sabato 1 gennaio 2011

IL POPULISMO E LE DONNE NELL'ERA DI BERLUSCONI

"sono stati mesi di grande solitudine e di dolorosa umiliazione che ancora continua a causa delle dichiarazioni del direttore Minzolini. Umiliazione come giornalista, che si è vista all'improvviso estromessa senza una ragione professionale dal lavoro quotidiano, e umiliazione come donna accusata pubblicamente sui giornali di essere vecchia e colpevole solo di avere lavorato per trenta anni, in più ruoli, nella stessa testata giornalistica. Mi chiedo perché questo debba essere ritenuto una colpa. E mi chiedo anche quanto maschilismo ci sia nelle considerazioni di Minzolini sulla mia persona e quanta superficialità traspaia quando parlando della mia rimozione, usa la discriminazione per età pensando che sia meno grave della discriminazione politica. Roba da far ricorrere di nuovo ad un giudice per violazione della legge sulla parità per ragioni di età, come già sperimentato in Gran Bretagna da alcune colleghe giornaliste televisive. Per il momento è la Rai che ha annunciato ricorso contro l'ordinanza.”.
Il nuovo anno inizia anche con questa lettera della giornalista Tiziana Ferrario che il giudice del lavoro ha reintegrato al suo posto al Tg1 dopo che ne era stata estromessa dal berlusconissimo direttore Minzolini.
Appena rientrata alla fine dell’anno ha messo in bacheca una lettera aperta ai colleghi dove si leggono queste righe. Nell’era di Berlusconi più che mai soltanto gli uomini possono continuare a fare i giovani-vecchi. Le donne, soprattutto se devono apparire alla Tv come giornaliste e conduttrici, devono essere giovani e belle. Con la legge “porcata” che conferisce ai leader dei partiti di nominare i rappresentanti del popolo nelle elezioni alla camera dei deputati e dei senatori, Berlusconi ha dato il “buon esempio” scegliendo le donne che lo attraggono, giovani e belle, non importa se competenti. Usando in questo modo le donne ha contribuito a mutare il senso della rappresentanza democratica. Per i maschi ormai conta il grado di asservimento ai leader dei partiti e per le donne il criterio della visibilità e piacevolezza erotica. Le continue battute sarcastiche del presidente nei riguardi di Rosy Bindi sono, forse inconsciamente e forse no, a questo scopo tutto politico e…culturale.
E’ un vecchio comportamento standard misogino italiano che si mescola al nuovo vezzo di nominare “il popolo” a ogni piè sospinto. E’ il neo populismo che sta veramente portandoci fuori dalla democrazia che abbiamo vissuto nei decenni che si sono succeduti dopo la seconda guerra mondiale.
Il popolo (dei sondaggi) è la parola chiave che sta infettando la politica italiana. “Il popolo mi ama e mi vuole” è il continuo messaggio di Berlusconi esplicito o implicito che forse continuerà a inondarci anche nel nuovo anno. Una categoria che miscela e tritura uomini e donne, giovani e vecchi nell’indistinto a favore dei capi proprietari dei partiti, rigorosamente maschi. E che nella situazione di crisi economica servirà per dare motivi alle donne di accettare che il lavoro di cura sia un loro dovere naturale. Lavoro di cura verso i figli, i genitori, naturalmente i mariti.L’antico slogan femminista “né madonne, né puttane, solo donne “ andrebbe rispolverato nel privato e nel pubblico.

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