domenica 26 dicembre 2010

TRADUZIONI MISOGINE ALL'ITALIANA

Il giorno dopo Natale: città deserte, negozi chiusi, pioggia intermittente e di nuovo calo delle temperature. Non si sa – si dice nei telegiornali- se i paesi veneti andranno di nuovo sott’acqua. Sarà bene che i veneti ci facciano il callo e recitino il mea culpa perché hanno consumato in malo modo una percentuale mostruosa di suolo per capannoni, villette, fabbriche, condomini anche a pochi centimetri dai letti dei loro fiumi. Comunque, si passeggia perché fa bene alla circolazione. Di colpo scovo una libreria sotto un tendone. Espone libri fuori catalogo di ricette, storia locale, storia nazionale e saggi, ecc. Leggo la copertina di un libro: ” I PADRI DELLA PSICOANALISI, ed. Rusconi (1998), autore un certo G. Wehr. Resto basita: sopra il titolo campeggia una foto di gruppo….dei padri della psicoanalisi con in primo piano un discreto numero di donne. Appunto, certamente Anna Freud, Melanie Klein e le altre.
Mentre mi monta la rabbia, cerco il titolo originale che trovo in lingua tedesca e che suona così: FIGURE FONDATRICI DELLA PSICOANALISI (1996).
Anche questa è l’Italia contemporanea.

martedì 21 dicembre 2010

IL PROFETA VENDOLA

Lunedì 20 dicembre Gad Lerner ha dedicato il suo L’INFEDELE su’ La7 a “La famiglia,lacerata e criminogena” con due sole donne: Natalia Aspesi (bravissima) e la scrittrice avvocata Simonetta Agnello Horby. Vendola, ormai uno dei prezzemolini delle tv, è stato ascoltato in apertura, in una lunga intervista da non so dove. Subito dopo Lerner ha fatto parlare il monaco Enzo Bianchi. Curiosa, ma forse non tanto, la somiglianza dei due per lo stile comunicativo tra il profetico e il poetico. Quando è intervenuto il discretissimo strizzacervelli lacaniano Massimo Recalcati, è diventata chiara la discrepanza tra lo stile linguistico dei politici e lo stile degli psicologici.
Recalcati ha fatto notare che Vendola ha ripetutamente ricordato ai telespettatori la conquista recente del riconoscimento dei diritti dei bambini che ci ha resi sensibili, per esempio, ai reati di pedofilia . Certo, un gran progresso di civiltà, ma oggi accade che i genitori hanno in testa una frase chiave:”Si può fare”. Una frase che sta a dire che non esiste il limite: i figli possono chiedere tutto e di più. Perché i genitori hanno un solo problema (inconscio?): quello di farsi amare dai figli a qualunque costo. Le conseguenze, in termini di sviluppo narcisistico e fragilità sono ben evidenti. Anche perché non si permette così il conflitto generazionale così importante per l’autonomia dell’individuo in fase di sviluppo.
Ma è possibile che chi fa politica si fermi a considerare soltanto le affermazioni di principio?
Da una parte spesso chi pratica la psicologia e la psicoanalisi fatica a contestualizzare storicamente, antropologicamente, sociologicamente e politicamente le vite degli individui, dall’altra chi fa politica banalizza tutto sulla base delle affermazioni astratte di principio a seconda della propria appartenenza ideologica.

sabato 18 dicembre 2010

UN PAESE DI LEADER,UN PAESE ALLA DERIVA

L’Italia un Paese alla deriva? Lo scrive Marco Revelli: ” Siamo declinati credendo di crescere. Siamo discesi illudendoci di salire.”. (Poveri, noi, ed.Einaudi,2010)
L’Italia è il Paese europeo che ha perso ,in un decennio, ben 18 punti. In assoluto quello che ha perso più posizioni. Ma è anche il Paese dove “i partiti praticamente non ci sono più. Salvo la Lega. E, comunque sono tutti centralizzati e personalizzati. Compresa la Lega.”. (Ilvio Diamanti, in “la democrazia dell’irresponsabilità” La repubblica 13 dic.2010). Su cosa è accaduto negli ultimi decenni al sistema del partiti in Italia, ha scritto un bel saggio Mauro Calise (Il partito personale, i due corpi del leader. Ed.Laterza,2010).
La democrazia dei partiti è stata “l’incontro tra corpo sociale e corpo politico.”.
Ma nel corso degli ultimi decenni si registra la fine dell’egemonia dei partiti, del loro essere a conduzione collegiale a favore della leadership individuale. I capi postmoderni godono di un ampio consenso popolare, ma in forme più plebiscitarie e sondocratiche. “La loro forza consiste proprio nel potersi vantare di aver ripristinato – spesso attraverso lo strumento dell’elezione diretta- il rapporto tra leader e popolo che i vecchi partiti avevano logorato.”.
I nuovi leader sono in grado di interpretare il tratto emergente del nuovo millennio: la centralità dell’individuo.“ L’esplosione narcisistica dell’io è la piattaforma sociale che rilancia il potere personale come modello di leadership.”.
Gli attuali leader politici non sono più senza corpo, con una vita privata nascosta: ora hanno un corpo sovraesposto ; infatti all’estero siamo diventati “L’talia di Berlusconi”.
Il superamento dei partiti di massa ,in altri termini il loro tracollo ,ha generato i partiti personali che fanno leva sul populismo. Siamo così passati da una tradizione di voto ideologico ad un voto carismatico. Ma il voto leader oriented spinge a creare nuovi partiti per dare corpo a nuovi leader e a inedite modalità di formazione della classe politica e parlamentare. Nelle ultime settimane abbiamo assistito al deprimente spettacolo del mercato dei deputati prima del voto di fiducia al governo Berlusconi. Ormai ci si procura senza pudore la propria candidatura e permanenza in parlamento per il personale tornaconto economico. Si mira apertamente ai vantaggi di carriera, di reddito e di potere. In ciò implicitamente giustificati dal comportamento della Chiesa, che di nuovo apertamente spinge o sostiene questi e quelli per governi o alleanze allo scopo di mantenere i privilegi per le proprie istituzioni e per i cosiddetti “valori non negoziabili”.

Non esiste possibilità di verifica e di controllo diretto da parte degli elettori grazie a questo sistema (il porcellum) elettorale. “Chi eleggere dove. Chi candidare, ricandidare oppure escludere. “ ? Si chiede Diamanti.
Anche perché –scrive Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica del 18 dic.(“ Se il governo risponde con i manganelli al rancore dei giovani senza speranza”) – siamo in presenza della rappresentazione dell’indifferenza dei governanti di fronte alla disperazione dei giovani privati della speranza e della possibilità di progettare il futuro . C’è indifferenza e ignoranza, mancanza di competenze necessarie in altri termini per pilotare un Paese. Basta ascoltare gli interventi dei soliti leader alla Tv quando i conduttori e le conduttrici invitano anche dei ricercatori e docenti universitari. E’ un dialogo tra sordi. Sembra che la “politica” e la “cultura” siano entità di diversi e distanti pianeti.
A una trasmissione Tv il ministro Bondi tentò la solita giustificazione dicendo che i disastri accaduti in Veneto per il mal tempo, si dovevano addebitare alla natura.
Un noto critico d’arte presente alla trasmissione gli fece notare che di naturale c’era ben poco, dato che il consumo di suolo a scopo cementificario registrato in Veneto ha sconvolto un paesaggio che prima era in perfetto equilibrio idrogeologico.
La deriva leaderistica, plebiscitaria e populistica in Italia ha poi caratteristiche originali, ovvero coerenti con il tradizionale familismo a sfavore del genere femminile: non si riesce neppure a pensare a una donna leader come Casini,Di Pietro ,Berlusconi, Fini. Le donne del sommo capo sono state scelte in genere con gli stessi criteri in uso per eleggere le miss Italia. Corpi funzionali alla vista e al desiderio erotico maschile e all’implicita conferma dei due ruoli fondamentali: puttana o madonna.

venerdì 19 novembre 2010

RICORDANDO ADRIANA ZARRI

E’ morta Adriana Zarri. E’ morta una monaca eremita. E’ morta la prima donna teologa della Chiesa Cattolica. E’ morta una romagnola di San Lazzaro in Savena che curava l’orto, si circondava di gatti e altri animaletti e faceva da mangiare splendidamente. Ci teneva a precisare che quelli di San Lazzaro, alle porte di Bologna, ma verso Imola, si consideravano dei romagnoli. E’ morta una laica,nel senso più bello di questa parola che suona un po’ desueta dalle parti della sinistra di governo. Aveva partecipato alle stagioni di “lotta” per la legge 194 e per la legge che permetteva il divorzio.
Scriveva, scriveva e andava dove la invitavano a parlare . E così arrivò anche a Cervia, tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta. La leggevo ogni settimana su SETTEGIORNI e la proposi agli amici della comunità di base per un incontro. Poi, in un luglio assolato io e un’amica andammo a trovarla a Ivrea dove abitava in un antico maniero della diocesi del vescovo, suo amico carissimo, Luigi Bettazzi. Avevamo raggiunto Monteveglio, attratte da ciò che si raccontava di don Dossetti e del suo ordine monastico. Assistemmo alla consacrazione di una monaca e ascoltammo don Dossetti nel piazzale di una collina, pranzammo dalle monache che trovammo un po’ legnose e scappammo alla volta di Ivrea.
Rossana Rossanda ha scritto sul MANIFESTO (19.11) : “..teologa,mistica, donna inflessibilmente libera e solitaria.”. Ha scritto anche che è stata fra i molti credenti “cui il Concilio Vaticano II aveva aperto il cuore alla speranza.”.
Raniero La Valle , il mitico ex direttore del quotidiano L’AVVENIRE D’ITALIA, sempre sul MANIFESTO ha scritto che parlava “della Chiesa con piglio da teologa. E con quella autorità che poche donne hanno saputo esercitare nella Chiesa, e che in ogni caso ben raramente viene loro riconosciuto.”.
Non ha fondato o riformato nessun ordine monastico, ma non è distante per limpidezza, piglio e generosità da un’altra monaca, anche lei amante della buona cucina: la spagnola riformatrice del Carmelo Teresa d’Avila.

venerdì 12 novembre 2010

GLI ITALIANI E LA STORIA DELL'ARTE

Non so quali siano le responsabilità del ministro Bondi nel crollo della domus dei gladiatori a POMPEI. So di certo quello che ho visto più o meno 4/5 anni fa. Era dicembre, a Napoli e dintorni c’era il sole e un lieve tepore. L’ideale per una giornata nel sito archeologico di POMPEI. Mi colpì l’incuria evidente che regnava tra quelle importanti rovine e che soprattutto si notava nella coltre di polvere che ricopriva i muri.
Anni prima mi aveva fatto male visitare la valle dei templi di AGRIGENTO deturpata dalla cementificazione tutta intorno. E poi ROMA la sublime: dove i muri scrostati degli antichi palazzi e di nuovo l’incuria evidente nei FORI ROMANI, mi aveva sollecitato un pensiero fisso e una scomoda domanda: in AUSTRIA, in GERMANIA, in INGHILTERRA come si comporterebbero se avessero il nostro patrimonio artistico e archeologico?
E allora un ricordo: il mio professore di storia dell’arte , in quei lontani anni cinquanta e inizio sessanta, ripeteva una sua considerazione un po’ malevola nei riguardi di una categoria di progettisti: ”i geometri sono la rovina dell’Italia”. Quando ( insegnando lui al Liceo Artistico di RAVENNA) si trovò di fronte alla costruzione di due grattacieli a MILANO MARITTIMA, le sue lezioni spesso esordivano accusando l’ amministrazione (di sinistra!) che aveva permesso la costruzione dei due brutti scatoloni al di sopra dei pini dell’antica pineta. Il suo parere era che sarebbe stato necessario rispettare l’andamento orizzontale determinato dal verde pinetale. In fondo prospettava già dei criteri estetici nell’urbanistica post guerra collegati alla conoscenza profonda della nostra storia paesaggistica e artistica. Sappiamo come sono andate le cose: le “culture” politiche dei nostri amministratori di qualsiasi versante ideologico, hanno obbedito alla immediata necessità del profitto economico devastando, ovunque, il paesaggio anche con un consumo eccessibile del suolo .
Tra l’altro, come il VENETO dimostra, le conseguenze in termini di inquinamento e catastrofi ambientali sono sotto l’occhio di tutto….il mondo.
Ma perché ce l’aveva con la categoria dei geometri? Perché in quegli anni gli architetti erano ancora in numero limitato, mentre la progettazione spicciola di case e alberghi ecc., veniva gestita dai geometri e confermata per gli eventuali calcoli di statica dagli ingegneri. Gli uni e gli altri privi di formazione culturale nella storia dell’arte. In realtà ciò riguarda anche ora la quasi totalità degli italiani e delle italiane, poiché la storia dell’arte è relegata al liceo classico ,al liceo artistico e un po’ agli istituti d’arte.
Gli italiani (italiani maschi!) vengono incitati soprattutto alla passione e all’”arte” del calcio e nel fanatismo della tifoseria che serve ad alimentare l’aggressività maschile da guerra.Tutto molto “utile” al mantenimento delle differenti identità di genere; nel senso dell’inferiorità delle donne.

