IL CONCLAVE RECENTE DA NON DIMENTICARE
Ricordando il Conclave.
La preside che avevo conosciuto per una supplenza di maternità alle medie di un paese veneto, ai confini con il Friuli, mi chiamò per un’altra alle medie di Vittorio Veneto dove aveva ottenuto la nuova presidenza.
Eravamo alla fine degli anni sessanta del Novecento, l’anno seguente a quello chiamato il ’68 degli studenti. All’ansia rivoluzionaria dei giovani si accompagnava lo straordinario tempo del post Concilio Vaticano II,veicolato in Italia anche da riviste come Il Regno dei Dehoniani di Bologna, Testimonianze di padre Ernesto Balducci . Erano sorte ovunque anche le “comunità di base” di laici e preti che contestavano le gerarchie ecclesiastiche restie ad applicare i documenti conciliari. E nel 1969 si tenne a Bologna il primo convegno nazionale tante comunità di base come l’Isolotto di Firenze che diventò famosa per lo scontro con il vescovo.
Proposi alle mie classi una sostanziale, breve, efficace descrizione storica: le femmine nella Chiesa non possono diventare diaconi, preti, vescovi e tanto meno papa. Però il desiderio di cambiamento che sta contaminando anche i preti, cioè la “casta” di coloro che hanno il compito di guidare il gregge, di interpretare la parola di Dio e formulare le regole, ci permette di fantasticare il prossimo futuro.
Ragazzini e ragazzine si precipitarono a disegnare confessionali con dentro donne presbitere, altre all’altare a celebrare l’eucarestia e così via. I disegni colorati a matite, pennarelli, gessetti e tempere riempirono le pareti delle aule, offrendosi alla vista degli insegnanti delle altre discipline. Anche del don prof. di religione che andò su tutte le furie e mi “denunciò” alla preside perché prendesse, seduta stante, severi provvedimenti. Come avevo potuto osare?
La rivista dei Dehoniani aveva da poco pubblicato l’esito del sinodo della Chiesa Cattolica Olandese, che comprendeva anche l’auspicio di una evoluzione rapida verso l’istituzione del diaconato femminile. Almeno quello!
Un po’ di conti. Quanti decenni sono trascorsi da quel sinodo? Quanti dalle prime richieste assai diffuse, del diaconato femminile suffragate da importanti sostegni scritturali e teologici?
La salesiana Suor Maria Triglia giornalista si è rivolta al collegio cardinalizio con una supplica: «Non metto in discussione il principio petrino - dice la religiosa in un'intervista all'Agi - ma che la Chiesa aggiorni concretamente la linea pastorale sulla dignità e il servizio della donna nella Chiesa contemporanea consentendo alle donne di diventare diacone, non perché in alcune periferie del mondo c'è la necessità del servizio di carità, di ascolto, di preghiera, ma riconosciute ufficialmente, non nel ruolo, ma in questo servizio dono di se stessi al prossimo». Per suor Trigila «questo potrebbe essere il segno di una Chiesa profetica che va oltre agli enormi condizionamenti».
Il cardinale Muller, uno dei papabili di questi giorni, ha rilasciato una dichiarazione di questo tenore:”Poi ci sono le donne che adesso ambiscono al potere vaticano.”
Un chiaro riferimento critico prima di tutto a papa Francesco, che qualche donna ha chiamato ad alti incarichi. Poca cosa, ha scritto la cattolica Lucetta Scaraffia (La Stampa25.5.2025) e in questi giorni non pare che i cardinali abbiano all’odg delle sacre congregazioni di discutere sul ruolo delle donne. Un esempio è la nomina di suor Simona Brambilla prefetto del dicastero per la Vita consacrata e di suor Raffaella Petrini presidente del Governatorato. Però suor Brambilla è stata affiancata da un pro-prefetto cardinale, quindi a lei superiore.
Scrive Scaraffia: “…vale la certezza che non protesteranno mai,che non porranno mai questioni scottanti, come le onnipresenti molestie sessuali nei confronti delle religiose da parte di ecclesiastici.”
La scrittrice Viola Ardone ha scritto su La Stampa (4.5.2025) che un Conclave di 133 cardinali anche solo visivamente appare straniante. Questo spettacolo mediatico quotidiano di anziane porpore rosse inseguite dai giornalisti nei paraggi di San Pietro, che si fanno intervistare per pontificare sul futuro papa della Chiesa Universale, suscita certamente soddisfazione nell’opinione pubblica cattolica e di destra dei “valori non negoziabili” e della “tradizione”, ma in altri settori del mondo, una sana perplessità.
Suor Giuliana Galli ,co-fondatrice di Mamre ,alla domanda (la Stampa, 4 maggio) :La Chiesa è ancora maschilista? Ha riposto :”Nonostante i passi avanti compiuti grazie a Francesco, si, è ancora maschilista.Ma non ce ne accorgiamo perché il maschilismo è così integrato nella struttura che molti non lo vedono nemmeno”.
Come è possibile che nel secolo dopo quello della fondazione e diffusione della psicoanalisi freudiana e junghiana, del femminismo, della secolarizzazione, uomini ufficialmente celibi siano convinti ,al momento della loro chiusura entro le mura vaticane per decidere il nuovo papa, che Gesù Cristo, lo Spirito Santo, la Trinità tutta, vuole l’esclusione delle donne dalla partecipazione paritaria al potere di gestione? Che la divisione sessuale dei compiti,ovvero la complementarietà che conferisce la sfera del potere pubblico , o divino, agli uomini-padri e il privato (con qualche concessione) alle donne-madri, sia volere divino, scritturistico? Insomma come fanno i 133 a essere interiormente e autenticamente convinti che l’esclusione delle donne, come compagne di vita e anche come compartecipi al “governo” della Chiesa,cioè al sacerdozio non strutturi la psiche in modo distorto e in svariati gradi e misure?
Scaraffia racconta che nel convegno sugli abusi sessuali organizzato da Bergoglio nel 2019- in origine centrato sui minori- in extremis è stata fatta parlare una suora vittima di abusi parte di un prete. Ed è arcinoto quanto questo tipo di abuso sessuale sia diffuso soprattutto nei Paesi dei continenti ex coloniali,una volta di missione e proselitismo.
Lo spettacolo anacronistico delle rosse sottane svolazzanti e,di più, della corazza rigida, della gestualità e meta comunicazione retorica, mielosa, o barocca, raramente nell’ordine dell’umani semplice, indica strutture psichiche difensive, ,false strutture del sé spesso di tipo narcisistico .
Non sorprende che un cardinale sia stato escluso per pedofilia, che in questi giorni si sia parlato di un prete del bresciano accusato di pedofilia e spostato da una parrocchia all’altra, secondo un antico complice rituale soltanto parzialmente messo in discussione negli ultimi anni di papa Bergoglio.
Un’ultima osservazione: lo spettacolo del conclave al maschile ,quali messaggi passa all’inconscio dei bambini e,per converso delle bambine?
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