giovedì 22 luglio 2010

CHE FATICA PER LA FIGLIA DI BERLUSCONI!

I quotidiani (21 lug.) hanno dato un certo risalto alla notizia della discussione della tesi di laurea triennale di una delle figlie del Presidente Berluscoi presso l’Università di don Verzè. LA STAMPA ha addirittura intervistato il relatore prof. Mordacci della Facoltà di Filosofia del San Raffaele. Dopo essersi sperticato in lodi per la ne laureata figlia dell’illustre (e potente) padre, è caduto in uno degli stereotipi più comuni dell’italianità patriarcale. L’intervistatore Marco Castelnuovo gli chiede che studentessa è stata Barbara. Risposta” Ho apprezzato, nonostante i suoi due bambini, come ha lavorato sulla tesi. (…)”.
“nonostante i suoi bambini…”,capito? Povera donna ( di un uomo non si farebbe mai una simile considerazione) deve aver fatto una gran fatica a dare ordine alle baby –sitter, alle domestiche, all’autista e via dicendo,per garantire ai figli il massimo di cura mentre preparava la sua tesi!
Su ‘LA REPUBBLICA” è stata pubblicata una lettera della prof.Roberta Monticelli docente di Filosofia della Persona alla Facoltà medesima con il titolo :” Don Verzè,la neodottoressa e quella nomina-lampo a docente “.
Scrive la filosofa :” Non è certamente in mio nome che oggi il nostro rettore, don Luigi Verzè, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolto alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suoi percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del Presidente del Consiglio , il quale assisteva alla cerimonia. Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti,non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira ad essere.”.
Ma io credo che don Verzèlo abbia fatto “in buona fede”. Lui appartiene a una mentalità, quella della Chiesa, abituata da sempre al regime monarchico- dittatoriale. Ragionare in termini di democrazia, ossia di soggett i su un piano di parità , da cui il principio della cooperativa e della cooperazione, resta un po’ ostico. Lui è il fondatore dell’Università,pertanto ne ha il diritto di vita e di morte. Ovunque gli individui hanno fondato o creato istituzioni con la mentalità della Chiesa, hanno applicato lo stile monarchico; al massimo della monarchia istituzionale. Il “nepotismo” storicamente ciò narra.
Vi si aggiunge la mentalità e lo spirito berlusconiano che è il prolungamento, modernizzato quel tanto, della leadership mussoliniana.

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