venerdì 5 novembre 2010

I PRETI E I POLITICI LE SUORE E LE ESCORT

In queste giornate di autunno 2010 segnate dal trasbordare continuo di notizie sulle relazioni intime tra ragazze e uomini politici e di governo a cominciare dal Premier Berlusconi, mi è capitato di vedere alcune foto di suore cattoliche .
Dal Premier ai giornalisti delle “sue” testate televisive o cartacee, dai politici più o meno a lui asserviti, ai vecchietti intervistati da La7 , si assiste a un grande spreco di parole rassicuranti sulla normalità dell’agire maschile: gli uomini, a differenza delle donne, avrebbero irrefrenabili bisogni di sesso ,soprattutto quando sono sotto stress per gli impegni professionali. Pare addirittura che una giornalista abbia fatto un lapsus a proposito della neo consigliera regionale lombarda, dicendo che è stata al San Raffaele l’igienista mentale di Berlusconi, al posto di dentale. D’altronde è proprio Berlusconi a far largo uso di stereotipi linguistici, di sicuro effetto e consenso, come “Amo le donne che male c’è…”, o “meglio avere passione per le donne che essere gay” e via dicendo. Un vecchio pensionato romano ha dichiarato che se potesse lo seguirebbe. E una vecchia signora ha sospirato che gli uomini sono fatto così.
Le foto delle suore le ritraggono ,come ormai è consuetudine, in abiti borghesi al posto dell’antica divisa dei vari ordini e congregazioni religiose. Le suore risultano ingolfate in gonne fuori moda , camicette o maglie sformate ,pettinature pressappoco , gestualità , posture e vocalizzazione eterea con l’effetto sicuro di azzerare ogni possibile traccia di corpi femminili attraenti.
Appunto, l’opposto delle divine e veline ragazze minorenni o maggiorenni che pare vengono ingaggiate per le feste dell’imperatore italiano. Un’opposizione parallela.
In un caso e nell’altro lo stesso filtro. Le donne come riposo del guerriero: le mamme e le spose a casa, le marchettare nelle alcove furtive o celebrate delle feste dei ricchi , sono la cornice entro la quale si colloca l’esercizio e la conferma del potere tradizionalmente giocato tra i maschi. E che c’entrano le suore? Dopo il Concilio Vaticano II le monache sono state sollecitate a svecchiare gli abiti delle origini e ciò sembrò andare nella direzione di una diversa posizione della donna nella Chiesa. Ma ecco che lo hanno effettuato riconfermando il ruolo ancillare accanto alla casta sacerdotale che, obbligata alla castità, si difende come può rispetto alle sollecitazioni “della carne”. Costringendo le donne consacrate a somigliare ,nella relazione con il proprio corpo ,alle anoressiche . Le donne spogliate ed erotizzate, le donne coperte e cancellate nella corporeità erotica, sono le facce della stessa medaglia. Ieri come oggi.

domenica 31 ottobre 2010

DES HOMMES ET DES DIEUX

Anno 1996. 7 monaci trappisti vengono sequestrati e uccisi da un gruppo della Jihad islamica in un’Algeria attraversata da continui massacri anche di interi villaggi musulmani. Il regista francese Xavier Beauvois ne ha fatto un film con il titolo DES HOMMES ET DE DIEUX, tradotto malamente in italiano con UOMINI DI DIO.
Bellissimo, sobrio, elegante, laico. Tre ore con la vita di questi monaci, vecchi, meno vecchi , abbastanza giovani che coltivano la terra, portano al mercato il miele, curano la gente del villaggio; cantano o pregano avvolti nell’abito bianco in una cappella linda e priva di sacri orpelli . Non fanno proselitismo come è d’uso nelle religioni cristiana e islamica. Partecipano alla festa della circoncisione di un impaurito bambino ascoltando le belle ,poetiche e coraniche parole dell’iman. E poi, con l’inizio del terrorismo interno, finiscono anche per curare i guerrieri feriti che di lì a poco li sequestreranno e uccideranno.
Il film descrive il dramma umano dei monaci di fronte al pericolo che ogni giorno si fa più grave. Vorrebbero andarsene, vorrebbero restare…..tremano, piangono, pregano. Infine all’unanimità decidono di accettare il rischio anche perché altrove si sentirebbero spaesati.
C’è anche una lettura tratta dal libro di un monaco italiano: Carlo Carretto dei Piccoli Fratelli.
Carretto è stato un monaco della spiritualità di Charles De Foucauld , un nobile militare francese che verso la fine dell’ottocento si fece monaco trappista per poi andarsene da solo dalle parti di Tamanrasset e successivamente in un eremo nell’Aschrem ,cima centrale dell’Haggar.
Verrà ucciso nel 1916 durante un attacco di predoni del deserto.
Fr.Carlo De Foucauld si definiva un contemplativo che condivideva la vita della gente del luogo (musulmani). Ben in anticipo con lo spirito del Concilio Vaticano II non intendeva far proseliti.
Sembra che il regista abbia assunto questa spiritualità nella descrizione della vita dei monaci trappisti.
E’ anche del tutto assente ogni riferimento alla Chiesa gerarchica e istituzionale, mentre risalta una scelta esistenziale da non imporre, in quanto perfettamente individuale. Come individuali, ma anche fortemente venati di narcisismo sono i modelli ora indotti e in voga.

mercoledì 27 ottobre 2010

NEI PAESI CATTOLICI E MUSULMANI...LE DONNE

Come volevasi dimostrare. Quasi tutto il mondo è paese. Primo. Le donne istruite o che lavorano, continuano a dare fastidio soprattutto, però, nelle nazioni dove è più forte la mentalità cattolica e musulmana. L’ultima notizia ci viene dall’Iran, dove si è verificato un giro di vite sull’accesso delle donne all’università. Su ben dodici corsi, tra i quali le scienze politiche, la psicologia e la filosofia, in quanto non in armonia con i principi religiosi dell’Islam, sono state poste delle restrizioni. Maggiormente preoccupa il governo iraniano lo studio di genere, ovvero i corsi “Women Studies”. Secondo l’Ayatollah Ali Khamenei potrebbero indurre dubbi religiosi nelle giovani menti. E chissà quanto altro di più pericoloso nelle menti delle giovani donne!
Le donne che studiano nelle università iraniane rappresentano il 49, 5%, ma da due anni a questa parte sono calate del 10%.
Secondo. Il Parlamento europeo ha approvato norme legislative relative ai congedi di maternità. Una di queste prevede il contributo del padre del neonato per almeno due settimane nel periodo obbligatorio delle venti settimane del congedo della madre. La proposta si basa sull’idea che un adeguato congedo parentale porti vantaggi economici, favorendo la crescita dell’occupazione delle donne e della fecondità.
In Italia le norme relative ai congedi di maternità sono quasi al top, ma il lavoro femminile continua ad aggirarsi intorno al 45/46 ,mentre in Francia e in Inghilterra, nonostante periodi più brevi e minori coperture , i tassi di presenza sul mercato del lavoro delle donne con figli superano il 60 %.
Certamente perché in questi Paesi c’è un migliore sistema di servizi e agevolazioni fiscali alle famiglie con figli e maggiori opportunità di lavoro per le donne. Ma anche, e non poco, in virtù di una mentalità più aperta. In Italia l’utilizzo dei congedi parentali da parte dei padri è stato pari al 7 %. I motivi? Non soltanto il motivo che la perdita di salario sarebbe assai elevata le ripercussioni sulla carriera. C’è anche –scrive per esempio WWW.LA VOCE.INFO, una componente culturale: la “paura cioè di uno stigma sul posto di lavoro.”. Appunto, i maschi italiani per essere considerati adeguatamente virili, devono, come si può constatare vedendo in Tv gli spot pubblicitari, tornare a casa dal lavoro e sedersi sul divano mentre la moglie: è alle prese con la polvere che non se ne vuole andare ,o con qualche tipo di detersivo da cambiare in meglio dietro l’autorevole consiglio di un uomo, o con un pollo da cuocere dentro un orribile nylon trasparente e prontamente portato in tavola a un marito seduto da chissà quanto in attesa. Immutabili spot, immutabili scenari reali nel Paese delle nonne sostitute dei servizi sociali, delle donne un po’ escort e un po’ madonne, delle famiglie eternamente alle prese con cresime e prime comunioni ,eccetera.

venerdì 22 ottobre 2010

"FAMMI UNA LEGA" OVVERO LA DERIVA BERLUSCONIANA

Il consigliere GINO VOLTA ( LEGA NORD) del comune CASTEL SAN PIETRO della prov. di Bologna ha fatto recapitare all sindaca SARA BRUNORI una paio di mutande con stampata la sua foto e la scritta " FAMMI UNA LEGA".Naturalmente, come ormai si usa in Italia a imitazione del presidente del Consiglio, si è giustificato con un ragionamento contorto che inizia con il solito:"...ma io volevo dire ". Cioè che non avrebbe votato una delibera che avrebbe lasciato "in mutande" un circondario.
Le vanterie amorose di Berlusconi dal sapore di deriva senile ancora incistata nella tradizione italica fatta di mamme dedite alla prole e ai mariti fino alla fine della loro vita, e di giovani disponibili ai maschi celoduristi, risorge o si conferma sempre più spesso anche nelle menti giovanili.
Forse è un inconscio tentativo di arginare la globalizzazione, ovvero la perdita dei sacri confini nazionali della patria e della religione.

sabato 16 ottobre 2010

DUE BUONE NOTIZIE

Chi taglia un albero deve piantarne due. Non è una battuta inventata dai “Verdi” residui del partito Verde . E’ una norma introdotta nel regolamento comunale del piccolo comune di Castel Mella in provincia di Brescia. Per tagliare un albero i cittadini dovranno chiedere un permesso e dimostrare che intendono piantarne due in qualche altra zona della proprietà.
Intanto la proposta di legge regionale d’iniziativa popolare del parco delle colline moreniche del lago di garda, voluta da un gruppo di associazioni ambientaliste nel corso del 2009, verrà prossimamente esaminata dalla Commissione VIII in Regione a Milano.
Il progetto riguarda 18 comuni della riviera del Garda bresciano e 8 di quella mantovana.
La proposta di legge regionale chiede di contenere il consumo di territorio con un piano ambientale strutturale dell’intera area adeguandovi i piani regolatori; ma anche varando una norma transitoria di salvaguardia per fermare la corsa compulsiva alla cementificazione che ha già degradato un paesaggio di grande bellezza.
Qualcuno per interessi particolari, già si sta muovendo per impedirlo.
Però fa bene constatare che i cittadini e le amministrazioni talvolta contrastano una deriva di decenni che ha “unito” sinistra e destra nell’abbraccio mortale di progetti di distruzione dell’habitat naturale.

sabato 9 ottobre 2010

L'AUTUNNO DELL'ABBAZIA

Le olive verdognole, marroni e rossicce che caricano gli olivi nel primo scorcio dell’autunno, il lago di Garda sullo sfondo, alberi giallastri a ridosso di alberi dai verdi spenti e ,davanti il complesso dell’abbazia benedettina di Maguzzano: uno spettacolo. Poi si scende verso la strada per Salò e s’incontrano i filari di viti ormai privi dei grappoli raccolti per i vini famosi della zona. E qui ci si ricorda di aver letto che c’è il progetto di costruire un complesso alberghiero o una zona residenziale, l’ennesima, abbattendo totalmente i vigneti. Dall’abbazia, più in alto, non si godrebbe più nei secoli futuri lo spettacolo delle acque del lago. Il paesaggio morenico delle colline della Valtenesi già stravolto per sempre da un consumo scellerato di suolo e una mentalità consumistica e incolta degli amministratori locali, riceverebbe un altro colpo basso.

