mercoledì 19 dicembre 2012

IL PAESE CHE HA PERSO IL SUO PAESAGGIO

Era l’ottobre del 2009. Un centinaio di associazioni e migliaia di cittadini,. Consegnarono alle Regioni Lombardia e Veneto le due proposte di legge regionale di iniziativa popolare per l’istituzione del Parco delle colline moreniche del Garda, a tutela del paesaggio di una trentina di Comuni . A tutela del paesaggio? Certo, degli scampoli residui che meritano, ancora, questa definizione. Intanto la cementificazione, nonostante la crisi economica ed edilizia, continua ad avanzare. Tra non molto distruggerà anche la piana residua davanti all’antica abbazia di Maguzzano, con il parere favorevole della Soprintendenza . Sono 3200 metri cubi di cemento per nuove casette e piscine . Le proposte di legge invece riposano nei cassetti delle due Regioni. L’idea del Parco Regionale risale addirittura al 2003. Le associazioni ambientaliste e culturali bresciane, mantovane e veronesi, con l’adesione di testimonial di prestigio, come Massimo Cacciari, Margherita Hack, Roberto vecchioni, Vittorio Messori, e altri, ne hanno appoggiato e promosso l’iter necessario. In Lombardia solo nel giugno del 2010 la pratica viene assegnata alla VIII commissione che è l’organo competente del Consiglio regionale in materia di parchi per esaminare le proposte e predisporre il testo da portare in Consiglio. Ma il comitato promotore è ancora in attesa dell’audizione. Nel giugno del 2011 l’assessore regionale ai Parchi Colucci, promette il suo impegno personale e il 3 ottobre scrive infatti alla presidenza della Commissione in proposito. Poi più niente. Siamo alla fine dell’anno 2012, la Regione Lombardia dovrà essere rinnovata nel suo consiglio. Dopo cosa accadrà? I nuovi, o “vecchi” consiglieri /e riprenderanno a occupare il tempo in feste e festini, giochi e cene a spese dei cittadini e in favoritismi a lobby e lobbyne in tutti i campi , dalla sanità all’ambiente, come se niente fosse? Avremo di nuovo un Governatore trionfante nel dire che la Lombardia è la Regione migliore del Paese Italia? E la Regione Veneto che nondimeno ha saccheggiato il territorio a furia di capannoni , supermercati e villette sarebbe l’altra regione di Destra meglio governata? I politici, parlamentari o dirigenti dei partiti, potrebbero evitare di continuare a declamare , come nel romantico ottocento (dell’unità d’Italia) che il nostro Paese è dotato di uno dei paesaggi più belli e fantastici del mondo, persino tutelato dalla Costtituzione? E’ poco educativo raccontare frottole ai bambini.

sabato 15 dicembre 2012

IL PARLAMENTO, LE DONNE E I PRECARI

1.Una serata in compagnia. Il parlare conviviale scivola sulla politica. Si parla dell’Italia che sta agli ultimi posti delle classifiche per tante voci, a cominciare dalla scarsa percentuale di donne parlamentari. Il “padrone di casa” esce con un’affermazione : “ Però di donne brave, meritevoli di sedere in parlamento, ce ne sono poche!”. Già, agli uomini non si chiede se meritano, per bravura e serietà, di candidarsi! Il Parlamento, Senato e Camera, pullula di uomini alla Scilipoti o del tipo del leghista il cui recente intervento, nella lingua ufficiale del Paese, è stato grammaticamente inferiore a qualsiasi immigrato extra comunitario appena sbarcato a Lampedusa o dintorni. Ma l’essere nato maschio è, in questo Paese, sufficiente a ritenersi all’altezza della politica ( o di ruoli di prestigio nelle professioni). Invece l’on. Prestigiacomo, intervistata sabato 15 dic. per la trasmissione in Onda de’La7, circa lo stato d’animo dei parlamentari in attesa delle ri-candidature, ha regalato all’opinione pubblica una candida spiegazione della sua ansia. I parlamentari , ha detto, con ragione non dormono più sonni tranquilli da quando Berlusconi ha ordinato al segretario Alfano di buttare giù dalla poltrona di primo ministro Monti: sono, in assoluto, i più precari tra i precari. Capito? Il parlamento italiano è una ditta che offre posti di lavoro ben remunerati ma,. peccato, a tempo determinato (di solito anni cinque). 2.L’Italia, e non solo , coltiva ormai esplicitamente uomini (uomini!) cosiddetti leader politici che fanno pensare sempre di più alla sindrome narcisistica. Più o meno una Personalità Narcisistica presenta queste caratteristiche: eccessivi sentimenti di grandiosità ed unicità, con la considerazione di essere speciali e al di sopra di ogni altro individuo. I comportamenti sono infatti spesso arroganti, superbi e carichi di atteggiamenti snob e sdegnosi. Le relazioni socio-affettive sono influenzate in modo disfunzionale dall'eccesso di ego, dalle continue richieste di ammirazione ed attenzione e dalle pretese di esaudire (sempre sulla base della presunta superiorità) ogni bisogno e desiderio. Il narcisista trova normale utilizzare e sfruttare gli altri rispetto alle proprie esigenze, ritenute molto più importanti e speciali di quelle altrui. E’ allora giustificata la richiesta di attenzioni e di trattamenti diversi. Ha inoltre il continuo bisogno di complimenti e lodi e la non considerazione può provocare umore disforico . Non manca la continua aspettativa di dover essere ammirati e soddisfatti, e quando ciò non avviene si genera sconcerto e ira. La persona si aspetta quindi che gli venga concessa e data qualsiasi cosa lui voglia compresa la dedizione. Eccetera. Ogni riferimento a vecchi o neo politici italiani non è puramente casuale.

