giovedì 24 ottobre 2013

E SE L'ITALIA DECIDESSE DI CACCIARE TUTTI I MIGRANTI ?

Calo demografico e aumento delle persone con oltre 65 anni, è una delle caratteristiche dell’Italia post moderna. Ogni tanto qualche cardinale di Santa Romana Chiesa accusa le giovani coppie (soprattutto le donne) di egoismo perché si limitano a un figlio, oppure ne rinviano nel tempo la”programmazione”. Ignorano, volutamente o no, che il calo demografico è maggiore in Italia, per esempio, che in Francia dove il welfare integra una politica dei tempi di conciliazione lavoro e cura assai più avanzata. O forse si appellano alla Provvidenza quando invitano a fare figli in una situazione di crisi economica e occupazionale che riduce notevolmente il reddito medio per famiglia. L’Italia è un Paese invecchiato, ma non per vecchi e lo sarà sempre meno. Nel libro appena uscito a firma del sociologo e sen. Luigi Manconi (presidente della Commissione diritti umani del Senato) e Valentina Brinis i dati fanno davvero impressione. Il censimento del 2011 registra 13 milioni d’italiani con più di 65 anni. Invece nella sponda opposta, a Sud del Mediterraneo, quasi la metà delle persone è di sotto i 25 anni. Censis e Ismu per il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in occasione del recente convegno “Servizi alla persona e occupazione nel Welfare che cambia”, stima che il numero delle badanti salirà a 2 milioni e 151 mila nel 2030. Ma se la crisi economica continuerà le famiglie italiane con i loro magri bilanci dovranno ricorrere a un familiare per rispondere al bisogno di cura di un parente. Dove per “familiare” si deve intendere una donna che abbandonerà il lavoro regredendo alla situazione antica delle zie di casa, che non si sposavano in previsione della non autosufficienza dei genitori anziani. Resta comunque il fatto che l’area dei servizi di cura e assistenza per le famiglie è un grande bacino occupazionale. Due milioni e 600 mila famiglie (10,4%) si appoggiano al welfare informale gravando sui propri bilanci. L’85% degli occupati tra i provenienti da altri Paesi comunitari e non, operano nel settore della cura: badanti, colf, baby sitter. Non è e non sarà sufficiente per far fronte all’invecchiamento della popolazione un aumento di offerta da parte delle cittadine autoctone, che ora sembrano più propense ad accettare lavori di cura malpagati e poco appetibili. Manconi e Brinis (Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l’Italia e gli immigrati , ed. Il Saggiatore) formulano provocatoriamente una domanda: e se tutti/e gli immigrati che lavorano in tanti settori (compreso quello snobbato delle fattorie di mucche) se ne andassero via e non ne venissero più? E veniamo ora al settore della sanità medica e ospedaliera a preoccupare per il futuro. NEODEMOS.IT, il sito online dei demografi ricercatori, a firma di Caterina Francesca e Laura Bartolini, segnala la situazione dell’assistenza sanitaria ripetendo senza mezzi termini che l’immigrazione è indispensabile (23 ottobre 2013.) La domanda di assistenza a livello globale è in crescita anche per via del generale invecchiamento della popolazione dovuto alle migliori condizioni di vita nei Paesi emergenti. Si muore un po’ dopo rispetto al passato anche in queste nazioni. Esiste però una situazione di crisi dovuta a numeri inadeguati di personale sanitario. