domenica 20 giugno 2010

ASPETTANDO ANCHE LA DISTRUZIONE DEL DESERTO DEL RAMM

Flavia Tesio Romero , figlia di un italiano che aveva svolto la professione di medico in Giordania fino dagli anni venti, racconta la sua passione per i beduini del deserto del Ramm in un libro edito da Ibis (DUE ANNI NELK DESERTO DEL RAMM,2005) fornendo notizie originali sulla loro vita . Una vita nomade che sta scomparendo a ritmi vertiginosi: dalla “casa di pelo” di dromedario alla casa di pietra come è dato di contestare anche da parte dei turisti che numerosi visitano Petra e il deserto del Ramm.
Scrive: “Le donne non fanno più il pane, non mungono più, non fanno più il burro.Si dice che vi siano un’ottantina di domande di costruzione di alberghi al Ramm. Tremo all’idea. Nessun architetto vorrà scegliere un sito appartato, nessun architetto accetterà di dare la priorità e alla bellezza del luogo, costruendo un edificio che si fonda sulla natura. Petra ne è l’esempio lampante dove gli enormi alberghi sono generalmente costruiti in uno stile sia decisamente anodino sia completamente estraneo al paese e troneggiano a valle delle strade impedendo a chi vi transita, di godere della vista dell’antica città nabatea.”.
Nell’estate del 2009 ,una decina di anni dopo la scrittura di queste parole, gli hotel al Ramm non ci sono ancora perché pare che il re e la regina di Giordania siano sensibili al mantenimento sacrale della bellezza del deserto.Ma fino a quando riusciranno nel loro intento?
Scrive Flavia Tesio Romero con la sua consapevolezza di italiana: “Ho scritto un giorno sul ‘Jordan Times’ , il quotidiano locale in lingua inglese, che avrei voluto pagare i responsabili del turismo locali, un viaggio ad Agrigento perché vedessero e si rendessero conto di ciò che non si deve assolutamente fare in un sito di tanta importanza ecologica e archeologica.”.
Si dovrebbero pagare dei viaggi ai responsabili del turismo dei Paesi dell’Asia e dell’Africa e del medio Oriente, in Italia, lungo le coste cementificate, le colline sventrate, i “giardini” di aranci,limoni, olivi, le pinete e i parchi ,nel cuore dei paesi e delle città dove sono state abbattute costruzioni antiche e di infinita grandezza artistica.
In una tacita alleanza tra uomini di tutte le parti politiche.

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