mercoledì 12 dicembre 2012

UN CARDINALE PER LA SHARIA

L’art. 68 della Nuova Costituzione egiziana riconosce la parità tra i sessi, in conformità con la legge islamica(Sharia). Con gli articoli 2 e 219 si afferma che le fonti primarie della legge e le regole fondamentali della giurisprudenza, devono fare sempre riferimento alla sharia. Altrimenti , sostengono da quelle parti, si aderirebbe a una concezione “ connotata da una visione secolarizzata dell’uomo e del mondo, priva di apertura al trascendente.” In verità, la virgolettatura contiene quanto si legge, tra l’altro, nella famosa omelia del cardinale Scola tenuta il 6 dicembre per la solennità della festa di S.Ambrogio; e si riferisce precisamente all ‘ “atto di nascita della libertà religiosa” con l’Editto di Milano del 313 Costantino e Licinio. Il cardinale ciellino ha scelto la celebrazione, prossimo anno, dell’Editto, per sparare sulla laicità dello Stato , soprattutto quella d’impronta francese. Come ha scritto il teologo Vito Mancuso su La Repubblica (7.12) , Scola ha sorvolato su alcuni particolari storici di non scarso, oggettivo, valore. Alla fine della persecuzione contro i cristiani, non seguì infatti la libertà degli altri. Anzi, con l’Editto di Tessalonica (380) dell’imperatore Teodosio, si toglieva la libertà di culto ai pagani. Il cardinale prosegue precisando che la “libertà religiosa” pone alcuni gravi problemi, come “il rapporto tra verità oggettiva e coscienza individuale” e la “ questione dell’interpretazione dell’universalità della salvezza in Cristo di fronte alla pluralità delle religioni e di mondovisioni (visioni etiche ‘sostantive). Detto altrimenti , si pone il problema che riguarda “la connessione tra libertà religiosa e orientamento dello Stato e, a diversi livelli, di tutte le istituzioni , nei confronti delle comunità religiose presenti nella società civile.” A seguire la sua argomentazione si capisce perché “il classico problema del giudizio morale sulle leggi si è andato sempre più trasformando in un problema di libertà religiosa. “ Come? Per esempio a proposito della riforma sanitaria di Obama. Quella riforma “impone a vari istituzioni tipi di istituzioni religiose (specialmente ospedali e scuole) di offrire ai propri impiegati polizze di assicurazione sanitaria che includono contraccettivi . Abortivi e procedure di sterilizzazione.” Certamente in Italia non succede, visto che i presidi ospedalieri cattolici accreditati, come in Lombardia, oltre a imporre ai medici l’obbiezione di coscienza per l’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, vietano di spiegare e somministrare gli anticoncezionali non naturali. La “libertà religiosa” si dovrebbe, secondo il vescovo ciellino, coordinare alla “retta ragione” che tale sarebbe se illuminata dalla fede. Intendendo per fede quella cattolica, in quanto riafferma implicitamente l’antica dottrina della Rivelazione come atto che dice la parola dell’inutilità delle religioni precedenti e future, che non riconoscono i successori di Pietro. Diversamente, lo Stato non neutrale voluto da Scola, accogliendo “il fenomeno religioso “ contro la deriva secolarista, potrebbe finire per rispettare anche la “libertà religiosa”, cioè i valori irrinunciabili delle altre religioni. A cominciare dalle correnti islamiche che ribadiscono la supremazia della sharia in fatto, per esempio, di matrimonio poligamico e di limiti alla libertà delle donne come sta accadendo sia in Tunisia che in Egitto dopo le “primavere arabe”. E come, forse, sta iniziando ad accadere anche in Turchia. Allora , a ben vedere, il cardinale nella sua omelia ha , rettamente dal suo punto di vista, inneggiato all’editto di Costantino come Initium libertatis ; la storia che è seguita per secoli e secoli ha segnato infatti la supremazia della Chiesa di Roma sugli stati e i governanti, unti del Signore per mano dei papi., (pubblicato su ITALIALAICA (12 DIC.) CON IL TITOLO :ma quale libeta' religiosa?)

martedì 4 dicembre 2012

L'ITALIA FUTURA DI GRILLO E DEL PD

Una mattina di autunno, un sabato qualsiasi, una giovane signora cammina accanto ad una bimba che spinge una carrozzina. Dentro la carrozzina c’è un bambolotto. E’ l’immagine efficace dell’Italia degli anni duemila. Trenta o quarant’anni fa non si trovava di certo nei negozi una carrozzina di grandezza quasi uguale a quelle “vere” per neonati veri. Il “giocare alla mamma” si limitava entro le mura domestiche. A leggere integralmente il Programma del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, si può pensare che stiamo addirittura arretrando. D’altronde il comico ha recentemente affermato che in Iran -patria della moglie- le donne stanno benissimo perché hanno un ruolo centrale nella famiglia. E quanto a battute maschiliste, la concorrenza a Fede e a Berlusconi è perseguita con puntiglio. Nel “suo” programma elettorale i problemi che hanno le donne in Italia , sono infatti assenti. I capitoli riguardano lo Stato e i cittadini, l’Energia e l’Informazione , l’Economia ei Trasporti, la Salute e l’Istruzione. Si elencano i temi d’intervento come la riduzione a due mandati parlamentari, il divieto di esercitare un’altra professione durante il mandato, il divieto di cumulo delle cariche amministrative e la non eleggibilità dei condannati. Tutto particolareggiato come cosa fare nei condomini per evitare sprechi d’energia e l’incentivazione dei biocombustibili e la produzione di biogas. IL tema dell’Informazione segnala l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, il limite della raccolta pubblicitaria, la cittadinanza digitale alla nascita ,ecc.. L’Economia nomina l’argomento Ferrovie dello Stato ,le tariffe dell’energia, la connettività telefonica garantita a tutti , il sostegno alle società no profit, “il sussidio di disoccupazione garantito”,ecc. Al capitolo Trasporti si chiedono parcheggi per bici e il blocco della Tav Val di Susa e il no al ponte sullo stretto di Messina. La Salute: un ticket proporzionale al reddito per le prestazioni non essenziali e una politica per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo consapevoli. Si propone l’introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche economiche. Per l’Istruzione si vuole la diffusione obbligatoria di Internet e l’abolizione dei titoli di studio; le risorse pubbliche devono andare soltanto alla scuola pubblica. Che questo sia un Paese dove l’occupazione femminile è tra le più basse dell’Europa e del mondo anche perché manca , da sempre, una seria politica di conciliazione e condivisione dei tempi di cura, non pare interessi al comico-politico e ai suoi fans. Nel programma ITALIABENE COMUNE del Pd , almeno si legge : "L'autonomia, la responsabilità e la libertà femminile sono una leva per la crescita e una risposta alla crisi democratica. C'è un nesso strettissimo tra il maschilismo e l'offesa alla dignità delle donne incarnati in questi anni dal berlusconismo e il degrado delle istituzioni democratiche. Il riconoscimento della soggettività femminile e l’attuazione del principio della democrazia paritaria sono oggi condizioni essenziali per la ricostruzione del Paese. (…) Quarto passo è mettere in campo politiche fiscali a sostegno dell’occupazione femminile, ancora adesso uno dei differenziali più negativi per la nostra economia, in particolare al Sud. Serve un grande piano per aumentare e migliorare l’occupazione femminile, contrastare la disparità nei redditi e nelle carriere, sradicare i pregiudizi sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni. A tale scopo è indispensabile alleggerire la distribuzione del carico di lavoro e di cura nella famiglia, sostenendo una riforma del welfare, politiche di conciliazione e condivisione e varando un programma straordinario per la diffusione degli asili nido. Anche grazie a politiche di questo tipo sarà possibile sostenere concretamente le famiglie e favorire una ripresa della natalità. Insomma sul punto non servono altre parole: bisogna fare del tasso di occupazione femminile e giovanile il misuratore primo dell’efficacia di tutte le nostre strategie." L’intento è buono, prezioso e chiaro. Non è seguito da altrettanta chiarezza per quanto riguarda la dominanza maschile nei luoghi dove si fanno leggi e si amministrano i cittadini: le quote rosa o altro…. Assente in entrambi i programmi la riposta programmatica al disastro ambientale idrogeologico, al dissesto del territorio,all’inquinamento diffuso dell’aria soprattutto nelle città del Nord. In entrambi è assente la proposta di una politica legislativa che affermi un’idea di rispetto del bene storico e culturale architettonico, della difesa di boschi e parchi contro la speculazione edilizia che avanza inesorabile con la benedizione di tutti i politici di destra e di sinistra.

mercoledì 28 novembre 2012

RENZI E BERSANI A CONFRONTO HANNO OMESSO.......