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità mancano 4,3 milioni di unità nel settore sanitario. In Europa si stima che nel 2020 la mancanza di personale sanitario potrebbe raggiungere la cifra di un milione di operatori . Ecco perché è stato adottato il Codice di Condotta per il Reclutamento Internazionale di Personale sanitario nel 2010, che dette le norme per l’assunzione di personale sanitario straniero. Le ricercatrici si soffermano poi ad analizzare la situazione italiana. L’effetto del numero chiuso per l’accesso alle facoltà di medicina (Legge 264 dei 2 ag.1999) è stato un calo delle matricole (da oltre 100.000 a circa 10.000) con effetti devastanti sulla distribuzione per età dei medici in servizio: oggi, più del 40% dei medici ha un’età superiore ai 55 anni. Nei prossimi anni il numero dei medici che abbandonerà la professione per la pensione supererà il numero dei nuovi assunti. Il quadro si fa grave anche nel settore infermieristico. Alla fine del 2009 gli infermieri professionali erano circa 365 mila. Ogni anni circa 17.000 si ritirano per raggiunti limiti d’età, mentre ne subentra soltanto 8000. Nonostante si registri un aumento dei laureati in scienze infermieristiche, i posti disponibili per la formazione non sono sufficienti a coprire la domanda. Scrivono le due studiose: “ In questo quadro, la presenza straniera gioca un ruolo sempre più importante. “ In realtà si registra un calo delle iscrizioni all’Albo degli infermieri: nel 2007 gi stranieri rappresentavano il 35 % dei nuovi iscritti, nel 2012 soltanto il 15,3 5. Tra le nuove iscrizioni i più rappresentati sono i rumeni, seguiti dagli indiani. La conclusione: “ di fronte a una domanda di assistenza in presumibile forte crescita, il personale qualificato, medico e infermieristico, è e ancora più sarà in diminuzione nel prossimo futuro . E’ forse il caso di cambiare rotta, cominciando , magari, da una maggiore apertura delle frontiere all’immigrazione qualificata in questo campo.” Per conoscere informazioni e dato statistici bisogna cercare siti, saggi e libri di alta specializzazione. In genere la televisione privata e pubblica, cui accedono tutti/e avvantaggia le notizie di effetto: quelle che suscitano interesse e reazioni epidermiche, superficiali e magari anche pulsioni di rifiuto comunque e sempre del discorso migratorio. Al massimo la televisione crea spazio per i dibattiti, dove non c’è dialogo tra i politici perché il loro interesse è limitato a imporsi sull’avversario. Il dialogo richiede l’atteggiamento della verità soggettiva che incontra un’altra verità con l’intenzione di apprendere, cambiare opinione o confermare aspetti della propria tesi. Grillo ha manifestato molto bene la realtà politica italiana, quando ha redarguito i “suoi” parlamentari a proposito del voto in commissione per togliere il reato di clandestinità: il movimento 5Stelle non avrebbe ottenuto il 25 % se avessero sostenuto questa tesi. Grillo come Berlusconi, come Bossi e Maroni e forse anche come Letta. La paura irrazionale della gente per chi irrompe nei propri confini identitari che strutturano antiche e tradizionali sicurezze e paranoiche fantasie di di invasione dei barbari ,non va messa in discussione . Può essere utile per raggiungere o mantenere il potere di alcuni, pochi o tanti individui detti “politici”.

