita stessa del nostro popolo”. Le banane si gettano alle scimmie che le mangiano volentieri. La Kienge, ci ha detto l’on. leghista Calderoli, assomiglia a u...

"IL SIGNOR MINISTRO " C.KIENGE ALLA FESTA DEL PD A CERVIA TRA BANANE E STEREOTIPI

“il signore ministro Cecile Kienge “ per poco non si è preso in faccia alcune banane ,lanciate da un giovane durante l’incontro organizzato dalla Festa del Pd a Cervia venerdì 26 luglio. Prima del lancio delle banane e dell’arrivo della Kienge, giovani di Forza Nuova avevano gettato nell’area della festa tre manichini imbrattati di vernice rossa con un volantino contro lo jus soli. La Kienge è stata presentata dalla segretaria comunale Pd Daniela Rampini che l’ha salutata come “ministro”. L’ha fatto anche il coordinatore Giancarlo Mazzucca, direttore del quotidiano IL GIORNO, chiamandola “il signor ministro”. Il quale ha tracciato la storia ripetendo la diceria leghista di un’entrata entrata in Italia da clandestina; definendola poi “di colore”, stereotipo di stampo colonialista. La ministra ha rettificato un po’ indispettita perché è giunta trent’anni fa nel nostro Paese con un permesso di studio. L’on. Paola De Micheli del Pd arrivata con notevole, e giustificato, ritardo ha, a su...

E' PIU FACILE CHIEDERE LE DIMISSIONI CHE METTERE IN DISCUSSIONE UNA CULTURA. A PROPOSITO DELLE BATTUTE DELL'ON.CALDEROLI

Nei primi anni del novecento il medico saggista P. J Moebius pubblicò a Vienna un libretto, intitolato “L’inferiorità mentale della donna”, che ebbe un successo strepitoso. Con assoluta convinzione scientifica, Moebius voleva dimostrare che il cervello delle donne era simile a quello dei negri che i colonialisti consideravano mentalmente inferiori alla “razza bianca”. Suggeriva alle famiglie e agli stati di risparmiare i soldi per l’istruzione dei negri e delle femmine. Oggi, nell’anno 2013, un deputato dell’Italia repubblicana, parlando a un raduno leghista nel Nord, ha paragonato la ministra Kienge di origine africana a una scimmia orango e dichiarato che potrebbe fare bene il ministro in Congo, suo paese di nascita. Quel deputato si chiama Calderoli, è mediamente istruito e fa parte dello stesso partito, la Lega Nord, della dirigente padovana che poco tempo fa ha invocato lo stupro della Kienge per farle sperimentare l’esperienza di violenza sessuale subita da una donna per opera di...

"NON PIU' MADRI, NON PIU' MOGLI, NON PIU' FIGLIE,DISTRUGGIAMO LE FAMIGLIE" .ERA UNO SLOGAN FEMMINISTA

Il 16 marzo 1976 il Senato affossa la legge sull’aborto. Nel giro di due giorni le femministe organizzano una manifestazione a Roma, con partenza da p.zza Esedra, sosta prevista davanti alla sede della Democrazia Cristiana a p.zza Del Gesù e conclusione a p.zza. E’ un successo innegabile, anche la Tv di Stato trasmette anche una ripresa in video. Circa cinquantamila donne avevano raggiunto Roma con ogni mezzo e tanti striscioni e oggetti da usare come strumenti musicali. In una lettera a un’amica del 6 aprile -emersa dal fondo di un baule- racconto, entusiasta, questa esperienza: (…) Quando io ,la Franca e un’altra siamo giunte a Roma Termini, in piazza Esedra c’erano alcune centinaia di compagne. Abbiamo pensato che non sarebbe stata una cosa grossa e invece, alle 16, quando il corteo è partito per raggiungere le compagne dell’Udi a p.zza Maggiore, si è visto che eravamo tantissime. Striscioni, fiori, cartelli, fogge folk, fazzoletti rossi, mani alzate nel segno femminista, pug...