domenica 3 ottobre 2010

LA TROTA BOSSI E I CARDINALI BAMBINI

Daria Bignardi è tornata “a casa” con la sua trasmissione “Le invasioni barbariche”e,iniziando il primo di ottobre che una volta dava l’avvio all’anno scolastico, ha sottoposto a una lievissima e dolcissima intervista la Trota, ovvero il giovanissimo Renzo Bossi. Un ragazzo come tanti , un maschietto in quanto tale dotato di autostima un po’ sopra le righe. Ha dichiarato di avere infiniti progetti come consigliere regionale per la Lega, soprattutto per i giovani. Di soldi ne prende tanti: 10.000 euro tondi, tondi ma il 40 % li passa al partito. Il Pci ha lasciato qualche eredità. Quando la Bignardi gli ha chiesto dove arriva la Padania, ha risposto che comprende anche l’Emilia e la Toscana. Una volta però la Lega Nord faceva arrivare i confini della Padania un po’ al di qua del fiume Po. Ora i voti li prende anche in Romagna e in Emilia si è fatta perfino un comune come Guastalla.
Il ragazzo trota o delfino tutto sommato è simpatico e sensibile: si è commosso ricordando la malattia del padre e lui a casa a seguire i fratelli più piccoli.
Ma quanto a preparazione culturale lascia a desiderare.
Ma così va bene alle masse leghiste (pardon: al popolo) che hanno frequentato le scuole medie di una nazione che , a differenza della Cina, per esempio, impartsce lo studio di qualche frammento di storia dell’ Italia ,dell’Europa più un filino dell’America, ignorando Africa e Asia. In Cina gli studenti studiano persino la storia dell’arte dell’Europa.
Comunque, fa tenerezza il figlio di Bossi, ma anche pensare che razza di paese è l’Italia se ancora vige una prolungamento del Rinascimento quando diventavano cardinali i figli bambini dei nobili .
Poi è accaduto che (forse) hanno fatto un attentato al giornalista, direttore Belpietro sulla soglia di casa a causa - del “clima negativo” creato da alcuni” cattivi maestri” ,come l’ex magistrato che alla Camera ha gridato a Berlusconi che è uno “stupratore della democrazia”.
Aggiungendo una sfilza di dati relativi ai suoi commerci fuori d’Italia ; proprio a Santa Lucia dove avrebbe trafficato il cognato di Fini per l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo.
Dalla parte opposta è stata segnalata l’ennesima offesa alla divisione dei poteri con la richiesta da parte di Berlusconi di una commissione d’inchiesta contro una parte dei magistrati rei di operare , a suo parere, sempre contro di lui.
Ci sono anche le ultime barzellette di Berlusconi nei riguardi degli ebrei e della solita Rosy Bindi; che a lui non sfugge.
Si invoca, sia da una parte che dall’altra, il richiamo al ruolo istituzionale dei capi d’Italia e al rischio, con le critiche e le accuse, di attizzare o motivare l’aggressività di qualcuno come è successo a Belpietro. E prima ancora al cavaliere a Milano.
Dovrebbero, i cosiddetti politici, redigere di comune accordo, un dizionario con le parole da intendersi offensive o di lesa maestà. Sì, perché qui entra in ballo quello che è successo con le vignette su Maometto che i musulmani ritennero blasfeme in tutto il mondo.
In Italia c’è stato il ritiro dalla della tv della rappresentazione dell’attuale pontefice fatta dal comico Crozza.
Allora la critica come intenderla? Come e quando si “offende”?
La “libertà d’informazione”è uguale a:…………………………..
Giovedì 30 settembre un iroso ministro della Difesa si dimenava sulla sedia iroso più che mai perché a suo giudizio non c’era parità tra i presenti a causa della faziosità ,risaputa ,del conduttore Santoro di “anno zero”.Lo stesso, gli stessi negano cosa succede al telegiornale condotto da Minzolini e che non è ancora, ufficialmente, un canale di Mediaset.
I politici di destra e di sinistra si invitano ad “abbassare i toni”: ma cosa vuol dire?
Scomodano la psicologia rubando le sue parole quando dicono che occorre smettere “le aggressioni verbali”.
Recitano a fare gli offesi gli uni e gli altri, ma noi donne non ci possiamo sentire offese quando, anche soltanto guardando la televisione, ci troviamo sempre a dover subire gli spot pubblicitari dove ,tra detersivi e lavatrici, il nostro ruolo è sempre quello della casalinga?Mai che si rappresenti un uomo casalingo.
Non ci dovremmo sentire offese anche perché la pubblicità è un pezzo del puzzle educativo di una nazione ?
O quando ci tocca di ascoltare , come al telegiornale del 2 ottobre, alla fine di un servizio sul ruolo importante degli anziani (i nonni) per l’accudimento dei bambini, come mai in Italia le cose vanno così?
Mentre negli altri paesi della Ue i nonni fanno la loro vita senza dover sempre sostituire i genitori?
Come mai? Signori e signore giornaliste della Tv di stato, leggetevi le ricerche del CNR e i dati ISTAT, più qualche saggio, per esempio, di Chiara Saraceno.
Forse è chiedere troppo e poi è meglio confermare bonariamente la famiglia, come tradizione italica invincibile, dove lo stato sociale non tocca allo stato, bensì alle donne e alla famiglia in genere.

mercoledì 8 settembre 2010

EVENTUALMENTE ANDARE A VOTARE OPPURE NO?

Se si andrà a elezioni anticipate inevitabilmente molti si chiederanno se andare a votare con questa legge e chi votare. Intendo anche coloro che di solito sono stati fedeli al dovere di elettore di un Paese democratico evitando come fumo negli occhi gli allettanti –perché motivati- inviti ad astenersi o votare scheda bianca. Anche perché ha sempre funzionato una sorta di ricattino morale: se non voti fai l’interesse degli avversari. Mi chiedo se andrò a votare perché , a parte l’attuale legge che conferisce alle segreterie dei partiti la scelta dei parlamentari da ficcare in parlamento, il panorama dei partiti offre ormai uno spettacolo di programmi assai indeterminato. Per esempio: è chiaro cosa hanno in mente i partiti del centro-sinistra a proposito dello stato sociale e dei suoi assestamenti in tempo di economia globalizzata?
E’ chiaro cosa pensano le compagini della sinistra a proposito del fatto che il nostro è uno dei Paesi più arretrati rispetto all’occupazione femminile? Come dimostra il recente rapporto del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Rapporto su “ Il lavoro delle donne in Italia 2010”):
La crisi
ha investito una situazione già difficile dell’occupazione femminile,
contribuendo ad accentuarne le criticità storiche. Le conseguenze sono state
particolarmente evidenti nel Mezzogiorno, che ha assorbito quasi la metà del
calo complessivo delle occupate (-105 mila donne), e che già presentava
bassi tassi di occupazione femminile. In quest’area territoriale, il tasso di
occupazione è del 30,6 per cento, contro il 57,3 per cento del Nord-est. Si è
ulteriormente abbassato il tasso di occupazione delle donne con titolo di
studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore: nel Mezzogiorno
raggiunge un livello che supera di poco il 20 per cento. Solo le laureate
riescono a raggiungere i livelli europei, se si escludono le giovani, che
incontrano difficoltà all’ingresso nel mercato del lavoro. Si accentuano anche
le difficoltà per le donne in coppia con figli, elemento già critico della
situazione italiana: considerando la classe di età 25-54 anni, e assumendo
come base le donne senza figli, i tassi di occupazione sono inferiori di quattro
punti percentuali per quelle con un figlio, di 10 per quelle con due figli e di 22
punti per quelle con tre o più figli. Tale andamento non si riscontra per i
principali paesi europei.
Quando ascoltiamo le dichiarazioni dei leader e delle leader alla Tv, o leggiamo i quotidiani, mai ci sono riferimenti a studi autorevoli come questo. Una domanda: si informano? Studiano questi rapporti?
Un altro aspetto omesso è quello relativo al “pensiero” dei partiti del centro-sinistra rispetto all’assetto ambientale e urbanistico. Quale idee di città , quali idee di ambiente da difendere? Non ci è dato conoscerlo. Mentre ci è dato di conoscere dalla pratica le idee che in proposito hanno gli amministratori del centro-sinistra.
Per esempio, è di questi giorni la notizia giornalistica ( locale) di come procede in proposito un Comune del centro-sinistra tra i più conosciuti in Italia perché si trova nell’Adriatico romagnolo.
Circolano bozze relative alla “variante al ricettivo” del comune di Cervia (Milano Marittima), secondo le quali il volume degli alberghi aumenterebbe dal 5 al 20 per cento. Le altezze degli hotel potrebbero poi arrivare fino a 25 metri. I parcheggi fino a i due piani, i seminterrati adibiti a servizi, i vani degli ascensori, i porticati ecc., non faranno più parte della cubatura. Un modo come un altro per favorire i grandi alberghi,o meglio i grandi gruppi alberghieri. Il gruppo di “Sinistra per Cervia” si chiede:” come faremo a mantenere i turisti se andiamo ad intaccare ancora una volta il verde e la qualità architettonica della città?Se qualcuno vuole costruire camere più spaziose , allora se ne riduca il numero, visto fra l’altro che la quantità di quelle rimaste vuote aumenta sempre di più.”. La cosa curiosa, ma non tanto, è che a livello nazionale i leader del centro-sinistra si dimostrano scandalizzati quando l’attuale governo di Destra vara leggi che permettano l’uso indiscriminato del territorio per aumentare la cementificazione in un modo che non ha uguali misure in quasi tutto il resto dell’Europa. Schizofrenia politica? A causa della necessità di aumentare o tenere il proprio elettorato a qualunque costo ? Ciò che si constata è che anche gli amministratori di sinistra obbediscono alle implicite leggi del capitalismo, sottostando al potere delle lobby che ,in questo caso, si chiamano lobby dei bagnnii, degli albergatori o dei commercianti. E allora che senso ha parlare di valori e di ideali? Oppure la “classe dirigente” dei partiti di sinistra eredi del Pci (ma anche di formazioni più a sinistra) in realtà hanno una formazione culturale e ideale assai approssimativa e contraddittoria. Si nota soprattutto, appunto, a proposito del soggetto donna e dei problemi ambientali e urbanistici.
Si vede nel prodotto finale dell’esperienza amministrativa nazionale e locale. Locale: Cervia, come Cesenatico, come Rimini, come il lago di Garda oppure il lago d’Iseo, sono state allegramente cementificate sia con amministrazioni di sinistra che con amministrazioni di destra.
Ma allora chi e perché votare?

giovedì 2 settembre 2010

LE RAGAZZE SONO PER STRADA E 'LA DANNO' SENZA PENSARE....

“In questa città lavorano solo i paraculati, i ragazzi bevono, si divertono e poi si schiantano con le macchine. Le ragazze sono per strada e ‘la danno’ senza pensare.”. Sono alcuni dei pensieri scritti da Zouhir Bouhfir e Arkrim Yasser nel corso di un “laboratorio” per studenti delle medie superiori sui temi della migrazione e pubblicati in un libretto arci-lussuoso e stra colorato intitolato CITTADINANZE ANNO 2009/10 (Chi lo ha finanziato sprecando denaro?). Il “laboratorio” faceva parte del progetto “Di generazione in generazione” promosso da un consultorio familiare accreditato nella Regione Lombardia di una grande città. Nello scritto “Ospitalità” Sabrina Piazza scrive che “ l’italiano medio è egoista,egocentrico, individualista, approfittatore i persegue e propri interessi senza guardare in faccia nessuno, cercando il più delle volte di sfruttare il prossimo per i propri comodi, soprattutto se questo è più debole (ad essere stranieri è una sorta di debolezza!). Gli italiani sono un popolo di piagnucoloni: tutti si lamentano su tutto ma poi non muovono un dito per cambiare la situazione (ecco uno dei motivi per cui l’Italia va in rovina!). I ragazzi, infine, crescono privi di valori, non sanno nemmeno cosa sia l’amicizia o l’amore, si lasciano trascinare dai gusti della massa e desiderando omologarsi.”.
Nella prefazione si legge che attraverso il “laboratorio” gli studenti “si trasformano a poco a poco in attivi performers metropolitani , decisi a dare corpo e scrittura alle proprie e altrui paure, su temi molto attuali quali la migrazione, la cittadinanza, l’omofobia e il rapporto con la propria città/ideale.”.
“le ragazze sono per strada e ‘la danno’…” scrivono due ragazzi migranti o figli di migranti. Nel libretto non emerge se e come hanno considerato e proposta una riflessione gli psicologi e la conduttrice su questo stereotipo palesemente sia difensivo che offensivo che caratterizza soprattutto gli uomini provenienti da Paesi dove le donne ,rappresentando tradizionalmente l”’onore” dei capi famiglia , devono sottostare a regole ferree rispetto al proprio corpo e comportamento in pubblico.
E che dire poi dell’autoflagellazione della ragazza italiana che enumera a raffica i presunti difetti degli italiani secondo lo stereotipo consueto che nei mondi tribali dell’Africa e dell’Asia o dell’America Latina vivrebbero invece nell’esaltazione dei “valori” e nel rigore morale?
E’ utile dare corpo nelle scuole a incontri dove si da voce al “polifonico mosaico di voci, volti, slangs, dialetti, abiti e posture diverse….” ,come si legge sempre nella prefazione, senza interventi guidati degli adulti con l’obiettivo di far comprendere la complessità della realtà umana che non è fatta di tutti buoni da una parte e tutti cattivi dall’altra? Come minimo?
Si opera a favore dell’inclusione se si alimenta nello straniero –o figlio di stranieri- il bisogno di contrapporsi alimentando una propria presunta purezza contro i cattivi e brutti autoctoni?
E perché non aiutare ragazzi e ragazze a mettere in scena, per esempio, la condizione femminile nel nostro (retrogado) Paese e in quelli di provenienza dei migranti? La condizione di genere offre la possibilità di capire il grado di civiltà di una nazione più di ogni altro parametro.
Invece mi pare che anche gli psicologi che hanno lavorato nei “laboratori “Cittadinanze” , si siano limitati a sprecare lodi autoreferenziali per la riuscita di questa “rete” che ha permesso agli adolescenti, di “esprimere i loro talenti”. I contenuti non hanno importanza.