martedì 22 ottobre 2013

MATTEO SALVINI UNA CULTURA UNA MENTALITA', OVVERO L'ITALIA E LA LEGA NORD

Forse Matteo Salvini, eurodeputato della Lega Nord, conduttore per anni di Radio Padania Libera, sarà il successore di Maroni alla segreteria nazionale. Di seguito alcuni sui interventi su face book nel mese di ottobre. Quello di Salvini è un pensiero, una mentalità, una visione politica e della vita assai condivisa. La ministra Kienge, di origine congolose, sposata con un italiano, medica oculista, madre di due figlie e già responsabile delle politiche dell’emigrazione del Pd, è oggetto ormai di una sorta di rigetto “istintivo” che assomiglia troppo all’antico, fascista, razzismo colonialista. Segno che ancora, il razzismo, abita nell’inconscio collettivo degli italiani/e e ora riemerge quasi giustificato dalla lacerante, terribile, situazione economica del Paese. Clandestini in RIVOLTA a Catania, per protestare contro le "lungaggini burocratiche"... Sassi contro la Polizia, assalita un'area di servizio, distrutti i vetri di un'auto e di un autobus. La soluzione di uno Stato Serio? RIMETTETRLI SU UN BARCONE, TUTTI A CASA!!! Altri 200 CLANDESTINI, da mantenere, sbarcati in Sicilia. Clandestini, non MIGRANTI. Ricominciamo a usare le GIUSTE PAROLE, almeno Noi! La sciura KYENGE ha detto "abbiamo messo in piedi un PIANO TRIENNALE CONTRO IL RAZZISMO, sia per rafforzare le leggi che lo combattono, sia sul piano della comunicazione culturale per far passare UN'ALTRA CULTURA, quella della DIVERSITÀ". PIANO TRIENNALE CONTRO IL RAZZISMO??? FRA PASSARE UN'ALTRA CULTURA??? Non sentite puzza di REGIME? A me ricorda il MinCulPop... Quel Genio Incompreso della KYENGE sta lavorando perchè gli IMMIGRATI che tornano al loro Paese, dopo aver lavorato in Italia, possano avere la PENSIONE, o ritirare i contributi che hanno versato. EBBRAVAAAAAAA la sciura Kyenge! E chi se ne frega degli ESODATI, dei lavoratori AUTONOMI e delle CASALINGHE ITALIANE, tutta gente che ha versato un bel po' di contributi mai più visti... Altri 400 CLANDESTINI sbarcati nelle ultime ore. BASTAAA!!! Chi paga??? Letta, Alfano, Boldrini, Kyenge, Napolitano: siete PAGATI dai cittadini italiani PER LAVORARE, non per dormire!!! Razzisti, egoisti, brutti e cattivi? No! Gente perbene, che vuole VIVERE TRANQUILLA nelle sue città. Mentre il RESTO DEL MONDO espelle o punise coloro che entrano clandestinamente nei territori altrui, in Italia PD e movimento 5 stelle presentano un emendamento per ABOLIRE il reato di immigrazione clandestina! Domani a Torino vi aspetto per urlare a gran voce a questi CIALTRONI che per la Lega CLANDESTINO E´ REATO Oggi scrivono "Si SALVINI chi può dalle boiate leghiste... Salvini ci ricorda che la Lega ormai è una barzelletta..." Motivo? Ho osato chiedere che i CLANDESTINI paghino le cure mediche che oggi hanno gratis, ho detto che non uscirei a cena con la Kyenge, e che rischiamo di essere INVASI. Se a DAGOSPIA piacciono tanto la Kyenge e i clandestini, che li accolgano tutti nella loro ricca Redazione! Rapine, STUPRI, violenze, aggressioni col MACHETE. Arrestati 25 immigrati sud-americani a Milano e dintorni. Si attende un pronto intervento del Duo Kyenge - Boldrini! Poverini, é colpa degli italiani che non li hanno INTEGRATI... La KYENGE in visita a Lampedusa: "Mai più STRAGI". Allora smettila di CHIACCHIERARE e di ILLUDERE migliaia di persone, e lavora per PROTEGGERE sia gli italiani che questa povera gente, che va aiutata AL SUO PAESE. Ma purtroppo ho paura che la Kyenge sia la persona sbagliata al posto sbagliato...

