domenica 1 maggio 2011

NON PIU' LA CHIESA PROFETICA BENSI' LA CHIESA TRIONFANTE

Il matrimonio regale dell’erede al trono d’Inghilterra, e la solenne beatificazione di Papa Giovanni XXIII, si contengono le cronache della fine del mese di aprile dell’anno di grazia 2011. Oggi, primo maggio, un fiume di gente risalta nel sempre bellissimo sole romano tra via della Conciliazione e la piazza del Bernini. Le Tv del mondo registrano immagini di corpi colorati e catturano gli entusiasmi vocali di giovani e meno giovani uomini e donne che hanno anche percorso migliaia di chilometri; per poter raccontare a chi è rimasto in patria, di essere stati presenti alla festa della Chiesa Trionfante.
Il Papa polacco ancora una volta com’è stato in vita: una stella, un leader carismatico, un comunicatore per folle affamate di emozioni.
L’altro ieri altre folle per le strade di Londra, giunte sempre la mattina presto, per non mancare alle nozze da favole del giovane rampollo di casa regnante figlio di Diana la Sfortunata.
La Regina Elisabetta ha saputo accondiscendere alla modernità tramite la nuova nuora plebea, per rilanciare una monarchia un po’ desueta anche dalle sue parti.
La Chiesa di Roma, in crisi di vocazioni sacerdotali e religiose, e di “pratiche” relegate a qualche rito formale: battesimi, cresime, comunioni, matrimoni e funerali, continua a moltiplicare beatificazioni e santificazioni perché ottimi spettacoli di massa; come quelle dei cantautori più rinomati e amati.
La beatificazione veloce del polacco, che ha reso difficile la vita dei cattolici impegnati nella “teologia della liberazione”, che ha contribuito (pare) a tenere occultata la vita molto discutibile del fondatore dei Legionari di Cristo, ecc., è in fondo un rito di (definitiva) per mano di Ratzinger del Concilio Vaticano II.
Alcuni giorni fa mons. Fisichella rettore dell’Università Lateranense, durante la trasmissione di L. Gruber su La7, ha affermato che la Chiesa resta fedele al principio della naturalità dei ruoli sessuali. Agli uomini tocca il compito del sacerdozio, alle donne altre mansioni, come quella di catechiste nelle parrocchie. Amen.
Mons. Fisichella è molto colto e molto autorevole. Fa veramente parte della casta dei sacerdoti. La casta ben descritta nel film di Moretti HABEMUS PAPAM. Quando i cardinali sfilano, all’inizio del film, per entrare in Conclave, tutti vestiti allo stesso modo di rosso fulgente, si ha una forte impressione di come il potere nella Chiesa romana sia ben saldo nelle menti e nei celibi corpi maschili.
Anche Moretti strizzacervelli gioca con il suo di potere: originariamente segnato dal neutro universale. Tanto è vero che il Papa -eletto suo malgrado- interpretato da un grande artista, si fa accompagnare segretamente dalla la moglie –psicoterapeuta (separata) dello strizza. Lui, sentendosi fragile sotto il peso del ruolo papale, non si fida di Moretti-strizza chiamato dai cardinali per aiutarlo? La fragilità umana di un uomo sacerdote può essere detta più facilmente al corpo e alla mente di una donna? Le donne non sono forse ritenute (strumentalmente) fragili “per natura”?
Il neo Papa del film alla fine, acquistando chiarezza dentro di sé - e dunque sicurezza- fa il gran rifiuto affacciandosi in pompa magna dalla loggia delle benedizioni. Il film termina sulla tragica delusione dei “colleghi” tutti viventi l’identificazione proiettiva con il Papa.
Giovanni XXIII si è fatto vedere corpo vecchio segnato dalla malattia, ma ha governato la Chiesa molto “virilmente” e da polacco tradizionalmente poco laico.
La Chiesa “popolo di Dio”dei tempi post conciliari, cioè quella che ancora dava valore ai documenti votati, non era molto favorevole all’uso della beatificazione e santificazione.
Tanto è vero che quando sembrò profilarsi la possibilità di una beatificazione di P. Charles De Foucauld, all’interno delle congregazioni dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle, e negli altri rami della “famiglia”, ci fu un tacito rifiuto. Parve addirittura lontano dallo “spirito” del monaco francese che aveva vissuto in solitudine nel deserto algerino per condividere, da contemplativo, la vita degli “ultimi”. Era il tempo del Piccolo Fratello Carlo Carretto che mai salirà “gli onori degli altari” come il vescovo Romero. Avendo lui preso posizione a favore delle legga per il divorzio e per l’interruzione di gravidanza (194).
Qualche anno fa la sua “famiglia” l’abbiamo invece vista a Roma, per il “trionfo” della beatificazione del fondatore C.De Foucauld. Appunto, non sono più i tempi della Chiesa Profetica.


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