lunedì 16 agosto 2010

QUALCHE DOMANDA A N.VENDOLA

"Il politicismo è asfissiante. Se potessimo invece dare parola ai saperi, ai talenti per far parlare la realtà della vita: che modello di ricostruzione si è applicato all’Aquila dopo il terremoto; che intendiamo fare delle risorse idriche; i processi di desertificazione dei bacini del mediterraneo; mettere a confronto modelli formativi... parlare di tv non solo come lotto politico da occupare ma come veicolo della costruzione delle coscienze e dell’immaginario collettivo."
Sono parole di Nichi Vendola in un’intervista al quotidiano l’Unità il 17 agosto di Concita De Gregorio. Belle parole!
Mettere a confronto modelli formativi….Bravo Vendola!. Ma dove, con chi? Soltanto in qualche convegno nazionale? No, perché ai “livelli” locali i “suoi” ,quelli che si definiscono vendolliani, non è che dimostrano di avere idee , a proposito di modelli , tanto diverse da quella che ancora chiamiamo sinistra..
Intendo : a proposito di modelli urbanistici,di modelli di scuola ….O di welfare : della crisi di questo modello che riguarda tutti gli stati, ma soprattutto l’Italia e che penalizza in particolare le donne.
N.Vendola e i suoi hanno elaborato idee sul problema dell’integrazione delle genti emigrate appartenenti ad altri universi culturali, in particolare all’Islam?

domenica 8 agosto 2010

ITALIA ARRETRATA

Un titolo di queste giornate estive climaticamente strane:”Capri, francese violentata da un minorenne”; e in occhiello:”Lo stupro vicino alla Piazzetta fermato ragazzo della Napoli bene”. Una settimana fa un adolescente ha accoltellato un altro adolescente in Sicilia perché si contendevano una ragazzina. E poi un giovane ucraino è sceso in strada deciso a uccidere la prima donna che avrebbe incontrato perché forse la sua intendeva lasciarlo. Lo fa: passa di lì per caso una filippina e lui, un pugile, la massacra di pugni.
Ma c’è voglia di interrogarsi? Ne scovo raramente in giro. L’Unità (Manuela Modica ,4 ag.) ha intervistato Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne” ,la quale riporta il parere di un giornalista tedesco sull’Italia. Un parere davvero sconfortevole:”Sembra che l’Italia si sia involuta e forse la situazione delle donne vittime di un’oggettiva scarsa autostima sono la più evidente e sensibile spia del grado di sviluppo della vostra società”. Infatti,aggiunge la Zanardo “…credo che la donna italiana abbia ancora fortemente bisogno dell’approvazione del maschio: questa è la verità”. “E da cattolica mi sono chiesta, perché la Chiesa, che fa della madonna una figura portante della verginità e della purezza sul corpo delle donne non ha detto nulla per criticare l’uso immondo che se ne fa in tv e negli spot. Viene da pensare che ci sia un interesse, voluto o non voluto, a mantenerci in questa situazione di sudditanza,a culo per aria sotto il tavolo di plexiglass coi tacchi 12 a spillo: un bellissimo modo per metterci in gabbia.”.
C’è da giurarci che alla cerimonia in chiesa per il funerale del ragazzo ucciso dal “rivale” ,il celebrante avrà speso parole (evangeliche) neutre,del tipo: rispettare la vita , educare i figli a non essere violenti…e così via. Voglio dire: i fatti citati più sopra non hanno forse un minimo comun denominatore?
Il sentimento proprietario dei corpi e delle vite delle donne da parte dei maschi. Una donna non può decidere di interrompere una relazione: è materia che tocca agli uomini, come insegna la tradizione islamica del ripudio. Le femmine devono restare oggetto di scambio tra i maschi, in modo da simboleggiare la loro eterna signoria sul mondo.
Quanto alla Chiesa Cattolica, proprietà della casta dei maschi celibi, l’esaltazione sempre rinnovata della purezza virginale della Madonna, sta(sempre) a dire che “il rispetto” lo meritano le ragazze che “custodiscono” il loro corpo per lo scopo della famiglia.
La sessualità maschile si forma ancora in questo contesto . Noi donne non potremmo rispolverare lo slogan femminista “Né puttane, né madonne, solo donne” ?

lunedì 26 luglio 2010

LA CRISI NELLA RIVISTA "SU LA TESTA"DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

Avremo nell’avvenire ravvicinato una forte riduzione del welfare in tutta Europa, ma in modo assai più accentuato in Italia. Ci sono tutte le avvisaglie, anche se mascherate più o meno abilmente tra le notizie dei telegiornali e della stampa.
Quelli che contano però sono i telegiornali, visto che in Italia la lettura dei quotidiani continua a essere l’abitudine di un numero assai limitato di lettori.
Il motivo? Una c risi economica epocale ,cioè per niente congiunturale .
Una crisi che probabilmente sta disegnando il declino irreversibile del vecchio continente dotato di classi dirigenti invecchiate e pertanto un po’ sorde e un po’ cieche;e anche con diminuite capacità intellettive?
Sto semplicemente quasi scherzando con il bell’editoriale di Paolo Ferrero sul numero di lug/ag della rivista SU LA TESTA (n.6/7) intitolato: SUPERARE IL PROVINCIALISMO.
Ebbene, Ferrero analizza la situazione della crisi economica –crisi sistemica e strutturale- del capitalismo in chiave neo-liberista di questi anni. Una crisi –a suo parere- che consacra la Cina come grande potenza ,mentre da noi La Germania guida le classi dirigenti nella politica deflattiva e di taglio della spesa sociale.
Queste nostrane classi dirigenti hanno come scopo la riduzione del costo del lavoro in Europa a partire dalla riduzione dell’occupazione, dall’aumento della precarizzazione del lavoro e dalla riduzione dello stato sociale.
Con uno scopo fallimentare: lo sbocco fuori dal continente della produzione europea.
Ma gli Stati Uniti non sono più in grado di assorbire l’eccedenza produttiva europea come hanno fatto negli anni passati. Anche perché è la Cina che sta stabilendo con loro un rapporto privilegiato.
L’ipotesi delle nostre classi politiche di ridurre il mercato interno europeo puntando sulle esportazioni, non può pertanto funzionare. Le conseguenze saranno mancato sviluppo del mercato interno e mancata esportazione.
La “crisi della globalizzazione determinerà una nuova gerarchia mondiale e che l’Europa – stante queste politiche – è destinata ad un declino economico che tende a determinare disoccupazione di massa, disgregazione sociale e forti gerarchie tra settori produttivi e soprattutto territori.”.
Berlusconi sa che le manovre di taglio della spesa pubblica peggioreranno ancora di più le condizioni di vita della maggioranza del Paese. Da cui la necessità di ridisegnare il quadro costituzionale “riducendo la democrazia”.
“Berlusconi sa benissimo che non si può gestire l’impoverimento di massa del paese mantenendo inalterati i livelli di democrazia”.
Questo mi sembra un passaggio cruciale dell’editoriale: La televisione , vera creatrice in questi anni dei mutamenti antropologici , deve ulteriormente essere messa al servizio della manipolazione psicologica dei cittadini. La riduzione delle libertà d’informazione va in questa direzione.
Che fare? La conclusione dell’articolo a questo proposito mi lascia perplessa.
Secondo il dirigente di Rifondazione Comunista “ La vera partita politica che si gioca in Italia in autunno (…) è la capacità di costruire un movimento di massa che superi l’orizzonte liberale che separa libertà democratiche dalle questioni sociali e che –proprio questo- si ponga in opposizione non solo a Berlusconi ma anche a Marchionne e alle politiche neoliberiste europee .”.
Movimento….massa………Non vanno ripensate queste parole nell’era degli operai che in “massa” nel Nord votano e aderiscono alla Lega di Bossi?

P.S
Anche perché quello che vedo è la reazione (corporativa?) dei medici, dei diplomatici, dei poliziotti, degli insegnanti……ai tagli massicci di Tremonti ne company. Appunto, risposte frammentate.

domenica 25 luglio 2010

CEMENTO ITALICO E PETROLIO DEL MEDITERRANEO

1.A una piccola festa del PD a Cervia Corradino Mineo ha raccontato,nel corso di un dibattito, la situazione e le ultime vicende della televisione di Stato che recentemente pare lo riguardino direttamente, dato che è tra quelli, in odore di sinistra, da eliminare in qualche modo. Ha spiegato che il Premier pretende la comunicazione, che sta per dire che vuole soltanto la messa in onda della notizia che loda i presunti suoi successi nel governo del Paese. Ma ha anche criticato la tutto il mondo politico che ora si limita a inviare portavoce. Il portavoce è, appunto, un portatore di qualcosa di pre’confezionato e depurato;insomma con uno scopo
2.Intanto arrivano notizie allarmanti, di quelle che dovrebbero tormentare i sonni degli amministratori tranquilli delle città e dei paesi che si affacciano sui mari
. La Bp, quella del disastro ambientale a causa dei pozzi di trivellazione del petrolio nel Golfo del Messico, ha ottenuto dal governo libico, di iniziare in agosto a trivellare alla profondità di 1700 metri nel Golfo della Sirte.
Il presidente della commissione ambiente del Senato Antonio d’Alì, si è detto molto preoccupato perché il Mediterraneo è già uno dei mari più inquinati dal petrolio nel mondo. Un disastro come quello accaduto negli USA avrebbe conseguenze irreversibili. E Nadia Pinardi del centro oceanografico del Mediterraneo ha dichiarato alla Stampa (25 lu.,p.12) che : “Anche senza bisogno di disastri i residui di petrolio si strasformano in palle di catrame. Quindi in cibo per delfini, tonni e tartarughe.”.
3.La Repubblica del 18 giu. c.a. aveva pubblicato un articolo dall’eloquente titolo: “Riparte la corsa all’oro cento nuove trivelle assediano parchi e isole. Dall’Elba alle Tremiti i piani dei petrolieri. E piovono autorizzazioni.”. A rischio le zone dalle risaie alla pianura Padana fino al mare Adriatico, e poi dalle alture dell’Abruzzo giù fino alla Basilicata e alle coste della Sicilia.
C’è o no un problema di orizzonti culturali, di pensiero ancora fortemente antropocentrico? Ma alla fine pericolosamente autolesionistico?
4.Se a Cervia i bagnanti possono ascoltare senza indignarsi la descrizione della sparizione di un naturale straordinario territorio ancora tale nell’immediato dopoguerra, è perché ci siamo abituati a fare i turisti che cercano l’esotico o il piccolo angolo per il rilassamento, senza interrogarsi sul prima e sul dopo. E anche su come si collude con una mentalità che è quella del piacere individuale o,al massimo allargatoi alla propria famiglia.



Sono infatti rimasta basita alcuni giorni fa quando, sempre a Cervia, ho ascoltato uno studioso locale presentare al pubblico di bagnanti le origini di Milano Marittima.
Più o meno con queste parole: agli inizi del novecento nasce la Società di Milano Marittima che ottiene dal Comune la possibilità di lottizzare e costruire dei villini nella secolare pineta. Sorge così la città giardino dove c’erano pini e dune. Naturalmente allora la pineta era molto più vasta.”. Si può essere orgogliosi di una sistematica, e non tanto lenta distruzione di uno straordinario habitat naturale?
La cementificazione ha raggiunto livelli intollerabili nonostante oggi abbiamo la consapevolezza che la qualità della vita richiede ampia e zone di verde;nelle zone urbane e non. Lega Ambiente ha denunciato di recente in un dossier che ci sono in Italia 4 milioni di abitazioni, 3 miliardi idi metri cubi di cemento, 21 e 500 chilometri quadrati di suolo consumato.
E chi è senza peccato -tra gli amministratori locali,regionali, e tra i costruttori di leggi e leggine-. di ogni colore politico passato e presente, scagli la prima pietra.
Ma nessuno, dico nessuno, è disposto a far autocritica.

giovedì 22 luglio 2010

CHE FATICA PER LA FIGLIA DI BERLUSCONI!