giovedì 17 ottobre 2013

IL TESTAMENTO DI PRIEBKE E LA LETTERE DI DON MILANI SULL'OBIEZIONE DI COSCIENZA

Il video con l’intervista-testamento al capitano nazista Priebke morto a Roma di recente, circola sul Web inserito in ogni quotidiano online. Circola in realtà la parte che si riferisce alla strage delle fosse Ardeatine. L’intervistatore gli chiede di raccontare la sua versione dei fatti. Il capitano tedesco risponde asciutto e preciso in un italiano un po’ stentato. Mi è sembrato che venisse da lontano, a disseppellire una memoria: tutti/e sapevano, durante la guerra e l’occupazione tedesca, che ogni soldato tedesco ucciso avrebbe provocato la rappresaglia di dieci italiani ogni morto tedesco da fucilare seduta stante. Ancora negli anni seguenti la guerra era normale ascoltare degli ex fascisti ripetere come una cantilena che la colpa delle rappresaglie naziste ricadeva in fondo sui partigiani, che erano perfettamente informati di questa regola tedesca. Anche Priebke ripete esattamente quella tesi aggiungendo che “non era possibile rifiutarsi “ perché l’ordine era stato dato da Hitler e chi si fosse rifiutato, perché soldato, sarebbe stato fucilato con le vittime. Come si fa a non ricordare la lettera ai giudici scritta da Don Milani il 18 ottobre 1965 per il processo che lo vedeva imputato? Era già molto malato e non potendo recarsi n tribunale inviò una difesa scritta. Aveva scritto: “Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene fare scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto”. L’obbedienza non è una virtù…. Il processo era stato istituito perché aveva fatto l’apologia di un reato: la disobbedienza in nome dell’obiezione di coscienza. Nel febbraio del 1965 i cappellani militari in congedo della Toscana si erano riuniti in un convegno per celebrare l’anniversario dei Patti Lateranensi e, tra l’altro, avevano scritto al termine: «I cappellani militari in congedo della regione toscana, nello spirito del recente congresso nazionale dell'associazione, svoltosi a Napoli, tributano il loro riverente e fraterno omaggio a tutti i caduti d'Italia, auspicando che abbia termine, finalmente, in nome di Dio, ogni discriminazione e ogni divisione di parte di fronte ai soldati di tutti i fronti e di tutte le divise, che morendo si sono sacrificati per il sacro ideale della Patria. Considerano un insulto alla Patria e ai suoi caduti la cosiddetta "obiezione di coscienza" che, estranea al comandamento cristiano dell'amore, è espressione di viltà». Chissà se l’avvocato italiano di Priebke gli ha mai letto questa lettera per confermarlo (ce ne fosse bisogno) dell’esattezza della sua posizione? Don Milano aveva difeso l’obiezione di coscienza di fronte all’obbligo della leva militare che i giovani avevano cominciato a rifiutare andando, diritti, in carcere. Nella sua lettera ai giudici tocca un ambito che ridiventa di attualità con il “testamento” del nazista: “A Norimberga e a Gerusalemme son stati condannati uomini che avevano obbedito. L'umanità Intera consente che essi non dovevano obbedire, perché c'è una legge che gli uomini non hanno forse. ancora ben scritta nei loro codici, ma che è scritta nel loro cuore. Una gran parte dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama legge della Coscienza. Quelli che non credono né nell'una né nell'altra non sono che un'infima minoranza malata. Sono i cultori dell'obbedienza cieca. Condannare la nostra lettera equivale a dire ai giovani soldati italiani che essi non devono avere una coscienza, che devono obbedire come automi, che i loro delitti li pagherà chi li avrà comandati. E invece bisogna dir loro che Claude Eatherly, il pilota di Hiroshima, che vede ogni notte donne e bambini che bruciano e si fondono come candele, rifiuta di prender tranquillanti, non vuol dormire, non vuol dimenticare quello che ha fatto quand'era "un bravo ragazzo, un soldato disciplinato"…”. Seconda guerra mondiale, anno 1944, Friuli. Le truppe occupanti tedesche abbattono un aereo inglese. Uno dei piloti giunge a terra morto, l’altro gravemente ferito viene trasportato davanti alla scuola elementare occupata dalle truppe. Giace a terra tramortito dal dolore. Si forma un gruppo di persone che lo guarda mentre i tedeschi pretendono che si alzi in piedi. Una donna, Maria Pasini (formatasi con la Croce Rossa) si accorge che ha la spina dorsale rotta. Chiede all’appuntato della Guardia di Finanza che fungeva da interprete di tradurre. I tedeschi non sentono ragione, vogliono che si alzi prontamente in piedi e cammini. La signora, una quarantenne con le due figlie bambine accanto, alza a voce e intima di tradurre che in nome della Convenzione di Ginevra, il soldato ferito va rispettato come qualsiasi persona in quelle condizioni, una volta curato e guarito torna a essere un soldato. L’interprete invita la signora ad abbassare i toni perché i tedeschi si sono irritati e le fanno sapere che potrebbero arrestarla e deportarla. La signora insiste ancora più arrabbiata e alla fine ottiene il rispetto del ferito che in seguito morirà. La storia della seconda guerra mondiale è ricca di episodi come questi, anche tra i tedeschi civili e soldati sia in difesa dei civili sia degli ebrei. Eppure anche in questi giorni abbiamo sentito difendere il capitano: cosa poteva fare se non obbedire? Quella signora era la mia mamma, non esattamente collocata a sinistra o a favore dei partigiani e degli alleati.