Il suo esperto di comunicazione gli avrà raccomandato di non mettersi la giacca: fa vecchio politico. Forse Bersani non ha disposizione un esperto e poi è anziano: ma forse anche non vuole, non può, assomigliare ….a Obama. Entrambi hanno esibito il loro stile comunicativo privo di involuzioni decorative o retoriche. Ogni riferimento non è puramente casuale. Però, su La 7 di Lilli Gruber, Vendola aveva chiaramente parlato di ambiente e crisi climatica , da mettere al primo posto della prossima agenda di governo. Renzi e Bersani, di ambiente disastrato non ne hanno parlato, anche perché la conduttrice e i gruppi di riferimento a Milano (per Renzi) , a Palermo (per Bersani) hanno posto altre domande. Bersani ha fatto il solito cenno alla crisi e stasi dell’edilizia, lasciando a chi lo ascoltava una domanda: intendeva che occorre rilanciare la cementificazione italica? Insomma, né Renzi, né Bersani hanno speso un minimo di parole per dire che il dissesto idrogeologico dipende (anche) , da un’economia basata sulla drastica e insensata riduzione delle aree agricole per costruzioni spesso invendute, e dall’asfaltatura sistematica degli alvei dei fiumi. Viene in mente quello che ha scritto recentemente lo scrittore D.Starnone: la Sinistra gli errori li chiama ritardi. Del tipo: siamo in ritardo sui problemi ambientali. Siamo in ritardo sui diritti delle donne . E così via. Renzi ha parlato dell’insopportabilità del “ritardo” italiano a proposito della percentuale di donne che lavorano. Bersani ha taciuto. Nessuna domanda è stata fatta sulla Sanità. Il 28 nov. I quotidiani e i telegiornali tutto il giorno avevano riportato una dichiarazione allarmante di Monti sul rischio di avere presto a che fare con l’impossibilità di garantire prestazioni sanitarie gratuite. I due avrebbero potuto farvi cenno. Di Welfare ferito a morte ha scritto su La Repubblica la sociologa Chiara Saraceno, commentando l’ “uscita” di Monti sulla sanità. Che Monti –si chiede Saraceno- abbia fatto quel cenno pensando che, dopo aver colpito scuola e sanità a colpi di accetta, si possa “prevederne la messa in liquidazione.” ? Secondo la sociologa Monti dimostra una netta insensibilità , o cecità, rispetto alla situazione delle famiglie italiane. In maggioranza le famiglie italiane non potrebbero certo permettersi una sanità fatta di assicurazioni private. L’istituzione del servizio sanitario del 1977 è da ricordare come una delle riforme egualitarie più importanti del Paese. Come del resto anche la scuola pubblica. Non c’è dubbio che ascoltando i due candidati delle primarie del Pd, si sente in Bersani una più chiara disposizione a tenere fermi i diritti essenziali garantiti a tutti/e. Renzi , parla (non in occasione del confronto) di meritocrazia. La meritocrazia –vinca il migliore- non ha mai tenuto in conto i condizionamenti ambientali. Chi parte svantaggiato economicamente in uno stato che divide ,per esempio, il sistema scolastico in scuole e università per i poveri e scuole e università, di valore per i ricchi (che possono pagarsi le rate), alla fine del percorso subirà una calcolo “meritocratico” ingiusto. I due, d’accordo contro l’omofobia, non hanno voluto o (o saputo) accennare al fatto che eventi tragici come il suicidio del ragazzino oggetto di stalker in quanto assumeva comportamenti giudicati poco virili, hanno come causa una mentalità antica, di rigida divisione dei ruoli sessuali. E allora, anche una eventuale drastica rottamazione alla Renzi, rischia di darci una classe politica affezionata e dipendente dalla persistente tradizionale cultura del Paese.

giovedì 22 novembre 2012

LA DONNA CHE HA VOLUTO LA RIFORMA DELLA SANITA'

C’è in giro molta apprensione. C’è in giro tanta insicurezza che non è più generata dai cosiddetti extracomunitari . I timori per il futuro prossimo venturo riguardano l’ambito della sanità. Con la politica della spending review del governo Monti, sono stati tagliatio oltre 23 miliardi dal fondo sanitario nazionale; pari al 20 % in meno del finanziamento totale. L’Italia ha una spesa sanitaria pro capite pari a2.282 nel 2010; meno di Germania e Francia. La conseguenza è l’applicazione in crescendo di nuovi ticket sanitari e di tagli al numero di letti negli ospedali. La Federfarma sostiene che le quote di partecipazione a carico dei cittadini è passata dal 7, 4% del giugno 2010 all’’11,2 % del 2011. Insomma, ci sono più ticket e si rimborsa meno. Nel partito berlusconiano ci sono ex repubblicani, ex missini ,ex liberali. Anche nel Pd ci sono ex democristiani che ai tempi della riforma sanitaria del 1978, non approvarono Tina Anselmi ministra della Sanità . Tina, in DC detta “la Tina vagante”, ricorda il suo segretario Enzo Giaccone al Fatto Quotidiano (19.nov.) quando era convinta di una cosa andava avanti diritto fino alla sua realizzazione. Infatti riuscì a fare approvare la legge che giaceva in Parlamento da ben 14 anni. Un forte interlocutore fu l’on. Giovanni Berlinguer, allora “ministro ombra” del Pci per la Sanità. Alla Camera, il 23 dic. 1978, disse che la riforma era “il frutto dell’iniziativa del movimento operaio, rappresentato sia dalle organizzazioni sindacali che dai partiti della sinistra, partito comunista e partito socialista”. Il segretario dell’Anselmi ricorda che in Dc si parlò di “salto nel buio” . Andreotti , Piccoli con i suoi Dorotei, non volevano condividere la legge con i rossi. La riforma eliminava le mutue vecchio stile, decentrava i poteri alle Regioni e alle Usl, “erodeva potere e denaro alle strutture private”. Soprattutto affermava il principio della globalità delle prestazioni e l’uguaglianza del trattamento. Si opposero i repubblicani di Susanna Agnelli e si astennero liberali e missini. Poi è arrivato in Lombardia il Celeste a riportare tutto indietro invocando il principio della sussidiarietà, cioè dell’avanzata del privato a scapito del pubblico. Ora siamo avanti, molto, in questo rigurgito di liberismo anti statalista che vuol dire meno stato ,più privato e si salvi chi ha il denaro per pagarsi prestazioni veloci e di eccellenza. Tina Anselmi quando poteva rientrava a Castelfranco Veneto per il wek end. Un sabato, abitando a Treviso , andai a trovarla. Mi ricevette nel suo studio al piano terra della villetta di periferia dove abitava (e abita tuttora) con la sorella. Mi fece vedere i due quadri che Fanfani le aveva regalato perché si era scoperto anche pittore,poi ,un po’ in lingua veneta e un po’ in italiano, mi raccontò la sua vita al ministero della Sanità. Mi disse che aveva ricevuto due manager di una importante farmaceutica. Volevano fare approvare qualche farmaco in tempi veloci o giù di lì e le fecero capire che intendevano darle un riconoscimento. In altri termini una tangente. Mi disse che aveva dato quasi in escandescenze e aveva urlato ,in veneto, che uscissero subito dalla stanza. Il titolo, bello e affettuoso dell’articolo del Fatto Q., è questo: LA ‘TINA VAGANTE’ CHE GARANTI’ LE CURE A TUTTI.

