lunedì 8 luglio 2013

"NON PIU' MADRI, NON PIU' MOGLI, NON PIU' FIGLIE,DISTRUGGIAMO LE FAMIGLIE" .ERA UNO SLOGAN FEMMINISTA

Il 16 marzo 1976 il Senato affossa la legge sull’aborto. Nel giro di due giorni le femministe organizzano una manifestazione a Roma, con partenza da p.zza Esedra, sosta prevista davanti alla sede della Democrazia Cristiana a p.zza Del Gesù e conclusione a p.zza. E’ un successo innegabile, anche la Tv di Stato trasmette anche una ripresa in video. Circa cinquantamila donne avevano raggiunto Roma con ogni mezzo e tanti striscioni e oggetti da usare come strumenti musicali. In una lettera a un’amica del 6 aprile -emersa dal fondo di un baule- racconto, entusiasta, questa esperienza: (…) Quando io ,la Franca e un’altra siamo giunte a Roma Termini, in piazza Esedra c’erano alcune centinaia di compagne. Abbiamo pensato che non sarebbe stata una cosa grossa e invece, alle 16, quando il corteo è partito per raggiungere le compagne dell’Udi a p.zza Maggiore, si è visto che eravamo tantissime. Striscioni, fiori, cartelli, fogge folk, fazzoletti rossi, mani alzate nel segno femminista, pugni elevati e un ritmare o cantare continuo di slogan. Quando siamo giunte a p.zza Del Gesù, davanti al palazzo della Dc presidiato dalla polizia con caschi e scudi, gli slogan incenerivano l’aria: “Sì, sì, abortiamo la D.C. ”Crac, crac abortiamo pure Zac “, “Hanno eletto Zaccagnini per gli aborti clandestini”, “Paolo Sesto fatti i cazzi tuoi, (non i fatti tuoi, come ha scritto il Corriere Della Sera!) che il nostro corpo ce lo gestiamo noi”. E poi: “Non più madonne, non più puttane, finalmente siamo donne”. “Fuori le donne che hanno abortito, dentro la D.C. e tutto il suo partito”. Lo slogan più giovane, inventato dalle giovanissime: “Non più madri, non più mogli, non più figlie, distruggiamo le famiglie”. Ogni tanto un gruppo improvvisava un girotondo e uno ha addirittura sequestrato nel mezzo un prete in tonaca nera; un altro due vigili del fuoco. Chi dice ancora che il movimento femminista è un fatto minoritario? La cosa favolosa è questa capacità di mobilitazione in due giorni e questa fantasia nel dar vita a cortei non bui, severi, rigidi come talvolta quelli maschili. La domenica seguente all’attivo femminista del Pdup, le rappresentanti dei coordinamenti erano circa trecento; sono contenta di esserci stata. E tu, che l’estate scorsa hai letto il libro sulle streghe, puoi capire lo slogan di tutte le manifestazioni femministe: “Tremate, tremate, le STREGHE son tornate”. Molte dicevano: “è il nostro ’68!”. Nel corso del corteo uomini giovani o maturi, compagni e non, guardavano attoniti, smarriti e distrutti.”

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