I quotidiani (21 lug.) hanno dato un certo risalto alla notizia della discussione della tesi di laurea triennale di una delle figlie del Presidente Berluscoi presso l’Università di don Verzè. LA STAMPA ha addirittura intervistato il relatore prof. Mordacci della Facoltà di Filosofia del San Raffaele. Dopo essersi sperticato in lodi per la ne laureata figlia dell’illustre (e potente) padre, è caduto in uno degli stereotipi più comuni dell’italianità patriarcale. L’intervistatore Marco Castelnuovo gli chiede che studentessa è stata Barbara. Risposta” Ho apprezzato, nonostante i suoi due bambini, come ha lavorato sulla tesi. (…)”.
“nonostante i suoi bambini…”,capito? Povera donna ( di un uomo non si farebbe mai una simile considerazione) deve aver fatto una gran fatica a dare ordine alle baby –sitter, alle domestiche, all’autista e via dicendo,per garantire ai figli il massimo di cura mentre preparava la sua tesi!
Su ‘LA REPUBBLICA” è stata pubblicata una lettera della prof.Roberta Monticelli docente di Filosofia della Persona alla Facoltà medesima con il titolo :” Don Verzè,la neodottoressa e quella nomina-lampo a docente “.
Scrive la filosofa :” Non è certamente in mio nome che oggi il nostro rettore, don Luigi Verzè, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolto alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suoi percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del Presidente del Consiglio , il quale assisteva alla cerimonia. Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti,non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira ad essere.”.
Ma io credo che don Verzèlo abbia fatto “in buona fede”. Lui appartiene a una mentalità, quella della Chiesa, abituata da sempre al regime monarchico- dittatoriale. Ragionare in termini di democrazia, ossia di soggett i su un piano di parità , da cui il principio della cooperativa e della cooperazione, resta un po’ ostico. Lui è il fondatore dell’Università,pertanto ne ha il diritto di vita e di morte. Ovunque gli individui hanno fondato o creato istituzioni con la mentalità della Chiesa, hanno applicato lo stile monarchico; al massimo della monarchia istituzionale. Il “nepotismo” storicamente ciò narra.
Vi si aggiunge la mentalità e lo spirito berlusconiano che è il prolungamento, modernizzato quel tanto, della leadership mussoliniana.

CHE FATICA PER LA FIGLIA DI BERLUSCONI!

I quotidiani (21 lug.) hanno dato un certo risalto alla notizia della discussione della tesi di laurea triennale di una delle figlie del Presidente Berluscoi presso l’Università di don Verzè. LA STAMPA ha addirittura intervistato il relatore prof. Mordacci della Facoltà di Filosofia del San Raffaele. Dopo essersi sperticato in lodi per la ne laureata figlia dell’illustre (e potente) padre, è caduto in uno degli stereotipi più comuni dell’italianità patriarcale. L’intervistatore Marco Castelnuovo gli chiede che studentessa è stata Barbara. Risposta” Ho apprezzato, nonostante i suoi due bambini, come ha lavorato sulla tesi. (…)”.
“nonostante i suoi bambini…”,capito? Povera donna ( di un uomo non si farebbe mai una simile considerazione) deve aver fatto una gran fatica a dare ordine alle babj –sitter, alle domestiche, all’autista e via dicendo,per garantire ai figli il massimo di cura mentre preparava la sua tesi!
Su ‘LA REPUBBLICA” è stata pubblicata una lettera della prof.Roberta Monticelli docente di Filosofia della Persona alla Facoltà medesima con il titolo :” Don Verzè,la neodottoressa e quella nomina-lampo a docente “.
Scrive la filosofa :” Non è certamente in mio nome che oggi il nostro rettore, don Luigi Verzè, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolto alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suoi percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del Presidente del Consiglio , il quale assisteva alla cerimonia. Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti,non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira ad essere.”.
Ma io credo che don Verzèlo abbia fatto “in buona fede”. Lui appartiene a una mentalità, quella della Chiesa, abituata da sempre al regime monarchico- dittatoriale. Ragionare in termini di democrazia, ossia di soggett i su un piano di parità , da cui il principio della cooperativa e della cooperazione, resta un po’ ostico. Lui è il fondatore dell’Università,pertanto ne ha il diritto di vita e di morte. Ovunque gli individui hanno fondato o creato istituzioni con la mentalità della Chiesa, hanno applicato lo stile monarchico; al massimo della monarchia istituzionale. Il “nepotismo” storicamente ciò narra.
Vi si aggiunge la mentalità e lo spirito berlusconiano che è il prolungamento, modernizzato quel tanto, della leadership mussoliniana.

martedì 20 luglio 2010

CARA PATRIZIA DI ISLAM ONLINE .........

Cara Patrizia Khadija Dal Monte, la ringrazio per la sua attenzione (Islam online,LETTERA IN RISPOSTA A ILEANA MONTINI, 2 lug.) al mio articolo pubblicato su ‘IL PAESE DELLE DONNE ( Lettera aperta a una giornalista di Islam on line ,) nel quale sviluppavo alcune considerazioni rispetto al suo articolo precedente di commento a una mia intervista a un gruppo di ragazze di una centro culturale islamico del Nord. La ringrazio perché ho vissuto la giovinezza in un ‘epoca che,nella Chiesa come nella politica, ha tenuto in sommo conto la “dialettica” ,ovvero la libertà di discutere,criticare,oppors…
Lei scrive che “il fenomeno religioso non si lascia riassumere in categorie psicologiche o sociologiche, ha una sua specificità, la religione si evolve dentro forme storiche e culturali, queste, queste la influenzano, ma non la determinano completamente. “. E’ chiaro che lei propone una considerazione di fede. Ce lo ricorda spesso anche l’attuale Papa tedesco: la fede deve illuminare la ragione.
La fede, dunque, è superiore alla ragione ; in altri termini alla scienza, sia essa declinata come sociologia ,antropologia ecc..
La Chiesa è l’unica istituzione terrena che ha il diritto divino a interpretare i testi rivelati (Antico e Nuovo Testamento) . E’ la depositaria della Verità. Dell’Unica Verità. In parallelo lei afferma lo stesso concetto: “Certamente i lavori di tipo psicologico o sociologico possono avere la loro utilità, ma l’ultima parola sul significato del velo e sugli altri elementi della religione stessa spetta ai credenti, alla umma musulmana.”.
L’ultima parola sul “significato religioso del velo….”. Non c’è dubbio, che esiste un significato religioso. Come esiste un significato religioso nel, per esempio, continuare a sostenere che le donne non possono accedere al sacerdozio cattolico.
Ma nelle altre chiese cristiane,per esempio nella Chiesa Anglicana come in certe luterane, si fa un’altra lettura della “volontà di Cristo” e si ordinano le donne fino ai grado più alto che è quello dell’episcopato.
E’ sempre in nome della difesa del presunto diritto naturale e, quindi, della volontà del Creatore, che la Chiesa ha lottato strenuamente per evitare la legge sul divorzio e la legge di regolamentazione dell’interruzione di gravidanza (194).
Ed è sempre in nome della difesa della natura che si oppone al riconoscimento giuridico delle convivenze omossessuali.

Per non parlare della divisione sessuale dei ruoli che la Chiesa ha difeso strenuamente contribuendo a mantenere la tradizione patriarcale del privato alle donne e del pubblico agli uomini.
Mi pare che anche nel mondo islamico accade qualcosa di simile al cristianesimo (per non citare l’ebraismo) : i talebani ancora oggi vogliono impedire alle donne di accedere all’istruzione in nome del Corano. Ed è in nome del Corano che anche in Italia un gruppo di donne ha chiesto pubblicamente il “rispetto” della loro scelta del nicab.
E veniamo ai corpi: femminile e maschile. Lei scrive: “Così vestirsi ha spesso un significato diverso per uomini e per donne. “ . E prima scrive che “Il coprirsi per favorire la castità non è affidato solo alle donne, ci sono norme di abbigliamento anche per gli uomini, e poi l’abbigliamento non rappresenta che un momento di questa ricerca di purezza.”.
Sono appena rientrata da un viaggio a Istambul dove la calura umida era certamente più pesante che in Italia, ebbene ho visto tante donne vestite di nero con solo visibili gli occhi e con accanto i loro giovani mariti in jeans e camice di cotone a maniche corte. Oppure o visto uomini con le tuniche bianche o di tessuto chiaro. E poi ancora donne velate e paludate con soprabiti a maniche lunghe e calze ai piedi.
Quando insegnavo psicologia sociale in un Istituto per future e futuri stilisti di moda, spiegavo che l’abbigliamento è un prolungamento dell’io.
Ovvero, le donne velate e stra’velate in pubblico testimoniano la divisione dei ruoli,l’appartenere agli uomini padri, mariti e figli a cui compete sia il diritto (maritale) al corpo nudo , sia il diritto-dovere alla difesa della “purezza” (verginità o esclusività dell’accesso erotico) .
E’ , come sostengono le antropologhe, un discorso tra maschi : si gioca, cioè, il potere a partire dal controllo dei corpi erotici e riproduttivi delle donne. E’, in fondo, semplicemente il patriarcato.
La filosofa Michela Marzano in un articolo (LA REPUBBLICA,14 lug.) scrive che nell’Europa del passato (non del tutto passato…) si riteneva che le donne fossero dotate di una natura irrazionale, ‘uterina’, e utili solo alla procreazione e alla gestione della vita domestica: “Sprovviste di autonomia morale, erano costrette ad incarnare tutta una serie di ‘virtù femminili’ come l’obbedienza ,il silenzio,la fedeltà. Caste e pure, dovevano preservarsi per il legittimo sposo. Fino alla rinuncia definitiva.”. L’articolo si occupa del fenomeno, in pauroso crescendo, della violenza maschile sulle donne quando queste interrompono,unilateralmente, una relazione. La filosofa ritiene che gli uomini abbiano queste reazioni perché non accettano l’autonomia delle donne. Le regole di abbigliamento che coprano il corpo femminile sono rassicuranti per gli uomini: sono donne sottratte allo sguardo degli altri uomini e, quindi, meno indotte a rispondere ad eventuali lusinghe.
In altre parole: le religioni sono sistemi di potere maschiie, utili ai bisogni e alle paure che lo stesso potere genera in termini di perdita , vissuta come perdita di identità anche individuale.
L’”Occidente” banalizza il corpo delle donne , ma in perfetta e coerente evoluzione con il passato, perché comunque si tratta di controllo e sottomissione del genere femminile. Non a caso nei cortei noi femministe avevamo uno slogan preferito: “né madonne, né puttane: solo donne”.
Cara Patrizia, le simpatiche e allegre ragazze della “moschea” si sono sentire dire ,durante l’intervista, qualcosa sul femminismo e sulla laicità dello stato . Ovvero, hanno capito chi ero, come la penso. E mi hanno anche invitato a parlare,un giorno da definire,della storia del femminismo italiano. Ma ora quel giorno ci sarà?

domenica 18 luglio 2010

I DIARI DI TINA ANSELMI DEGLI ANNI SESSANTA

Leggo su LA REPUBBLICA di oggi domenica 18 lug. che in settembre verranno pubblicati i diari di TINA ANSELMI relativi al periodo di presidenza della commissione sulla P2. Mi auguro che Tina decida di rendere pubblici altri diari, molto più antichi.
Negli anni dal 1965 al 1968 partecipai ai corsi di formazione per dirigenti del Movimento femminile della Democrazia Cristiana a Roma negli assolati mesi di luglio. Ho un bellissimo ricordo di quelli che si tennero alla Cammiluccia, ovvero al “Centro A.De Gasperi” nell’ex villa che era appartenuta a Claretta Petacci. C’era ,nel parco sulla collina, una dèpendence costruita in economia, con grandi camerate e docce di sola acqua fredda, che servivano per ospitare i e le corsiste. Però si consumavano gli ottimi pasti casalinghi nella villetta, forniti dalla famiglia che gestiva tutto l’anno il Centro e si ascoltavano le prediche dell’ex cappellano di De Gasperi che erano delle autentiche lezioni di politica basate sui suoi ricordi, in occasione delle s.messe e del rosario pomeridiano. Tina Anselmi, vice Delegata Nazionale del M.F. e Gabriella Ceccatelli Delegata Giovani, ci accompagnavano per tutto il periodo del corso. La prima lezione la teneva sempre Lidia Menapace, molto amata e stimata per la sua cultura non soltanto politica, per la sua modernità e simpatia nei confronti delle giovani generazioni. Salivano al Centro personaggi del partito e dell’economia o docenti universitari a tenerci le lezioni a cui seguivano sempre le nostre domande . Il Segretario nazionale del momento ci “onorava” di una visita( improvvisata) accompagnato dalla Delegata nazionale Franca Falcucci.
Ma uno dei momenti più belli era la sera dopocena quando ci radunavamo nel belvedere dal quale si vedeva una parte importante del paesaggio urbanistico di Roma. E allora si cantava, a cominciare da “Bella Ciao” in onore di Tina; si ascoltavano anche le sue barzellette in lingua veneta spesso, come è tradizione da quelle parti, un po’ anticlericali. Fu in una di quelle occasioni che Tina ci raccontò che stava tenendo un diario politico . Un diario dove annotava, precisò, eventi segreti relativi all’America e all’Italia rispetto alla guerra nel Vietnam e rispetto a un momento, recente, di rischio di colpo di Stato in Italia.

lunedì 28 giugno 2010

E' MORTA RINA GAGLIARDI

E' difficile non ricordare, forse anche per attenuare il senso del distacco da "pezzi" della propria storia, oltre che della sua.La morte di RINA GAGLIARDI, grande giornalista e grande donna di cultura, aspra e precisa, profonda e tagliente mi ha ferita. Un lutto da elaborare.
Era l'estate del 1975 . Come donne del Pdup organizzammo un convegno , se non ricordo male,a Marina di Pisa sul tema della scuola.
C'erano con noi insegnanti Lidia Menapace e Rossana Rossanda. Verso la conclusione R.Rossanda mi propose di andare a Roma per una settimana al Manifesto quotidiano a sostituire Rina che andava . Ne fui lietissima e infatti feci una esperienza indimenticabile, perchè un conto è collaborare da lontano e un conto partecipare alla preparazione giornaliera del giornale. Tanto più che si trattava di trovarsi nella redazione di via Tomacelli con giornalisti di razza come V.Parlato, L. Pintor, la stessa R.Rossanda, M.Paissan , Ritanna Armeni e altri/e. Lidia Menapace mi disse che avrei potuto occupare la camera di Rina alla "comune" dietro i Musei Vaticani dove convivevano lei, Ritanna Armeni e marito, Mauro Paissan e moglie, più, appunto Rina.