mercoledì 9 ottobre 2013

ANTIGONE NON ABITA PIU' IN EUROPA. LA LEGA NORD E GLI UMORI DEGLI ITALIANI

Creonte proibisce, sotto pena di morte, di dar sepoltura a Polinice. Antigone non obbedisce e rende omaggio al cadavere del fratello affermando di seguire eterne leggi non scritte. Ricorda il mito, la giornalista Barbara Spinelli in un appassionato articolo pubblicato su La Repubblica (9.10.013) con il titolo “La legge di Antigone e le colpe dell’Europa”. Noi non saremmo, scrive, ciò che siamo senza questo mito o l’antica legge del mare che da sempre obbliga a salvare il naufrago. Noi siamo gli eredi dei tempi di Auschwitz, di quel “Mai più” che abbiamo ripetuto negli anni seguenti la fine del secondo conflitto mondiale e l’olocausto di ebrei, zingari, omosessuali. Siamo anche gli eredi di quei preti, parroci, suore, semplici cittadini e cittadine che rischiarono la vita per salvare quella degli ebrei perseguitati. E’ vero anche che subiamo le conseguenze di una politica governativa che ha aggravato la crisi economica mondiale del neo liberalismo. Noi viviamo i mutamenti della post modernità nel sistema valoriale dopo la caduta ed evaporazione della grandi narrazioni ideologiche . “Perché devo preoccuparmi dei migranti che tentano di fuggire dalla fame e dalle guerre, quando i politici a me, alla mia famiglia non pensano?”. E’ il “familismo amorale” come caratteristica degli umori dell’Occidente cristiano: scarsa fiducia nelle istituzioni pubbliche e arroccamento sui soli interessi individuali e familiari. Il ministro Alfano, scrive la giornalista, sostiene che dobbiamo sapere “ se l’Europa intenda difendere la frontiera tracciata dal trattato di Schengen. Uno Stato che non protegge la sua frontiera semplicemente non è. L’Europa deve scegliere se essere o non essere”. L’Europa : “Deve decidere se vuol essere all’altezza delle nome che professa, e che da tempi immemorabili le prescrivono di accogliere i fuggitivi, i supplicanti, oltre che di tutelare i confini da assalti stranieri. Né l’emigrazione economica clandestina, né la fuga da guerre o dittature (spesso sono la stessa cosa) sono equiparabili a attacchi esterni.” E’ in virtù di queste affermazioni, così condivise nel Paese (non soltanto dalla Lega Nord), che si può parlare di guerra nel Mediterraneo e considerare gli uomini e le donne, i bambini, in fuga dalla Siria, o dall’Eritrea, dall’Egitto o dalla Somalia, come dei nemici che se muoiono è un loro problema, alla fin fine e uno in meno per noi. La Spinelli chiama in causa l’anno 2004 quando l’Unione Europea creò Frontex (Agenzia che gestisce le frontiere le frontiere esterne) coordinando le misure di polizia pattugliamento delle coste e il rimpatrio dei clandestini. Ma l’Italia ha la grave responsabilità di avere introdotto, nel 2009, il reato di clandestinità per coloro che entrano in Italia senza avere in tasca un contratto regolare di lavoro. La conseguenza è il respingimento immediato del migrante, rendendo così molto difficile anche le procedure per il diritto d’asilo. Ancor prima di Cristo, ci dice la Spinelli, soccorrere