martedì 20 novembre 2012

LA COSTITUZIONE TUTELA LA SALUTE E ANCHE PER QUESTO LIMITA LA LIBERTA' D'IMPRESA

Più o meno 8 mila metri quadrati per 15 unità abitative: ecco la nuova ondata cementificatoria nelle antiche zone residue delle colline moreniche del lago di Garda. Il comune di Lonato ha concesso l’autorizzazione alla costruzione che, peraltro, ha avuto il parere favorevole della commissione paesaggistica. Anche la Sovrintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio ha approvato il nuovo scempio dell’ambiente naturalistico italiano. I nuovi insediamenti arriveranno a ridosso dell’antica abbazia di Maguzzano, dalla quale ora si ha una vista stupenda sul lago. Vittorio Messori, noto scrittore che abita a Desenzano, ha scritto un articolo di fuco sul Corriere della Sera (16 nov.) contro questa politica all’italiana che non si ferma neppure in piena crisi economica. Ormai anche al lago di Garda le seconde case invendute sono tante e allora una domanda: ma a chi conviene costruire? Ricorda, lo scrittore, che la zona apparteneva all’ordine monastico che aveva bonificato e resi fertili i territori circostanti. Fungeva da sindaco il Rettore affiancato da cinque contadini eletti dai colleghi che coltivavano le terre. Il Comune possedeva dei mulini, il cimitero, i gendarmi e le barche da pesca e da trasporto agli ordini di un monaco marinaio. Il territorio ha,dunque, anche un aspetto storico e culturale da tutelare. Scrive Messori: “Tra l’altro il territorio dell’antico Comune di Maguzzano è forse l’ultimo brandello del basso Garda salvatosi dal saccheggio dei cementificatori.” La crisi dei partiti , ma anche la crisi delle tipologie umane di coloro che la politica la fanno di mestiere, dovrebbe indurre a riflettere su questo lato della loro mentalità e cultura che ha agevolato, perseguito, o sottovalutato l’importanza della salvaguardia ambientale .Salvatore Settis (La Repubblica, 21 ott.) continua a scrivere sulla sistematica violazione della Costituzione in materia paesaggistica. Negli ultimi anni sono stati tre gli strumenti che hanno vanificato la tutela del paesaggio. Si è proceduto a diluire i pareri tecnici dei Soprintendenti in “conferenze dei servizi” e a favorire varie forme di silenzio-assenso . Il silenzio-assenso escludeva beni culturali e paesaggio. Ma in una tacita alleanza tra Destra e Sinistra , si tentò di cambiare : il ddl Baccini del 2005 (governo Berlusconi) e il ddl Nicolais del 2006 (governo Prodi). Nel 2011 il silenzio-assenso veniva introdotto modificando il testo unico sull’edilizia e il Codice dei beni culturali. E ora, si chiede Settis ? Ora, il governo Monti sancisce che i permessi per costruire vanno richiesti a “uno sportello unico” presso i Comuni. Le Soprintendenze verranno interpellate insieme con altre amministrazioni e si troveranno in minoranza. L’ aspetto più grave è che il parere dev’essere reso “in conformità al piano paesaggistico locale”; come dire: può non tener conto dei vincoli ministeriali. il parere delle Soprintendenze deve essere espresso entro 45 giorni, trascorsi i quali i Comuni possono procedere come gli pare. La tutela del paesaggio è parte integrante della Costituzione italiana perché riguarda anche la tutela della salute. Il territorio italiano, soprattutto al Nord, è uno dei più inquinati dell’Europa perché la libertà d’impresa è stata agevolata (dai politici!) anche contro l’art. 41 della Costituzione che ne limita l’esercizio se in contrasto con l’utilità sociale. E’ necessario chiedere, in vista del rinnovo dei parlamentini di alcune regioni e dello stesso paramento nazionale, chiarezza non retorica o ideologica, ai partiti , ai movimenti e ai candidati/e anche su questi aspetti della vita individuale e collettiva,la cui qualità è sempre più minacciata.

lunedì 12 novembre 2012

QUESTA MATTINA SULLA STAMPA.....