BAMBINI PAFFUTI FUTURI ADULTI COME?

Questa è una notizia che fa inorridire; ma fino ad un certo punto perchè tutti e tutte sappiamo perchè, semplicemente, vediamo. Abbiano semmai difficoltà a memorizzare in quanto troppo abituati a vederci passare sotto gli occhi i bambini nostrani cresciuti in batteria .
Ebbene, ecco la notizia. Il sindaco di Verbania Marco Zacchera (Pdl) ha indagato i resti dei pranzi nelle mense scolastiche con questo, desolante , risultato. Si va dai panini sboconcellati, alle torte appena addentate, ai budini monodose foraio con la forchetta e basta. Ma chi non ricorda, se fa appena "mente locale" di aver osservato -magari con un po' di disgusto- bambini e bambini di tutte le età, compresi i pre'adolescenti, afferrare un pezzo di cibo a tavola, mordicchiarlo e ributtarlo nel piatto di portata,per toccare nello stesso modo qualche altro cibo senza il benchè minimo sussulto da parte dei genitori?
Non conosco la conclusione del sindaco belusconiano. Sig. sindaco che cosa ne ha dedotto e cosa pensa di fare? E poi per tutti noi: che adulti stiamo "formando"? O meglio dire: viziando?

domenica 27 giugno 2010

ANCORA SULLA SPARIZIONE DEI PAESAGGI

Salendo da Padenghe del Garda a Puegnago dove si trovano i tre laghetti di Sovenigo, appare l’ennesimo cartello con l’offerta di lotti per ulteriori cementificazioni di queste (anticamente) bellissime zone. Più avanti un enorme tabellone pubblicizza la vendita di nuovi bilocali e trilocali per seconde case con vista mozzafiato sul lago. Ma forse la crisi ha un po’ fermato la creatività (si fa per dire) degli architetti,degli ingegneri , dei geometri, e la fame delle innumerevoli agenzie sparse nei comuni piccoli e medi. Si sa, i Comuni ansimanti per i tagli imposti da Roma e comunque da sempre voraci per mantenere spese anche inutili ,ma con meno servizi sociali, obbediscono volentieri alle leggi del mercato del cemento attrezzato. I laghetti di Sovenigo si stagliano in una natura davvero ancora incontaminata, dove olivi, ontani, lecci e castagni la fanno da padroni. Un cartellone didattico spiega (appunto) che il turismo delle case lì non è ancora (ancora) arrivato. Evviva. Ma la presentazione didattica del luogo non è a cura del Comune?
E a cura del comune non è anche l’igiene pubblica? Intorno ai laghetti non si trova una raccoglitore di sporco e si vede: qua e là sacchetti di plastica, bicchieri, bottigliette, ecc..
La gente ama visitare i luoghi della natura, ma poi dimentica di rispettarli. D’altronde gli imput che riceviamo vanno tutti nella direzione dell’acquisto e del consumo individuale; con spreco annesso di qualsiasi cosa o bene. Nelle scuole insieme alla storia patria delle guerre d’indipendenza o dell’impero romano, nelle feste per l’unità d’Italia e via discorrendo, quanto spazio riceve l’educazione ambientale ?
Si potrebbe cominciare con dei grandi cartelloni, tanto per immaginare senza freni e per esempio. Al lago di Garda, a Milano Marittina e,ovviamente ad Agrigento dalle parti dei templi soffocati dall’urbanizzazione indecente, con su scritto: c’erano le piante di limoni e c’erano gli ulivi, c’era una grande pineta ……c’erano soltanto i templi…..

giovedì 24 giugno 2010

LE SECONDE GENERAZIONI DEI MIGRANTI,OVVERO LE "RAGAZZE INTERROTTE"

Dall'UNITA' del 23 giu .2010

"Una ragazza un po’ in carne mi si avvicina. È di origine cingalese, pelle ambrata e occhi grandi. Mi chiede: «Mi potrebbe far leggere l’oroscopo?». Le passo il giornale. La lettura non sembra soddisfarla. «Cattive stelle?», le chiedo. «Un po’», mi dice. E poi comincia a parlare, sembra un fiume in piena. La ragazza mi ha illustrato un suo problema e io sono rimasta senza fiato. Aveva 15 anni era uscita per portare due bustoni di riso basmati alla zia. Il suo problema era il seguente: voleva continuare a studiare, ma finita la scuola sarebbe stata costretta a interrompere, il padre aveva trovato per lei un marito. «Ha 20 anni più di me. Non lo conosco. Io mi vorrei innamorare come nei film». Ho cominciato a farfugliare qualcosa sulle associazioni che aiutano le ragazze nella sua situazione, credo di aver detto anche la parola polizia. La ragazza mi ha guardato un po’ strano. Poi è arrivato l’autobus e lei è salita. Mi sono sentita male per settimane. Due mesi dopo mi è capitato di andare presso un’associazione che ha una casa di accoglienza per le vittime di abusi. È lì che ho incontrato (nome fittizio) Zeinab. Anche lei a rischio matrimonio combinato. «Ho dovuto scegliere. Sono scappata di casa e ho chiesto aiuto all’associazione. Voglio diventare astrofisico». Le ragazze nate o cresciute qui sono spezzate in due. Vivono il conflitto con la famiglia ma anche con la società italiana che non da loro una sponda d’aiuto. In Francia e in Gran Bretagna vengono creati spazi dedicati ad adolescenti figli di migranti. In Italia c’è il vuoto. Secondo l'International center for research on women sono circa 60 milioni nel mondo le ragazze interrotte, in Italia qualche migliaio. Un numero che non possiamo permetterci. ".
Si parla e si scrive delle "seconde generazioni" che sono i figli e le figlie nati o arrivati bambini in italia con i ricongiungimenti dei genitori migranti,ma non si fa che raramente una lettura di genere. Ormai ovunque nel mondo le ragazze superano i ragazzi in motivazione allo studio e nei risultati, ma , come per le generazioni del dopoguerra in Italia quando c'era ancora una situazione economica ai livelli di sussistenza, a continuare gli studi sono soltanto i maschi o quasi. Le ragazze del dopoguerra dovevano mettersi in testa di trovarsi un buon marito che le mantenesseo di farsi suore per evitare di diventare una proprietà per fare figli e curare genitori e suoceri vecchi.Le ragazze figlie di stranieri devono mettersi in testa che hanno il compito di mantenere coesa e intatta per sangue l'etnia e i ruoli sessuali "naturali".
Vorrei invitare coloro che si collocano a sinistra o nell'area cattolica aperta, a formulare letture e gestire appelli , con un taglio di genere. Sempre.

lunedì 21 giugno 2010

SI CONTINUA A DISTRUGGERE IL TERRITORIO ITALIANO

Avevo letto circa due mesi sul GIORNALE DI BRESCIA una bellissima dichiarazione della sindaca del comune di PADENGHE SUL GARDA contro la deriva cementificatoria del lago di Garda e mi ero consolata pensando favorevolmente alle giunte formatesi su liste civiche locali. Ma percorrendo dal lago la strada che da Padenghe porta a Brescia , prima del comune di Bedizzole, là dove ancora si può godere la vista del castello da una ampia zona verde che forse ricorda e descrive gli antichi paesaggi, campeggia ora verso la strada una cartellone con su’ la minacciosa scritta (per la bellezza del territorio) che annuncia essere quello un terreno in vendita per imminenti lottizzazioni.

domenica 20 giugno 2010

ASPETTANDO ANCHE LA DISTRUZIONE DEL DESERTO DEL RAMM

Flavia Tesio Romero , figlia di un italiano che aveva svolto la professione di medico in Giordania fino dagli anni venti, racconta la sua passione per i beduini del deserto del Ramm in un libro edito da Ibis (DUE ANNI NELK DESERTO DEL RAMM,2005) fornendo notizie originali sulla loro vita . Una vita nomade che sta scomparendo a ritmi vertiginosi: dalla “casa di pelo” di dromedario alla casa di pietra come è dato di contestare anche da parte dei turisti che numerosi visitano Petra e il deserto del Ramm.
Scrive: “Le donne non fanno più il pane, non mungono più, non fanno più il burro.Si dice che vi siano un’ottantina di domande di costruzione di alberghi al Ramm. Tremo all’idea. Nessun architetto vorrà scegliere un sito appartato, nessun architetto accetterà di dare la priorità e alla bellezza del luogo, costruendo un edificio che si fonda sulla natura. Petra ne è l’esempio lampante dove gli enormi alberghi sono generalmente costruiti in uno stile sia decisamente anodino sia completamente estraneo al paese e troneggiano a valle delle strade impedendo a chi vi transita, di godere della vista dell’antica città nabatea.”.
Nell’estate del 2009 ,una decina di anni dopo la scrittura di queste parole, gli hotel al Ramm non ci sono ancora perché pare che il re e la regina di Giordania siano sensibili al mantenimento sacrale della bellezza del deserto.Ma fino a quando riusciranno nel loro intento?
Scrive Flavia Tesio Romero con la sua consapevolezza di italiana: “Ho scritto un giorno sul ‘Jordan Times’ , il quotidiano locale in lingua inglese, che avrei voluto pagare i responsabili del turismo locali, un viaggio ad Agrigento perché vedessero e si rendessero conto di ciò che non si deve assolutamente fare in un sito di tanta importanza ecologica e archeologica.”.
Si dovrebbero pagare dei viaggi ai responsabili del turismo dei Paesi dell’Asia e dell’Africa e del medio Oriente, in Italia, lungo le coste cementificate, le colline sventrate, i “giardini” di aranci,limoni, olivi, le pinete e i parchi ,nel cuore dei paesi e delle città dove sono state abbattute costruzioni antiche e di infinita grandezza artistica.
In una tacita alleanza tra uomini di tutte le parti politiche.

martedì 15 giugno 2010

DI RITORNO DA AUSCHWITZ E BIRKENAU

Nel 2002 venne pubblicato un libro dello storico Renato Moro con il titolo “ La Chiesa e lo sterminio degli ebrei” (ed. Il Mulino) che il giornalista Sandro Magister recensì per www.chiesa.espressonline.it.
Leggo che non è sicuro che Pio XII fosse germanofilo. ”Sicuro è ,invece, che il Vaticano fosse informato dello sterminio degli ebrei. Nei gradi e nei Tempi in cui esso trapelava. E sicuro è il silenzio del papa, rotto soltanto da un paio di misuratissimi interventi pubblici, nel messaggio natalizio del 1942 e nel discorso ai cardinali del 1943. “ . Pio XII però non cita esplicitamente gli ebrei. La giustificazione prevalente del mancato intervento di condanna, fu che eventuali interventi papali avrebbero peggiorato la persecuzione . Ma lo storico Moro ritiene che peggio di così non sarebbe potuta andare. E che il grande silenzio sugli ebrei braccati è un problema collettivo della Chiesa.
Chi ha una certa età e ha quindi partecipato alle liturgie pasquali prima del Concilio Vaticano II, ricorda bene i riferimenti ai “perfidi giudei “ deicidi. Quanto ha contato l’antiebraismo storico della Chiesa ?
Sono stata a AuschwTiz e a Birkenau . Camminando in lungo e in largo per le due città concentrazionarie, la mente registra freneticamente il filo spinato, i binari dei treni, e,nelle baracche, la teoria lunga dei buchi-latrina e dei “letti a castello” . Ma terribile, osceno, perverso è il “museo” delle vetrine con i cappelli delle donne, con le scarpine dei bambini, con le valige chiuse o semi aperte con gli indirizzi scarabocchiati che indicano nome, cognome, data di nascita e la residenza. La vetrina dei tegami e delle pentole smaltate, dove scorgo persino una grattugia del tipo multiplo in uso ancora oggi, racconta la fiducia e l’abbandono (obbligato) alle promesse naziste di semplici spostamenti in altre località. Ti inchioda senza fiato la vetrina con i barattoli vuoti del gas usato per le famose docce che in venti minuti uccidevano, mediante soffocazione, le persone ammassate nella stanza. Alla fine del grande spazio di Birkenau le macerie dei forni crematori fatti saltare dai nazisti per cercare di non lasciare troppe tracce, è un potente messaggio sull’immensa doppiezza dell’essere umano.
Le guide polacche con orgoglio raccontano della resistenza che raccoglieva le notizie su ciò che accadeva nei campi di sterminio. Dunque ,il Papa sapeva.
Un Papa che, sull’onda delle santificazione a gettito continuo, dovrebbe essere proclamato santo, cioè una persona che ha esercitato in vita eroicamente l’annuncio evangelico.