era un dovere, non soccorrere un reato. Poi è venuta la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e la Carta europea dei diritti fondamentali. “Non soccorrere è peccato di omissione, e più precisamente crimine d i indifferenza . Che senso ha dire ‘mai più’ se non vediamo che il delitto di clandestinità per forza incentiva l’omissione di soccorso.” Infatti, lo abbiamo constatato in questa ultima tragedia di Lampedusa con le centinaia di morti, dove c’è chi sostiene che non tutti i pescatori che si trovavano in mare hanno prestato soccorso, ovviamente per il timore di incorrere nel reato di favoreggiamento dei clandestini. E’ già accaduto, ci ricorda la giornalista, nei paesi occupati dai nazisti, perché aiutare gli ebrei, era, appunto un reato punibile con la deportazione e la morte. Certamente anche a causa della terribile crisi economica che ci attraversa da anni, si constata ogni giorno di più che non soltanto i leghisti di stretta osservanza sostengono che i salvataggi e gli aiuti ci fanno correre il rischio di nuove ondate di poveretti dall’Africa ,dall’Asia, dal Medio Oriente. Ora la Commissione Giustizia del Senato ha votato la soppressione del reato di clandestinità sostituendolo con un reato di tipo amministrativo che prevede un ordine di espatrio, ma non l’arresto. L’on. Matteo Salvini, che forse presto sostituirà nella segreteria nazionale della lega Nord il presidente Maroni, nella trasmissione di Lilli Gruber (9 ottobre) ha gridato allo scandalo. Si capisce, la Lega risponde a un sentire diffuso, liscia il pelo della gente soprattutto del Nord; perfino di gente che nel tempo passato militava nella sinistra. Salvini ha respinto la soppressione del reato di clandestinità con un ‘argomentazione che si ascolta per le strade: “ Chi coccola, chi avvantaggia queste persone e chi le illude che da noi troveranno lavoro? (…) . La Bossi Fini non è stata applicata correttamente…il reato di clandestinità c’è in Svizzera, in Inghilterra…Occorre snellire invece le procedure di espulsione. Il povero è nel nostro pianerottolo. Mi danno fastidio quelli che si occupano dei poveri dall’altra parte del mondo e se ne fregano dei nostri.”. Ha insistito che non possiamo più aprire le porte agli stranieri, proprio a nessuno. Lilli Gruber gi ha fatto notare che i flussi d’immigrazione stanno calando. Poteva anche aggiungere che quattro immigrati su dieci stanno facendo ritorno nei paesi d’origine. Ma poteva anche fargli notare che , con l’invecchiamento della popolazione e lo scarso Welfare italiano, la cura degli anziani tocca alle reti parentali femminili e alle straniere (le badanti). Nella Commissione, infatti, è passata anche una norma che sancisce la regolazione dei flussi migratori in modo compatibile con la concreta possibilità di accogliere migranti. Resta il fatto impressionante, ben evidente nell’argomentare dell’on. Salvini e così corrispondente a un sentire diffuso, il rifiuto di separare i profughi che fuggono dalle guerre, dai migranti che partono con un progetto di lavoro e di vita. Antigone non abita più da noi.