Pioggia, frane e danni anche in Liguria. A Roma è allarme per l’innalzamento del livello delle acque del Tevere. La situazione più difficile a Orvieto, dove una donna è grave. Una vittima a Grosseto. Rossi chiede aiuti immediati. (la stampa,) ) - Roma, 12 nov. - Campi allagati, strade invase dall'acqua, smottamenti, black out: le regioni piu' colpite oggi dal maltempo sono l'Umbria, la Toscana, il Lazio, minacciate da fiumi in piena e corsi d'acqua esodati. La pioggia, dopo i danni arrecati in Veneto, Liguria, Emilia Romagna, alta Toscana (in particolare le province di La Spezia, Massa e Carrara) sta imperversando nel Centro Italia. (agi.it) «È necessario e urgente un programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che rappresenta una misura infrastrutturale per la crescita». Così il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini nel tardo pomeriggio di una giornata di maltempo che ha messo a dura prova tutto il centro nord. Clini ricorda che «su proposta del presidente Monti, il Consiglio Europeo del 29 giugno ha richiesto alla Commissione Europea di individuare le azioni possibili per liberare risorse pubbliche destinate alla protezione del territorio, "interpretando" i vincoli del Patto di Stabilità in modo da favorire investimenti nella prevenzione con effetti positivi sulla crescita superiori ai costi necessari per la riparazione dei danni». (IL CORRIERE DELLA SERA) Il governatore del Veneto chiede lo stato di calamità: "E' impensabile che il governo non aiuti un territorio che paga così tante tasse"(libero) Mentre nelle zone più colpite si fa la conta dei danni dopo i nubifragi di ieri, il maltempo continua a creare disagi nelle regioni del centro-nord. Se in Alto Adige l'allarme sta rientrando, il Veneto è pronto a chiedere lo stato di calamità dopo il maltempo del fine settimana. A Venezia oggi è ancora acqua alta (102 centimetri sul medio mare la massima di marea) a a Padova resta l'allerta per la piena fiume Bacchiglione. In Toscana permangono forti difficoltà. In provincia di Massa il Corpo forestale dello Stato ha attivato un servizio antisciacallaggio degli immobili abbandonati ieri perché invasi dall'acqua. E oggi sotto scacco è il grossetano. La forte pioggia ha provocato lo straripamento dell'Albegna e dei torrenti Elsa e Osa. Attivate le procedure di sicurezza per l'Ombrone. I vigili del fuoco stanno compiendo salvataggi utilizzando i mezzi anfibi, in particolare nella zona di Manciano dove sono state chiuse le scuole, provvedimento che starebbe valutando anche il comune di Scansano. Paura per gli occupanti di due auto trascinate via dalle acque dell'Elsa: sono stati tratti in salvo dai pompieri. (sole 24ore) Già negli anni settanta i timidi VERDI scrivevano, su giornali come IL MANIFESTO o NUOVA ECOLOGIA, che l'uso scriteriato del territorio e una becera politica dei terreni agricoli, avrebbe comportato in seguito un insostenibile dissesto ambientale generalizzato, dalle montagne alle pianure . A Sinistra noi "ecologisti" venivamo soltanto tollerati, perchè il lavoro e la lotta di classe, cioè l'antroprocentrismo era l'ideologia dominante. A Destra e al Centro pensavano soltanto a favorire la nuova borghesia e a blandire "il popolo" con gli specchietti per le allodole delle seconde case a rate intorno ai laghi, lungo le coste; abusive o meno.La politica dei terreni agricoli a pieni mani lottizzati, lo spopolamento delle aree agricole, hanno fatto il resto. Poi è arrivata la legge Tremonti che permette di ragionare così: io comune ti favorisco con i terreni che acquisti se mi costruisci qualche strada e una palestra di scuola. Per ultimo la Chiesa ha continuato a istruire i bambini del catechismo con un po' di teologia trinitaria, i comandamenti e la pratica dei sacramenti e un vago, astratto, amor del prossimo . Mentre pure i parroci svendevano territori o abbattevano alberi per costruire palestre e oratori , o vendevano ai privati terreni e boschi millenari per guadagnare denaro. E' anche questa LA STORIA del nostro Paes dal dopoguerra a oggi.

I PARITI "DOVREBBERO...." MA........

Non c’è niente da fare. Il “dovrebbero….” scritto alla fine del blog precedente,resta un pio desiderio. Dovrebbero, i candidati alle primarie ,i partiti, i movimenti come quello di Grillo, le liste civiche per le regionali in Lombardia e nel Lazio, avere come priorità il lavoro ma anche la “conciliazione dei tempi” per le donne, l’istruzione e la cultura , un programma per la tutela ambientale a cominciare dall’aria, dall’acqua, dall’aria e dal suolo e i diritti per la prevenzione e la cura dei corpi, ecc. Un programma chiaro e dettagliato per la tutela ambientale a cominciare dall’aria, dall’acqua, dall’aria e dal suolo e i diritti per la prevenzione e la cura dei corpi, invece non figura mai nelle priorità. L’ampia zona che va sotto il nome di Padania, così cara alla Lega Nord, è tra le più inquinate del Paese e dell’Europa. Ci sono città come Brescia e Milano dove i disturbi e le malattie respiratorie , anche gravi, riguardano numeri vasti della popolazione. Come ci si è arrivati ? Come è stato possibile in territori che vantano ancora una religiosità cattolica significativa? In nome di quale ideale religioso e civile si è perseguito il profitto degli imprenditori anche a costo di inquinamenti terrificanti come quello della Caffaro?

I PROGRAMMI DEI GRILLINI, PD E LANCIATI NELLE PRIMARIE RISPETTO AI PROBLEMI AMBIENTALI DEL PAESE: CI SONO?

Franiamo che di più non si può. Ormai pioggia e vento scatenano un allarme gigantesco in tutto Italia e provocano sfollati quasi peggio della seconda guerra mondiale. Abitazioni sopraffatte dalle acque tracimanti dai fiumi, o riempite di fango e detriti da pezzi di montagna franati: una quasi normalità da cause “naturali”. Che sia l’esito di un gran consumo di suolo e della cementificazioni degli alvei dei fiumi, è una conoscenza per addetti ai lavori, cioè per gli scienziati. La gente, il popolo, abituato da anni all’ “individualismo proprietario” di marca berlusconiana –cattolica, appare semi rassegnato e per niente arrabbiato. L’antipolitica sembra orientata altrove. Intanto, nella Regione Lombardia, “governata bene “ da Formigoni e company , si procede a distruggere lembi importanti e significativi di bellezze naturali. Come si può constatare guardando la foto aerea della bellissima abbazia di Maguzzano sulle colline moreniche, non lontano da Desenzano del Garda, con segnalata la zona che presto sarà sommersa da altre casette. In tempi di crisi edilizia non si sa per quali destinatari. Ma la mafia calabrese non è arrivata al Nord? I programmi dei grillini, i programmi del Pd , e poi di Vendola, per non dimenticare gli impegni di Bersani, Renzi ecc. per le primarie, dovrebbero essere chiari, precisi, circostanziati , proprio sul problema dell’ambiente. Dovrebbero…..