DI RITORNO DA AUSCHITZ E BIRHENAU

Nel 2002 venne pubblicato un libro dello storico Renato Moro con il titolo “ La Chiesa e lo sterminio degli ebrei” (ed. Il Mulino) che il giornalista Sandro Magister recensì per www.chiesa.espressonline.it.
Leggo che non è sicuro che Pio XII fosse germanofilo. ”Sicuro è ,invece, che il Vaticano fosse informato dello sterminio degli ebrei. Nei gradi e nei Tempi in cui esso trapelava. E sicuro è il silenzio del papa, rotto soltanto da un paio di misuratissimi interventi pubblici, nel messaggio natalizio del 1942 e nel discorso ai cardinali del 1943. “ . Pio XII però non cita esplicitamente gli ebrei. La giustificazione prevalente del mancato intervento di condanna, fu che eventuali interventi papali avrebbero peggiorato la persecuzione . Ma lo storico Moro ritiene che peggio di così non sarebbe potuta andare. E che il grande silenzio sugli ebrei braccati è un problema collettivo della Chiesa.
Chi ha una certa età e ha quindi partecipato alle liturgie pasquali prima del Concilio Vaticano II, ricorda bene i riferimenti ai “perfidi giudei “ deicidi. Quanto ha contato l’antiebraismo storico della Chiesa ?
Sono stata a AuschwTiz e a Birkenau . Camminando in lungo e in largo per le due città concentrazionarie, la mente registra freneticamente il filo spinato, i binari dei treni, e,nelle baracche, la teoria lunga dei buchi-latrina e dei “letti a castello” . Ma terribile, osceno, perverso è il “museo” delle vetrine con i cappelli delle donne, con le scarpine dei bambini, con le valige chiuse o semi aperte con gli indirizzi scarabocchiati che indicano nome, cognome, data di nascita e la residenza. La vetrina dei tegami e delle pentole smaltate, dove scorgo persino una grattugia del tipo multiplo in uso ancora oggi, racconta la fiducia e l’abbandono (obbligato) alle promesse naziste di semplici spostamenti in altre località. Ti inchioda senza fiato la vetrina con i barattoli vuoti del gas usato per le famose docce che in venti minuti uccidevano, mediante soffocazione, le persone ammassate nella stanza. Alla fine del grande spazio di Birkenau le macerie dei forni crematori fatti saltare dai nazisti per cercare di non lasciare troppe tracce, è un potente messaggio sull’immensa doppiezza dell’essere umano.
Le guide polacche con orgoglio raccontano della resistenza che raccoglieva le notizie su ciò che accadeva nei campi di sterminio. Dunque ,il Papa sapeva.
Un Papa che, sull’onda delle santificazione a gettito continuo, dovrebbe essere proclamato santo, cioè una persona che ha esercitato in vita eroicamente l’annuncio evangelico.

domenica 13 giugno 2010

C'ERA UNA VOLTA L'ITALIA BELLA

“IL Mare senza un’increspatura, senza una grinza,emetteva un respiro lento ma profondo.(…) Erano arrivati a Porquerolles da quattro giorni e lui era già stufo. Anzi, non ne poteva più. Il sole, ad esempio, lo spossava letteralmente; ogni cosa richiedeva uno sforzo di adattamento. Eppure l’isola era bella, come gli aveva garantito l’amico Gardanne, il pittore della Sévre Naintaise. “. Così scrive all’inizio del romamzo IL CLAN DEI MALE’ Georges Simenon (ed.Biblioteca Adelphi, 2006)perché negli anni quaranta del secolo scorso il mare e l’entroterra ovunque risplendevano di natura. E un bravo scrittore poteva raccogliere i giusti stati d’animo per descrivere le meraviglie del creato. Ora, in gran parte, soprattutto in Italia, ciò non è più possibile. Tempo fa in un ‘indagine risultò che il 60 % delle coste italiane è stato brutalmente cementificato, al posto del 30 degli altri paesi che hanno il mare .
Più o meno all’inizio degli anni ’70 del novecento venne fondata a Preganziol (Treviso) la facoltà di Urbanistica da alcuni docenti di Architettura di Venezia con l’intenzione di sfornare esperti in materia. Lodevole iniziativa in una nazione dove paesi e città odorano di antico di grande valore e dove anche il paesaggio naturale era di gran valore. Era di grande valore…..
Il Veneto, per esempio, ancora negli anni della facoltà di Urbanistica, era segnato da un paesaggio straordinario di mare, colline e montagne. Era…. Ora chi percorre le strade da Verona a Treviso, attraversando Vicenza , scorge capannoni industriali un po’ ovunque ,o case cresciute come funghi con ben scarsi criteri urbanistici artisticamente identificabili.
La Lombardia non è da meno. E il povero lago di Garda, sponda bresciana e sponda veronese , o tratto trentino, in una ventina d’anni (gli ultimi) si è perso i suoi uliveti , le sue limonaie e i suoi vigneti. Si continua a costruire seconde case distruggendo senza pietà il verde residuo.
Non ci sono stati comuni, né di Destra, né di Sinistra, che ovunque, soprattutto nelle zone turistiche, abbiano saputo disciplinare il territorio secondo criteri di estetica e benessere ambientale.
Una facoltà di Urbanistica cosa poteva ottenere in un Paese dove, tra l’altro, la storia dell’Arte , si studia soltanto al Liceo Classico e al Liceo Artistico? Dove continuano a essere sfornati diplomati geometri che imparano come fare stare in piedi una casetta,non importa con quali criteri estetici e ambientali.
Cosa si poteva ottenere in un Paese dove quasi tutti/e i bambini e le bambine crescono a suon di catechismo cattolico? Intendo dire: in un Paese dove imparano cosa è il peccato contro il sesto comandamento e la “sacralità della vita” ,ma mai, mai, la sacralità della natura: il rispetto dell’acqua, dell’aria, del verde e così via.

mercoledì 26 maggio 2010

LA VERGOGNA DELLE DONNE

Marco Belpoliti ha scritto un nuovo libro intitolato SENZA VERGOGNA (ed.Guanda) dopo quello strepitoso su Berlusconi: IL CORPO DEL CAPO (2009). In una società caratterizzata dalla cultura del narcisismo e dal dominio delle immagini, il posto della vergogna è scomparso.
La vergogna è un'emozione sociale e relazionale insieme , così differente dal sentimento della paura ; dove l'altro non è più presente. Nel libro di Belpoliti leggiamo che il nuovo naricista è perseguitato dall'ansia come si evince dal fatto che la caduta dei tabù sessuali non ha generato serenità sessuale. La gente comune e le classi dirigenti, senza il "freno" della vergogna (e del pudore) , sono lanciare nel trionfo dell'esibizionismo e del voyerismo. Vedi, per esempio, il Grande Fratello. Ma resta qualcosa dell'antico sentimento della vergogna? E' diventato un tabù , o meglio si è trasformata in "vergogna di non aver successo, di non essere notati: la terribile vergogna d'essere nessuno." . L'esistenza ha valore solo se fotograta e registrata. Così prevale l'ostensione; che ha prerso il posto della vergogna.
Alla conclusione del libro Belpoliti scrive nella "Nota dell'autore" i ringraziamenti per quanti lo hanno aiutato in questa fatica e proprio nelle ultime righe annota: "Anna , Giulia e Olivia, come al solito, hanno avuto pazienza: un papà concentrato su libri e computer, e senza troppa vergogna per la propria distrazione. Grazie a Paola per il tempo e lo spazio che mi ha lasciato per completare il volume.". Non posso fare a meno di immaginare ,al suo posto, un'autrice donna che, alla fine del libro, scrive gli stessi ringraziamenti per i figli e il marito. Con quali conseguenze? Non è difficile continuare la mia immaginazione attiva sentendo le parole di mamme e suocere, di padri e fratelli: " Non si vergogna di aver sottratto tempo e attenzione ai suoi cari?".
Forse una lettura di genere avrebbe fatto questa "scoperta". Per esempio, in ambito islamico e, soprattutto nella emigrazione, si richiama violentemente il dovere per le donne di vestirsi in modo da rispettare il pudore. Il pudore e il sentimento della vergogna da parte delle donne è fondamentale nell'economia della famiglia, perchè l'onore delle comunità dipende dai corpi femminili sottratti alla vista e al desiderio dei maschi estranei.
Così va il mondo.

lunedì 17 maggio 2010

LE DONNE SCOMUNICATE E LA SACRA SINDONE

L'indignazione delle "comunità Cristiane di Base del Piemonte" non ha fatto notizia sui telegiornali e la stampa. Eppure sulle migliaia di cristiani che hanno pacificamente invaso Torino per l'ostensione della Sindone e per ascoltare il Papa che, di nuovo, ha speso le sue sante parole contro l'aborto, di tutto e di più si è scritto e visto. Perchè si sono arrabbiati i residui cattolici "di base"? Scrivono nel loro documento:
Come cristiani e cristiane appartenenti a piccoloe comunità sparse per il Piemonte (Chieri,Torino, Pinerolo,Piossasco, Alba, Cuneo) riteniamo che i vertici della chiesa cattolica abbiano perso una occasione per ricordare al popolo dei credenti che Gesù non lo incontriamo in un lenzuolo ma nella vita, nella sofferenza, nelle lotte e nelle speranze dei poveri, perchè Gesù è vivo, è presente nella storia. (...) Riteniamo invece gravissima la scelta del vescovo di Torino di utilizzare la sua autorità per concedere alle donne che, nei giorni dell'ostensione della sindone, confessano a un prete di aver abortito, l'automatica cancellazione della scomunica che, altrettanto automaticamente, era sta loro comminata.".
Capito bene? Le donne che ,a ragion veduta e con dolore, abortiscono senza commettere un reato in virtù di una legge -la 194- dello Stato Italiano, incorrano, automaticamente, nella scomunica. Ovvero, nella cancellazione dalla comunità con conseguente cancellazione del diritto di accedere ai sacramenti. Ma , per il vescovo di Torino, l'ossequio a un telo ritenuto sacro può fare la magia di togliere l'anatema. Giustamente i cattolici firmatari del documento contestano l'autenticità della Sindone e invitano i cristiani a cercare Cristo non nelle immagini e nelle reliquie " ma nel volto del nostro prossimo, qualunque sia la sua cultura o la sua fede".
Una domanda: la Chiesa ha comminato la scomunica ai cattolici che partecipano, con le loro opere, all'inquinamento e distruzione della natura vivente e inanimata?

venerdì 14 maggio 2010

DAI LORO FRUTTI DUNQUE LI RICONOSCERETE

Dal Vangelo secondo Matteo ( 5.1/7.28) , ovvero "il discorso della montagna" :
Dai loro frutti dunque li riconoscerete. Non chiunque mi dice: Signmore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli".
Viene il brivido, allora,a leggere la denuncia che fa Gualtiero Morpurgo, ebreo di origine marchigiana, nel libretto LA BUSTA GIALLA (ed.Mursia,2009) dove racconta la sua storia nell'Italia fascista. .
Classe 1913, un giorno riceve una busta gialla contenente l'informazione che non potrà più far parte dell'esercito italiano in quanto ebreo. In seguito perderà per le stesse ragioni il lavoro nei cantieri di Genova. Sono gli anni bui della vigilia della guerra e della promulgazioni delle leggi razziali in Italia. Morpurgo sente ancora oggi brucianti le parole di un grande cattolico che insieme alla sua professione di amore per Cristo dichiara in ogni occasione, sulla stampa e alla radio il disprezzo per " il popolo deicida che va a ramigno per il mondo, incapace di trovare la pace di una Patria, mentre le conseguenze dell'orribile delitto lo perseguitano ovunque e in ogni tempo". Quell'integgerimo, e tanto esaltato (a quando la beatificazione?) francescano ,si chiama Padre Agostino Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica.
Non è da meno un autorevole vescovo, quello di Cremona , che dal pulpito della cattedrale conferma che la Chiesa "non disconosce allo Stato il diritto di perseguitare gli ebrei e si guarda bene a sua volta dal difenderli".