UNA MINISTRA DI PELLE NERA FA EMERGERE L'ANTICA MENTALITA' DA "FACCETTA NERA BELLA ABISSINA"

«Scegliere un ministro nero è stimolo all'immigrazione. La faccia della Kyenge porta parecchi immigrati in più, ma è pericolosissimo il suo messaggio, in primis per le persone che hanno sentito un ministro promettere che diventeranno italiani regolari. Fanno appelli un giorno sì e un giorno no per dire che qui è il Bengodi, e aumentano gli sbarchi».(…) «Se non ci fosse il ministro dell'Integrazione Kyenge e la Boldrini alla presidenza della Camera ci sarebbero meno sbarchi. Quando si mandano certi segnali si fa credere che uno può fregarsene delle regole. Continuano a invitare le persone, poi è chiaro che i disperati rischiano la vita». Parole pronunciate dall’on. Pini romagnolo della Lega Nord alla Camera dopo la strage di centinaia di migranti-profughi provenienti dalla zone di guerra dell’Eritrea,Somalia e Siria , nel mare di Lampedusa. La “faccia della Kienge” italo-africana, prima ministra di pelle nera in un governo italiano, è stata presa di mira soprattutto dalla Lega Nord fin dalla sua nomina. Nel luglio scorso a Cervia , prima che arrivasse per un pubblico incontro organizzato nell’ambito della festa del partito Democratico, vennero gettati sull’erba dello spiazzo accanto al palco, tre manichini insanguinati. Durante l’incontro in una bella e calda serata di luglio, un giovanotto le gettò una banana. Ma intanto c’era già stata la dichiarazione di un personaggio pubblico della Lega, il senatore Calderoli, che aveva paragonato la ministra a una scimmia orango. Non sono mai cessati gli insulti razzisti anche per mezzo di vignette fatte circolare nelle varie forme consentite da Internet, come facebook. Un foto montaggio con l’immagine della Kienge ne reclamava le dimissioni. Un altro fotomontaggio ritrae la ministra che si china sul “cane” Alfano e gli dice: “ Grazie HALF-ANO ci tengo anch’io molto alla poltrona e a continuare LA DISTRUZIONE DELL’ITALIA” . Il cagnolino Alfano risponde: “Brava padrona Kashetu. Adesso votiamo la fiducia a pirLETTA. Togliamo i soldi per aiutare le vittime dell’usura per darli ai clandestini”. Un fotomontaggio mostra l’immagine della Kienge che esclama: “ Nell’arcobaleno chiaramente manca il nero. Razzismo”. Seguono alcuni commenti. Una donna scrive: “Mi sta sui coglioni!!!!Anche se questa è una battuta! Ma solo in Italia poteva essere messa al governo una cogliona del genere!!!”. Un uomo aggiunge:” Nell’arcobaleno chiaramente manca il nero? Razzismo.” Uno degli ultimi montaggi apparso in rete, mostra la Kienge con Letta e nei balloon lei dice:” Grazie! Grazie vero mi sento a casa.” Letta: “ Ehehehe…ci credo…. Con tutti questi clandestini che stuprano e ammazzano stiamo facendo la fine del Congo…io ci metto le tasse!”. Famosa è la vignetta pubblicata da un assessore leghista che mostrava la foto del muso di una scimmia e il volto della Kienge con la scritta “separate alla nascita”. Emerge con chiarezza che la ministra di pelle nera porta alla luce il razzismo sotto traccia dal sapore fascista di “faccetta nera bella Abissina…”. Come se la razza ariana di romana (imperiale) discendenza , di sicuro timbro patriarcale con , da una parte ,i virili maschi potenti guerrieri ed eroi e dall’altra, le donne eterne massaie chiuse tra le mura domestiche, avesse motivo con la Kienge di legittimare il livore verso l’emanicapazione femminile. Verso le donne che hanno fatto passi da gigante , entrando nel mercato del lavoro e, sia pure ancora timidamente, nei luoghi di gestione del potere pubblico , ma anche pretendendo di gestire il proprio corpo e il proprio desiderio a partire dal controllo della fecondità. Kienge ha il torto di essere donna e africana di pelle nera che, a differenza di tante altre oggetto della tratta delle schiave del sesso, non si offre passivamente al desiderio sessuale maschile . La Kienge non è utilizzabile sulle strade e nelle periferie delle città per pochi euro . Lei si sottrae all’immaginario maschile improntato tradizionalmente sulla supremazia dell’uomo bianco, eterosessuale, occidentale perché è una donna “di potere”. Intollerabile! Davvero intollerabile per il sottobosco maschilista indigeno.