martedì 6 novembre 2012

L'EUROPA E' PIU' VERDE,L'ITALIA NO

E l’Italia si distingue sempre per collocarsi tra le ultime nazioni ! L’Europa è più verde, tranne Italia e Spagna. L’Europa sta per centrare gli obiettivi di Kyoto sui cambiamenti climatici e i suoi rimedi. L’obiettivo per il periodo compreso tra il 2008 e il 2012 è di ridurre le emissioni dei Paesi cosiddetti sviluppati almeno del 5 % rispetto al 1990. Ma è molto probabile che si raggiunga la riduzione dell’8 % e si proceda verso il 10. 15 Paesi hanno siglato l’accordo , ma l’Italia e la Spagna è molto probabile che non manterranno l’impegno. L’Italia, che deve singolarmente ridurre del 6,5 %, non ha nemmeno illustrato un piano per raggiungere l’obiettivo. L’Agenzia dell’Ambiente europea fa sapere che un mancato adeguamento da parte dei due Paesi impedirà agli altri di raggiungere i traguardi fissati per il 2015. Un aiuto , comunque, è arrivato dall’abbassamento dei consumi per il riscaldamento domestico e dalla crisi che ha portato le aziende a consumare meno energie. In Europa le emissioni di Co2 sono diminuite di un ulteriore 2,5 %. L’Italia poi alla crisi economica deve molto: ha potuto contenere le emissioni di 11 milioni di tonnellate di anidride carbonica . Il calo di consumi energetici (non per politiche governative come in Germania del tipo green economy) , svela la drammaticità della situazione e le reticenze politiche ad affrontare temi come la salvaguardia dell’ambiente . Spagna e Italia si sono date a un consumo di suolo insensato , più o meno eguale in tutti i tipi (politici) di amministrazione locale; hanno nascosto spesso e volentieri la situazione insalubre delle città ; hanno permesso nei decenni post seconda guerra mondiale un processo industriale ad alto tasso d’inquinamento; non hanno curato un’istruzione volta alla conoscenza della storia dell’arte e al significato del rispetto della natura e degli animali. E così via elencando. Ci si potrebbe chiedere come mai ciò è accaduto soprattutto nei due Paesi più cattolici dell’Europa. Uno studioso dell’Università di Bologna che ha scritto un saggio sulla corruzione in Italia, a una domanda di Augias nella sua trasmissione quotidiana sul terzo canale Tv, ha risposto che è nettamente maggiore nelle nazioni dominate da religioni “verticistiche” come l’Islam e l’Italia. Da non dimenticare che si tratta di un verticismo tutto al maschile!

domenica 28 ottobre 2012

A BRESCIA LA CONSIGLIERA SEL INTERDETTA A CELEBRARE I MATRIMONI

«L’abito, il portamento, e quello che, dal luogo ov’era giunto il curato, si poteva distinguer dell’aspetto, non lasciavano dubbio intorno alla loro condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro, terminata in una gran nappa» La consigliera Donatella Albini, capogruppo Sel al Comune di Brescia, ha citato questo passo dei Promessi sposi di A.Manzoni in occasione di un matrimonio da lei celebrato , ottenendo una notifica da parte del sindaco di sospensione della facoltà dei consiglieri: “Non sussistano le condizioni perché venga predisposta la delega a suo nome per la celebrazione”. La consigliera Sel con la citazione si riferiva a quanto accaduto alla sposa ,fermata in aprile in comune mentre, con il futuro marito italiano stavano stabilendo la data del matrimonio; infine trattenuta a lungo - tra polizia municipale e questura- in quanto sprovvista di permesso di soggiorno. Il riferimento al matrimonio del famoso romanzo, che , ha detto recentemente Bossi, è stato scritto nella lingua italiana su commissione dei Savoia , ha forse suscitato l’ira dei leghisti che fanno parte della maggioranza che governa la città della leonessa. E pare anche quella del sindaco Paroli, in quota Comunione e Liberazione, che avrebbe accusato l’Albini di aver tenuto, addirittura, un comizio. La dottoressa Albini, nota ginecologa e femminista bresciana , è certamente una donna di grande passione , generosità e stile comunicativo diretto. Può darsi che per queste sue “qualità” susciti reazioni e azione in una diffusa, resistente sub cultura cattolica intrisa di formalismo , tanta ipocrisia e chiusura identitaria difensiva contro gli “altri”, gli stranieri immigrati.

martedì 23 ottobre 2012

IL PRETE , LA SIGNORA E IL PREFETTO

La vicenda ha scatenato un putiferio che continua a dilatarsi sui media e su Internet. Le ragioni ci sono, eccome. Un prete di “frontiera” - questo il fatto- in quelle zone del Sud dove si muore tra Camorra e veleni conficcati nei terreni e liberati nell’atmosfera, un giorno di ottobre interviene in una riunione a palazzo di governo a Napoli, per denunciare la terribile situazione del territorio della sua parrocchia di periferia. E’ rispettosamente in piedi e si rivolge alla prefetta di Caserta chiamandola Signora. L’anziano collega prefetto di Napoli lo interrompe accusandolo di mancanza di rispetto verso la prefetta e verso le istituzioni. E’molto adirato e continua per un po’ a impedire al mite prete di scusarsi. Segue una reazione a catena perché , così pare a giornalisti, a semplici cittadini, a politici : il prefetto ha mancato di rispetto a un prete che rischia la vita per difendere i suoi parrocchiani contro i soprusi della Camorra. Vero. Don Maurizio Patricello in seguito cercherà di spiegare il suo punto di vista anche scrivendo una lettera aperta. Tra l’altro , precisando che si è rivolto alla prefetta con il signora proprio per un grande e sincero rispetto. La cosa curiosa, poi non tanto, è che a nessuno è venuto in mente di osservare che il prete non si sarebbe certo rivolto al prefetto di Napoli chiamandolo signore . Lo avrebbe chiamato prefetto, o signor prefetto. Un uomo appartiene, prima di tutto, a se stesso, una donna, prima di tutto, a un uomo. Una volta una donna nubile era una signorina, una donna sposata una signora. Immaginiamo una tavola rotonda di professori. Il moderatore presenta via ,via i relatori. Chiama gli uomini professore o professor tal dei tali ma, al momento di presentare una donna dice, semplicemente “la signora…”. Un medico e una medica entrano in un condominio insieme per accedere allo “studio associato” e ,incontrando uno o due o tre condomini, ricevono i saluti : “Buon giorno dottore, buon giorno signora!”. Con questi esempi si potrebbe continuare all’infinito. Don Patricello ha semplicemente e inconsciamente obbedito allo stile comunicativo sessista che caratterizza ancora le società segnate dalla cultura patriarcale; soltanto in crisi. Pertanto, o si disconosce , implicitamente, l’autorità femminile con il signora o si usa il “neutro universale” dicendo prefetto al posto di prefetta, ministro al posto di ministra. Fino all’esilerante titolo apparso una volta in un quotidiano di provincia: “IL MARITO DEL SIGNOR MINISTRO…” Ma guarda caso, la polemica in questione ha preso un’altra piega . Siamo in Italia, no?

martedì 16 ottobre 2012

IL BUON GOVERNO DELLA LOMBARDIA, L'"ECCELLENZA" DELLA SUA SANITA'''"

