domenica 25 luglio 2010

CEMENTO ITALICO E PETROLIO DEL MEDITERRANEO

1.A una piccola festa del PD a Cervia Corradino Mineo ha raccontato,nel corso di un dibattito, la situazione e le ultime vicende della televisione di Stato che recentemente pare lo riguardino direttamente, dato che è tra quelli, in odore di sinistra, da eliminare in qualche modo. Ha spiegato che il Premier pretende la comunicazione, che sta per dire che vuole soltanto la messa in onda della notizia che loda i presunti suoi successi nel governo del Paese. Ma ha anche criticato la tutto il mondo politico che ora si limita a inviare portavoce. Il portavoce è, appunto, un portatore di qualcosa di pre’confezionato e depurato;insomma con uno scopo
2.Intanto arrivano notizie allarmanti, di quelle che dovrebbero tormentare i sonni degli amministratori tranquilli delle città e dei paesi che si affacciano sui mari
. La Bp, quella del disastro ambientale a causa dei pozzi di trivellazione del petrolio nel Golfo del Messico, ha ottenuto dal governo libico, di iniziare in agosto a trivellare alla profondità di 1700 metri nel Golfo della Sirte.
Il presidente della commissione ambiente del Senato Antonio d’Alì, si è detto molto preoccupato perché il Mediterraneo è già uno dei mari più inquinati dal petrolio nel mondo. Un disastro come quello accaduto negli USA avrebbe conseguenze irreversibili. E Nadia Pinardi del centro oceanografico del Mediterraneo ha dichiarato alla Stampa (25 lu.,p.12) che : “Anche senza bisogno di disastri i residui di petrolio si strasformano in palle di catrame. Quindi in cibo per delfini, tonni e tartarughe.”.
3.La Repubblica del 18 giu. c.a. aveva pubblicato un articolo dall’eloquente titolo: “Riparte la corsa all’oro cento nuove trivelle assediano parchi e isole. Dall’Elba alle Tremiti i piani dei petrolieri. E piovono autorizzazioni.”. A rischio le zone dalle risaie alla pianura Padana fino al mare Adriatico, e poi dalle alture dell’Abruzzo giù fino alla Basilicata e alle coste della Sicilia.
C’è o no un problema di orizzonti culturali, di pensiero ancora fortemente antropocentrico? Ma alla fine pericolosamente autolesionistico?
4.Se a Cervia i bagnanti possono ascoltare senza indignarsi la descrizione della sparizione di un naturale straordinario territorio ancora tale nell’immediato dopoguerra, è perché ci siamo abituati a fare i turisti che cercano l’esotico o il piccolo angolo per il rilassamento, senza interrogarsi sul prima e sul dopo. E anche su come si collude con una mentalità che è quella del piacere individuale o,al massimo allargatoi alla propria famiglia.



Sono infatti rimasta basita alcuni giorni fa quando, sempre a Cervia, ho ascoltato uno studioso locale presentare al pubblico di bagnanti le origini di Milano Marittima.
Più o meno con queste parole: agli inizi del novecento nasce la Società di Milano Marittima che ottiene dal Comune la possibilità di lottizzare e costruire dei villini nella secolare pineta. Sorge così la città giardino dove c’erano pini e dune. Naturalmente allora la pineta era molto più vasta.”. Si può essere orgogliosi di una sistematica, e non tanto lenta distruzione di uno straordinario habitat naturale?
La cementificazione ha raggiunto livelli intollerabili nonostante oggi abbiamo la consapevolezza che la qualità della vita richiede ampia e zone di verde;nelle zone urbane e non. Lega Ambiente ha denunciato di recente in un dossier che ci sono in Italia 4 milioni di abitazioni, 3 miliardi idi metri cubi di cemento, 21 e 500 chilometri quadrati di suolo consumato.
E chi è senza peccato -tra gli amministratori locali,regionali, e tra i costruttori di leggi e leggine-. di ogni colore politico passato e presente, scagli la prima pietra.
Ma nessuno, dico nessuno, è disposto a far autocritica.

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