mercoledì 6 marzo 2013

IL MERITO DEI GRILLINI. PER ORA

“Romana, mamma, cittadina in Movimento, consumatrice critica”: questa è la presentazione di Roberta Lombardi, neo capo trimestrale del gruppo deputati Movimento 5Stelle, su Twitter. Lei è quella che ha scritto che il fascismo “prima” della “degenerazione” è stato una cosa buona, un po’ socialista. A cercare con pedante attenzione è impossibile trovare una presentazione maschile che includa il ruolo di padre. Il motivo è semplice e tutto italico: le donne continuano a (dover) considerarsi prima di tutto nel ruolo “naturale” tipicamente identificatorio del materno/sponsale. I maschi, si sa, ricavano, prima, la loro identità nel sociale - politico. Quella del padre è un’aggiunta, più o meno rilevante. Giuliano Ferrara, in veste di elefantino sul suo giornale, ha scritto che gli eletti di Grillo radunati a Roma sembravano una “masnada di parvenu” e ha aggiunto:”Mandateli in differita, quei simpatici deficienti.” Non ricordo abbia, a suo tempo, scritto commenti di questo tono per le svariate Minetti elette consigliere regionali o deputate da Berlusconi. Comunque, la carrellata di presentazioni nell’hotel romano da parte dei giovani (sono giovani!) eletti grillini o grilleschi, ha fatto bene alla politica. Sapeva di riunione studentesca come hanno commentato telegiornali e quotidiani? OK, ma ha introdotto un visivo linguaggio di rottura con il linguaggio retorico stabilizzato nei decenni della politica italiana. E’ finito il politichese. Chi ora ancora lo usa come abbiamo sentito a Ballarò martedì sera del 5 marzo, sembra patetico: qualcuno avvisi i Veltroni, i D'Alema, i Vendola, i Casini, i Fini e i Maroni/Formigoni. Si sono presentati caratterizzandosi con le loro giovanili passioni: frammenti d’interessi, spesso di tipo ambientale, di tipo economia della decrescita più che della crescita. Non hanno certo quella che si chiama un po’ in politichese, la visione d’insieme. Un limite. Ma hanno il merito di infrangere un pensare, una “logica” spesso tortuosa , astratta e parolaia, apparentemente omnicomprensiva. L’Espresso di questa settimana ha pubblicato un articolo che descrive i privilegi di cui godono i parlamentari in aggiunta allo stipendio e alla buona uscita. Chi si è mai opposto? Bertinotti? Paola Concia? Veltroni, Ferrero? Potevano cambiare la legge elettorale e non l’hanno fatto accusandosi reciprocamente. Potevano dimezzare il numero dei parlamentari e cambiare i connotati del Senato e non l’hanno fatto. Modificare i lori privilegi come i grillini già hanno iniziato a fare in Sicilia: hanno invece bloccato per due anni con il governo Monti, la scala mobile alle pensioni che superano, al lordo, i 1400 euro. Hanno, i partiti, agevolato e permesso la distruzione del paesaggio italiano e un consumo di suolo come in nessun altro Paese tranne la Spagna. Quale visione e concezione dei beni pubblici come appunto il paesaggio, dimostrano di avere i politici di professione? Certamente questi giovani non hanno una formazione ideologica secondo la tradizione dei partiti della prima Repubblica, ma semplicemente perché sono i figli di un’altra epoca. Qualche giovane eletta in parlamento per il Pd perché finita in ottima posizione nella lista candidature, in quanto votata alle primarie grazie ai face book- amici, ha la stessa preparazione pragmatica dei grillini. Un po’ scarsa, a dir il vero. La gente, il “popolo” ha votato i grillini perché stanchi ed esasperati della politica in politichese, ma anche perché non c’è più il richiamo all’appartenenza ideologica . La gente ha votato ancora Berlusconi, sia pure con una caduta in percentuale assai vistosa, perché si fida dell’imprenditore che sa vendere il suo prodotto fatto di promesse che non manterrà. Lui è immagine di un tipo di uomo italiano ancora in auge: un peccatore che però sta con la Chiesa/Vaticano e che, dunque, garantisce i “valori irrinunciabili” a cominciare dalle donne “al loro posto” nei ruoli tradizionali. Queste cose in Italia contano ancora. Un sommovimento c’è stato, ma rischia di finire presto. Il gruppone di 108 deputati e 54 senatori grillini, dovrà pure prendere decisioni e formarsi un’idea più complessa della realtà politica italiana e mondiale. E poi si troverà, nel giro di qualche mese, a dover resistere ai richiami narcisistici di vario tono costituiti anche dai privilegi. I Verdi, partiti nel 1987 alla prima entrata in Parlamento, erano ben intenzionati come loro. Hanno appreso in fretta ad amare più se stessi che il Paese e i problemi ambientali. Si troveranno a dover gestire le dinamiche inevitabili al loro interno, compreso il desiderio, o la tentazione del rifiuto del bisogno di affiliazione nei riguardi dei guru Grillo e Casalecchio. Per intanto hanno svecchiato in un sol colpo un mondo incartapecorito. Da giorni non si sente più gracchiare Casini in TV. Che sollievo!

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