Era il 1997 quando una legge della Regione Lombardia venne votata con questo titolo: “Norme per il riordino del servizio sanitario regionale e sua integrazione con le attività dei servizi sociali”. La legge stabilì la parità tra ospedali pubblici e privati. Formigoni iniziò la campagna di propaganda dichiarando che così i cittadini lombardi potevano scegliere dove andare a curarsi: proprio- diceva- come fanno i ricchi. La parità giuridica ha in seguito determinato la nascita di grandiosità sanitarie come il San Raffaele di don Verzè e la Fondazione Maugeri. La sanità lombarda muove un giro d’affari annuale pari a 17, 3 miliardi di euro, cioè il 75 per cento delle spese regionali, con 128 strutture pubbliche e private. Dei 17, 3 miliardi di spesa sanitaria, il 43 per cento va alle strutture private; in buona misura a Comunione e Liberazione. I manager delle ASL sono sono stati scelti in base al colore politico dei partiti di governo: Pdl e Lega . Questo sarebbe alla fin fine il federalismo sanitario! La Lombardia ha un numero di reparti di cardiochirurgia superiore a quelli esistenti in Francia. Più o meno la stessa cosa per l’ortopedia. I motivi? Le operazioni cardiochirurgiche e di ortopedia sono quelle che hanno i rimborsi pubblici più consistenti. I privati privilegiano pertanto le prestazioni che raccolgono maggiori entrate. Con qualche rischio per la salute: in Lombardia sono talvolta gli stessi medici di base a invitare i pazienti a vigilare contro operazioni inutili o, addirittura dannose. Formigoni, anche in queste convulse giornate, ha continuato a ripetere come una litania o un mantra ,l’ “eccellenza della sanità ” lombarda, la migliore in Italia, perché la stessa regione sarebbe la prima della classe nel “buon governo” . All’Emilia Romagna toccherebbe, semmai, il secondo posto o il terzo. Ora la Lombardia, nel mezzo di un ciclone di enormi proporzioni , perché addirittura si registra un potere della ndrangheta calabrese ai vertici di governo, andrà alle urne. Si può immaginare e poi sperare in un cambiamento, prima di tutto culturale rispetto alla vincente mentalità leghista e berluscononiana tollerata fin nelle parrocchie? A cominciare dall’insegnare in questa regione ancora di mentalità fortemente cattolica , cosa significano le parole ipocrisia e doppiezza?

mercoledì 26 settembre 2012

UN GIOVANE DEL PD SCOPRE LA "BATTAGLIA" IN DIFESA DEL PAESAGGIO ITALIANO

Se non fosse che siamo in Italia. Se non fosse che siamo abituati alla retorica del linguaggio dei politici. Se non fosse che ci troviamo in uno dei Paesi d’Europa a maggiore consumo scriteriato di suolo e conseguente distruzione irreversibile del paesaggio, ci sarebbe da stupirsi alla lettura dell’intervista rilasciata dal giovane rampollo del Partito Democratico lombardo di nome Giuseppe Civati. L’intervista ,passata inosservata, è uscita nelle pagine de La Repubblica cronaca milanese il 22 sett. con il titolo “Basta consumare il suolo facciamolo diventare una battaglia del partito”, firmata da Ilaria Carra. I partiti italiani sono sempre stati così: ogni tanto lanciano una “battaglia” nell’aria. La parola abusata da sempre è proprio quella. Fa parte del dizionario del militante di base. Ai maschi insegnano a giocare alle “ battaglie” con i soldatini e le armi finte, fin da bambini. Alle bambine invece insegnano , con le bambole, a identificarsi precocemente con la maternità a tempo pieno o , se a part time per lavorare , a sentirsi in colpa per la sottrazione di tempo alla prole. La “battaglia” in questione è dunque il consumo di suolo italico; per meglio dire quanto è rimasto dopo anni e anni di progresso, furioso e compiaciuto, soprattutto all’insegna della cementificazione da Nord a Sud. E il giovane Civati scopre che ora bisogna invertire la rotta. Non è un tantino tardi? “Finora –dice- lo si è trattato solo come un bene da sfruttare. Per noi è un tema strategico, meno amministrativo e più politico-culturale. Il senso di ‘Occupy primarie’ che ho lanciato vuol dire anche questo: avere argomenti in discontinuità, anche con Monti e con il lessico politico e mediatico di oggi, e fare proposte per cambiare”. In “discontinuità” con chi? Con il PD ? Con gli ex PCI , ex DC ecc. confluiti nel PD e che hanno amministrato l’Italia nei comuni e nelle regioni dal dopoguerra? Con il PD che amministra e cementifica come tutti gli altri partiti ? Propone, il giovane rampollo, di cancellare la legge che consente l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti dei comuni, in modo da introdurre il monitoraggio del suolo e indirizzare l’attività edilizia, ecc. I comuni di centro sinistra sono stati obbligati ad applicare la legge sugli oneri urbanistici? Sono stati obbligati a cementificare anche i fiumi favorendo i disastri ambientali a ogni diluvio da clima mutato? A questo punto il bel giovane , da lombardo, attacca la sua Regione dove chi governa “ha considerato il suolo come una risorsa da esaurire.” Ecco, appunto, anche i giovani quando hanno imparato , per giusta e naturale eredità il linguaggio dei padri nobili, diventano improvvisamente,politicamente, ciechi perchè quella affermazione si può applicare anche all’Emilia Romagna ; e non soltanto. Milano ha partecipato alle celebrazioni del centenario della consociata, per via del nome, Milano Marittima. Il sindaco Pisapia a Milano Marittima c’è andato a festeggiare: a braccetto del sindaco Zoffoli di Cervia detto “cementino” dai cittadini . Poi c’è Matteo Renzi che in agosto, iniziando di fatto la sua campagna per le primarie in un bagno cervese , ha ignorato questo tema “culturale”. Matteo Renzi si rivolgeva alla gente convenuta sulla spiaggia per presentare il suo libro. Ha sì accennato alla mancanza di asili in Italia e alle politiche per risparmiare denaro pubblico, ma non ha detto nulla sul consumo di suolo e sulle brutture architettoniche della costa. Forse perché, arrivando alla spiaggia di Cervia, aveva visto l’accatastarsi di hotel e case sul lungomare prive di alberi e giardini. E allora, per “rispetto” del centro sinistra locale; e degli eventuali suoi elettori tra assessori e militanti delle consortorie dei bagnini, degli albergatori ecc., ha bellamente taciuto. O forse, non fa parte, il discorso, del suo orizzonte cultural-politico. Così Civati coglie l’occasione e scopre che potrebbe fare parte del suo orizzonte: la “battaglia”. L’ennesima lanciata nell’aire.