IL PAPA A FATIMA


mercoledì 12 maggio 2010

RIPRENDIAMOCI LA VERGOGNA

Il petrolio continua a uscire dalla base di perforazione nel Golfo del Messico. La cappa di cemento che la super tecnologia post moderna aveva escogitato, non è riuscita nel suo intento di ingabbiare il flusso. I telegiornali e i quotidiani sono passati quasi tutti a nuove notizie e semi-catastrofi. Un quotidiano ha sommessamente dato la notizia che il petrolio potrebbe raggiungere l'Atlantico e poi altri mari. Ma sulla scena del mondo - e dell'Italia- si procede nelle celebrazioni dei matrimoni, dei divorzi, dei funerali, delle feste per cresima e prima comunione, e nello strisciare a carponi (per soffrire) al santuario di Fatima in occasione della visita del Papa che ha fatto sapere che uno dei segreti del tre pastorelli riguardava proprio la pedofilia nella Chiesa. Si badi bene: la Madonna, come tutti i mortali contemporanei , si è occupata di più dei preti ipocriti che del disastro ambientale che mina l'esistenza stessa del Pianeta Terra. E allora si potrebbe applicare all'uccisione del mare e delle sue creature, quanto scrive nel suo bel libro Marco Belpoliti a proposito della vergogna e della responsabilità (SENZA VERGOGNA,ed.Guanda,2010).
Scrive che Primo Levi trovava insopportabile la vergogna e la responsabilità di essere sopravissuto all'olocausto. Provava la vergogna di essere un umano. La vergogna è un sentimento ormai scomparso perchè inutile in quanto le vite umane si giocano nella visibilità estrema: conta esserci come immagine fotografata, cinematografata, teleresa....
Levi si chiede :perchè io e non gli altri me la sono cavata?
La vergogna serviva a prendere coscienza di cosa si è rispeto agli altri. Così quelli della piattaforma non proveranno alcuna vergogna e noi con loro. Inquinare le risorse ambientali, distruggerle,non fa vergognare neppure i genitori che hanno dei bambini verso i quali sono responsabili per il loro futuro. Ci sono genitori che si preoccupano di dare tutto, secondo esosa richiesta, in termini di cibo e vestiti e divertimenti, senza preoccuparsi dell'habitat nel quale dovranno continuare a vivere. Ci sono genitori che abituano i figli a una religiosità intimitistica, disincarnata, astorica. Ci sono i musulmani e le musulmane che invocano Allah e i doveri verso il sacro libro del Corano, reclamano nell'immigrazione il "rispetto" del velo, del cibo , dei luoghi di preghiera ecc., e lanciano anatemi contro l'Occidente blasfemo e tutto finisce lì..
Scrive M.Belpoliti:"Primo si sente 'colpevole di essere uomo perchè, perchè gli uomini avevano edificato Auschwitz'. A questa vergogna non c'è alcun rimedio,perchè Levi non può, come tutti i sopravissuti, sottrarsi alla propria umanità, se non con la morte.". Noi abbiamo edificato i nostri mostri del profitto a ogni costo grazie alla tecnologia...noi ci dovremmo vergognare. Sarebbe un nuovo inizio.

sabato 8 maggio 2010

CEMENTIFICHIAMO ANCHE L'ABBAZIA DI MAGUZZANO

La cementificazione selvaggia del territorio italiano non conosce soste. Dalle Alpi alla Sicilia , dalla Destra alla Sinistra, il consumo di territorio, l'insensibilità (o ignoranza voluta) all'estetica e all'arte, la fa da padrona. Il verde pubblico via via distrutto per far posto a case e casette, a ville e villini, non conosce remore e soste. Nell'Adriatico romagnolo , dove più o meno governa ancora il centro-sinistra. a puntare il dito accusatorio sono i leghisti e il Pdl. A nord, per esempio in Lombardia, sono i Verdi e la Sinistra. Più o meno gli stessi argomenti, più o meno la stessa schizofrenia.
I giornali quotidiani di Brescia, hanno dato l'ennesima notizia, nel mese di marzo, del'rischio di scomparsa della vallata che dall'antica abbazia di Maguzzano arriva fino alle rive del lago di Garda. L'area da vincolare è di 300 ettari e i confini sono quelli dlel'antico "comune monastico" dell'abbazia. Chissà perchè la pratica non fa passi avanti.

martedì 4 maggio 2010

IL FAMILY DAY DEL PARTITO DELL'AMORE

Come si sa il partito di Berlusconi ha inventato il Family Day per dimostrare l'attaccamento alle tradizioni e all'identità cattolica. Icona della famiglia all'italiana è sempre la mamma con in braccio il bambino come ci insegna la storia dell'arte, dove il prototipo della madre è la Madonna con Gesù Bambino. Non importa poi se l'Italia delle mamme e dei loro bambini se la passa male. Il rapporto della Fondazione Cittalia e dell'Anci, in collaborazione con l'Istat e la Caritas, ha fotografato impietosamente le condizioni di vita delle mamme e dei bambini. Il nostro è un Paese dove il tasso di mortalità infantile è tra i più bassi del mondo e dove il rischio di morte per parto è quasi inesistente. Ma finisce qui. Perchè poi i bambini crescono e le mamme non sanno come fare a conciliare lavoro e cura perchè mancano gli asili. La povertà relativa che vuol dire vivere in due con nemmeno mille euro la mese, dipende anche dalla donna che deve rinunciare al lavoro fuori casa. Certo, per poter continuare a lavorare si ricorre, potendo alle nonne. Altrimenti il conflitto interiore delle giovani madri è straziante: chiedere il part time? Licenziarsi? La pressione della tradizione resta pesante anche al Nord: mamme e suocere, persino a volte le solerti amiche, per non parlare dei mariti , fanno capire con più o meno discrezione, che un figlio ha bisogno-della-mamma e la rinuncia è del tutto doverosa e deve essere fatta con il sorriso perenne sulle labbra. Poi alle stesse persone viene di urlare a Radio Padania Libera che sono i musulmani a sottomettere le donne e a confinarle nel privato.

TEMPO DI PRIME COMUNIONI E CRESIME

Una mamma dice alle amiche con evidente commozione e compiacimento, che la sua bambina si sta preparando alla "prima confessione". Seguirà , a distanza prescritta, la "prima comunione". Chissà se la bambina è compiaciuta quanto la sua mamma, o se, piuttosto, si limita ad assaporare l' occasione del primo accostamento all'eucarestia immaginando la festa con tanti regali. Festa sempre direttamente proporzionale allo status dei genitori e dei parenti, così da diventare talvolta simile alle feste di matrimonio. Chissà poi cosa pensa di confessare una bambina di 7 anni a un prete. Una volta, tanto tempo fa, prima del Concilio Vaticano I, i I catechisti e le catechiste, insistevano quasi esclusivamente sui peccati, veniali , di disobbedienza ai genitori, sulle eventuali bugie e sui peccati, sempre mortali, contro il sesto comandamento. I velati riferimenti agli "atti impuri" si riferivano al "toccarsi" (masturbazione), al curiosare e ai "pensieri (?)". A riflettere ora su questa "educazione" mentre il mondo assiste ogni giorno alle rivelazioni dei misfatti dei preti pedofili, talvolta collocati anche molto in alto nelle gerarchie ecclesiatiche o in odore di santità per aver fondato ordini religiosi, vengono i brividi. Ma forse la catechesi di preparazione dei bambini non è più così sessuofbica. Ma se i bambini pretendono feste e regali per prima comunione e cresima, cosa ricevono come insegnamento? Si insegna, per esempio, che il Creato essendo Opera del Creatore andrebbe rispettato? Probabilmente no, a giudicare dagli esiti , cioè dai frutti, dei bambini diventati adulti che, in qualità di ingegneri, architetti, immobiliaristi e politici cattolici devoti, hanno via, via cementificato il Paese; in questo unificandolo dal Sud al Nord. Per non parlare di una urbanistica che ha privilegiato, molto di più che in altri Paesi , il trasporto su rotaia e il viaggiare privato su auto. Per non parlare del ritardo nelle energie rinnovabili, come il solare , mentre la luterana Germania , meno dotata di sole, ne ha da vendere. Per non parlare d'inquinamento industriale indisturbato, eccetera, eccetera.
Appunto, il nostro, è un Paese Cattolico.

lunedì 3 maggio 2010

UNA DONNA

La bambina era uscita sulla balconata dove si affacciavano tante porte di mini appartamenti di fortuna, quando vide arrivare una vecchia signora mal in arnese. Trascinava due borse, una era di stoffa verde militare forse cucita da un bravo calzolaio. La bambina corse in casa dalla mamma per avvertirla che c'era una donna che voleva l'elemosina. La mamma uscì e sorrise salutando la vecchia signora con un rispettoso "Buongiorno dottoressa!". Era salita al secondo piano dell'antica villa ormai abitata solo da affittuari, per visitare qualche ammalato.
La guerra era finita da tre anni ma c'erano ancora famiglie senza casa : case inagibili a causa delle lesioni provocate dai bombardamenti, o perchè occupate da abusivi che avevano approfittato dell'abbandono dei proprieatari in tempo di guerra. Non sempre per sfuggire a eccessivi rischi o perchè , anche, era in fondo una seconda casa al mare. Qualche famiglia era stata costretta dagli occupanti tedeschi ad abbandonare le abitazioni nel 1943, quando a loro era venuta in mente la strategia di abbattere tutte le case del litoraneo . Ma, fortunatamente, ne abbatterono soltanto una di fronte al bellissimo Lido.
La dottoressa era di bassa statura e magrolina ; girava tra i suoi pazienti in bicicletta. Dentro la sporta verde di stoffa militare teneva lo stetoscopio. La seconda borsa le serviva per raccogliere eventuali onorari in natura -gli unici che accettava- che poi utilizzava per i malati bisognosi . Si esprimeva volentieri in dialetto, soprattutto quando veniva fermata per la strada con una richiesta di visita a un malato. Spesso rispondeva un po' bruscamente che non aveva tempo, che cosa credevano e cosa pretendevano da lei...Ma di lì a poco sarebbe arrivata a destinazione. Si favoleggiava che a volte di sera vestisse magnificamente, ritrovando le sue origini borghesi di figlia di proprietari terrieri e andasse a ballare; o alle feste "dei signori". Si favoleggiava che avesse avuto un amante pilota di aereo. Ma non si sposò mai, condividendo la casa con la sorella più giovane. Di lei scrisse anche la grande scrittice sarda GRAZIA DELEDDA. Si chiamava ISOTTA GERVASI. Sono contenta di averla conosciuta. E intervistata.

sabato 1 maggio 2010

PICCHIARE LE DONNE IN NOME DEL MULTICULTURALISMO

L'agenzia Adnkronos ha dato recentemente una notizia che merita qualche ,non superficiale, attenzione. Invitato a un pubblico dibattito alla tv svizzera DRS, Nicolas Blancho presidente nientemeno del Consiglio centrale islamico, ha dichiarato tout court, che picchiare una donna "fa parte dei diritti dell'uomo". Qualcuno dei presenti gli ha fatto osservare che una tale affermazione è in palese contrasto con i valori del diritto svizzero. Il sig. Blancho non si è per nulla scomposto e ha tirato fuori la carta del multiculturalismo con la frase:" Picchiare le donne fa parte della libertà religiosa". E dato che in Europa la libertà religiosa è un sacrosanto diritto, ha aggiunto " Non devo fornire nessuna giustificazione, perchè non ho commesso nessun reato. Ognuno è libero di credere a quello che vuole, purchè si rispetti la legge".

UNA IMMENSA MAREA NERA DI PETROLIO STA UCCIDENDO LA VITA

Continuano inquietanti le notizie sulla fuoriuscita del petrolio che ora sta raggiungendo le coste di vaste zone degli Stati Uniti. Terribili le scarne immagini che ci giungono sugli animali morenti che annaspano in cerca di aria . Migliaia di delfini, di tartarughe rarissime , di uccelli marini, di piccoli gamberi: la vita ,insomma, che ci sta lasciando su un pianeta sempre più attaccato dall'autodistruzione dell'animale razionale , "creato" per la " signoria" della Terra Madre. Secoli di cultura cristiana antropocentrica, hanno preparato i predatori autorizzati dell'ambiente. E non soltanto le religioni.Ttrent'anni e più anni fa, quando cominciai a interessarmi e a sc rivere di problemi ambientali, mi sentii più volte eredarguire dai compagni e dalle compagne, perchè "prima bisogna pensare alla classe operaia".
Il Pastore Tedesco che governa la Chiesa Cattolica recentemente di nuovo ha attaccato chi -le donne- con l'aborto disdegnano "la vita nascente" . Ma poi sono assenti o scarse le parole di condanna di coloro che , in nome del proprio tornaconto privato o collettivo , sistematicamente distruggono le basi della vita naturale: cementificando a dismisura i suoli , inquinando terreni e alimenti ecc..
Ma così va il mondo, così le religioni.