venerdì 4 ottobre 2013

I BUONI CRISTIANI ITALIANI DI FRONTE ALLA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA

Oggi papa Francesco sarà ad ASSISI e pranzerà con “i poveri”. La gente del posto e i turisti lo ossequieranno. Le TV del mondo lo riprenderanno e diffonderanno la sua immagine. Lui ripeterà che il messaggio cristiano è l’amore per il prossimo. Forse ripeterà che a una donna che ha abortito, si è risposata dopo il divorzio, ha messo al mondo cinque figli, poi si è pentita di aver “scartato” una vita, il confessore deve accordare il perdono misericordioso di Dio. Forse ripeterà anche la parola “vergogna” gridata ieri dopo la morte in mare di qualche centinaio di persone migranti per disperazione a Lampedusa. Ma non dirà mai che nella nazione dove è venuto ad abitare e i suoi genitori avevano lasciato come emigranti, molti/e di quelli che si professano cattolici e urlano scandalizzati se una maestra toglie il crocifisso dall’aula, sono ferocemente contro gli emigranti che raggiungono l’Italia con qualsiasi motivazione. Ieri, alla Camera, il deputato leghista Pini ha denunciato come colpevoli della morte di centinaia di migranti nel mare di fronte a Lampedusa, “Il presidente Boldrini e il ministro Kienge”. Ha calcato tono e volume sull’articolo maschile nominando la Boldrini, perché lei ha ripetutamente chiesto di essere apostrofata come donna. Una donna che esce dalle mura domestiche, dal privato della cura degli affetti e dei corpi, e pretende di occupare posti pubblici, deve essere omologata al maschile. Le due avrebbero lanciato messaggi favorevoli all’immigrazione clandestina, rendendo l’Italia suolo appetibile. Invece bisogna dire basta all’immigrazione ecc.; ripete la lega di Bossi e Maroni. Una donna che esce dalle mura domestiche, dal privato della cura degli affetti e dei corpi, e pretende di occupare posti pubblici, deve essere omologata al maschile. Con la stessa ignoranza, diffusa in rete, i bravi cristiani fanno ignobili paragoni tra i morti inghiottiti nelle acque di fronte a Lampedusa, e i suicidi d’italiani a causa della crisi. Ignoranza di dati e documentazione, ma anche esito di una mentalità che è la stessa che presiede al maschilismo della violenza contro le donne. L’Italia è il Paese dove una persona su quattro pensa che gli stranieri siano in prevalenza clandestini. L’Italia è il Paese con il maggiore divario tra la preoccupazione per i clandestini (l’80 %) e quella estesa ai regolari (20%). In realtà le stime indicano un’incidenza della parte irregolare molto bassa, pari all’1 per cento della popolazione italiana contro un’incidenza vicina al 7% della componente regolare. I cristiani italiani dunque coltivano una percezione distorta; forse volutamente distorta e difensiva. La percezione distorta riguarda anche il modo di “classificare” i nati in Italia da genitori non italiani, perché chi nasce sul suolo italiano non è esattamente un immigrato. Siamo un Paese a forte invecchiamento per molte ragioni e quindi con un numero rilevante di anziani che, mentalmente, sono poco propensi ai mutamenti del proprio spazio vitale. Siamo un Paese con un’occupazione giovanile in forte e inesorabile caduta e una politica di welfare per giovani coppie che non rende facile la disponibilità all’accettazione di lavoratori provenienti da altre zone del pianeta. Ma un ruolo fondamentale gioca l’assenza di una corretta informazione sul fenomeno e dall’individualismo ,dal familismo amorale coltivato negli ultimi decenni. Il Paese Italia è fortemente invecchiato anche perché, non per l’egoismo come di solito recitano quelli della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) delle donne che non fanno più figli in abbondanza, ma per le politiche statali poco favorevoli alla conciliazione dei tempi . Risultato: gli immigrati contribuiscono a non peggiorare i dati con la nascita dei propri bambini e a permettere alle famiglie italiane di averne qualcuno in più attraverso i loro servizi di cura. Gli stranieri, si agitano i leghisti e i buoni cristiani di destra e sedicenti di sinistra , utilizzano la nostra assistenza sanitaria, ecc. Senza il lavoro degli stranieri è stato stimato che perderemmo oltre il 10 % del prodotto interno lordo nazionale. Gli immigrati sono contributori netti per le casse dell’Inps, perché è più favorevole il rapporto tra lavoratori e anziani rispetto a quello degli italiani. Ovvero, gli stranieri pagano le nostre pensioni. Scrive il docente dell’Università Cattolica di Milano, Alessandro Rosina (l’Italia che non cresce, gli alibi di un paese immobile, ed. Laterza, 2013) : “ …una poltica ostile nei confronti degli stranieri, che ne complica la vita anziché favorirne l’integrazione, produce immigrazione di bassa qualità. …. Cosa succede però a un paese che dopo la crisi vuole crescere e che si ritrova con gli effetti della denatalità passata che iniziano a erodere sempre più pesantemente la fascia giovane adulta del mercato del lavoro? L’immigrazione di qualità diventerà allora carburante prezioso per alimentare lo sviluppo. Cosa stiamo facendo per metterci nelle condizioni di poter nei prossimi anni ottenere tale ‘carburante’? Poco o nulla.” Peggio, alimentiamo i residui italici del razzismo di marca fascista , del virilismo guerriero di “faccetta nera…” focalizzandolo quotidianamente sulla persona della ministra Kienge. Che pena!