mercoledì 19 settembre 2012

IL MANIFESTO E LA"SQULLO" MINISTRA FORNERO

“Forse Vauro avrebbe potuto disegnare le calze a rete anche sulle gambe di Monti, come gia fece con quelle di Alfano a conferma che, per chi fa satira, spesso il sesso è quello degli angeli.” Norma Rangeri, direttora del MANIFESTO,così ha commentato le reazioni della ministra Fornero alla vignetta disegnata da Vauro dove appare come una puttana. Cara Norma, quel forse cosa ci suggerisce? Che come responsabile del quotidiano che dirigi hai omesso il controllo degli articoli – e delle vignette satiriche- prima della pubblicazione? Fatico a pensarlo. Dunque, quel forse è un rimedio postumo, mal combinato, che manifesta quanto gli stereotipi maschili occupano saldamente la mente di tutti/e anche se di sinistra. Arrivando a un convegno promosso dal CNEL, la ministra ha dichiarato: ."Trovo vergognosa la vignetta di Vauro su Il Manifesto. Denota il persistente maschilismo volgare e inaccettabile da parte di alcuni uomini". Alcuni uomini? Sig. ministra lei è molto cortese. Gli uomini vanno a puttane ( squillo) , Perché. Sostengono e tramandano da sempre ai figli maschi, si devono “sfogare”. Ma non sempre riescono, o vogliono, stabilire una minima relazione . Avendo il monopolio del potere su tutto e tutti/e, squalificando le femmine e la loro corporeità , hanno stabilito le tradizioni e le norme per fare usare i corpi delle donne. Vauro ha molto rispetto dei lavoratori ( è di Sinistra!), ma quando si tratta di donne la sua mente( maschile) cambia inconsciamente casella . Niente di più, niente di meno.

venerdì 24 agosto 2012

UNA STORIA INCOMPLETA NEL CENTENARIO DI MILANO MARITTIMA

Per quale motivo le celebrazioni del centenario della nascita di Milano Marittima esaltano il pittore Giuseppe Palanti a scapito dei fratelli Giacomo e Pietro Maffei? Una bella mostra ,molto curata e certamente di importanza nazionale, narra la vita e le opere del pittore milanese che realizzò nella pineta di Cervia il sogno dei milanesi di avere un mare e una spiaggia con il nome della loro città. In questa solerte narrazione illustrata anche con le opere del pittore e scritta e pubblicata in un catalogo, si conferma una censura le cui motivazioni per il momento restano inspiegate ; ma che riguardano, appunto, l’intero arco delle celebrazioni. Dunque, a pag. 33 del catalogo si legge che il Comune di Cervia , imitando quanto avveniva in altre località della costa romagnola a cominciare da Rimini, decide di darsi da fare per creare i presupposti del turismo balneare. Siamo nel 1907. Il Comune offre ai fratelli Giacomo e Pietro Maffei “una vasta zona di relitti marittimi , in destra e sinistra del porto canale, con l’obbligo del concessionario di fabbricarvi villini, parchi, giardini, ecc. per attirare su questa spiaggia una numerosa colonia balneare”. Ennio Nonni, l’autore del capitolo “Giuseppe Palanti urbanista” aggiunge : Questo paesaggio splendido ipnotizzò i Maffei a tal punto che per quattro anni non intervennero, fino a quando nel 1911, subentrò nell’iniziativa Giuseppe Palanti, che presentò il Piano Regolatore per il nuovo centro balneare di Milano Marittima.” Ma questo è inesatto. In “80 anni di….Cervia turistica”, libro raccolta di splendide fotografie , stampato nel 1990 a cura del circolo culturale G.Oberdan Cervia in collaborazione con il Cral Salina di Cervia, Gino Pilandri a commento delle foto in appendice, racconta un’altra storia a proposito dei Maffei. A commento della XXXVIII foto scrive: “I fratelli Maffei, titolari della concessione comunale successivamente trasferita alla Società di Milano Marittima, costruirono nel 1909 le due ville in linea con la Pensione Villa Igea che furono poi acquistate dalla famiglia Zanotti-Cavazzoni. La foto riporta le due ville (v.le C. Colombo) con sullo sfondo villa Igea e la dicitura Ville Zanotti. L’ing. Zanotti Cavazzoni le acquistò dai Maffei e successivamente le vendette. Una delle due è stata soltanto ristrutturata nel 1957 con un progetto dell’arch. Matteo Focaccia. L’altra ha subito un cambiamento radicale. PUBBLICATO SU LA VOCE DI ROMAGNA 18 AG.2012
"Villa Peppina" negli anni trenta. Le due ville Zanotti, ex Fr.Maffei e il restauro dell'arch.tto matteo Foccazia del 1957 di villa Peppina
.Le ceramiche sono di Riccardo GATTI (1886-1972) di Faenza.

lunedì 20 agosto 2012

DONNE VELATE. ESTATE AFOSA

Occhiello: la donna ha deciso di non denunciarlo. Titolo: Picchiata per il velo. Fa pace con il marito. Firmato da Fabio Albanese su La Stampa (19 ag.) Una notizia di quelle che sono lontane mille miglia dal classico esempio, per studenti di giornalismo. Fa notizia quella che suona così: un uomo ha morsicato un cane. E non viceversa. In altri termini: tutto secondo copione nazionale perché la violenza contro le donne dilaga. In questo caso riguarda una giovane donna quasi “seconda generazione “ perchè il padre è un tunisino e la madre un’agrigentina. La giovane si è innamorata di un ventunenne egiziano e si sono sposati, andando ad abitare a Torino dove lui lavora come operaio. Ma l’estate li richiama in Sicilia dove risiede ancora la famiglia di lei. Passeggiano sul lungomare quando lei, incinta, gli chiede il permesso di togliersi il velo che le copre il viso e il collo perché si sente soffocare a causa del caldo eccessivo di agosto. Lui rifiuta il permesso . Lei si strappa la velatura scatenando una violenta aggressione fisica. In ospedale, con 20 giorni di prognosi la dimettono ma la denuncia è scattata d’ufficio. Il perdono permette ilo ritiro. Intanto Papi Madoke Diop rappresentante della comunità senegalese di Agrigento, ha condannato la violenza sulla donna , precisando che non ha nulla a che fare con la religione e la cultura islamica. Ma nulla pare abbia detto e dichiarato a proposito del permesso accordato alla moglie di non velarsi in pubblico fino al termine della gravidanza. Perché di permesso secondo il giornalista, si tratta. Si evince che ci sono stati due sbagli : lui non doveva reagire picchiando la moglie, lei non doveva provocarlo disubbidendogli in pubblico. Ora i diversi ruoli : moglie obbediente, marito nel suo ruolo di comando, sono stati ripristinati; cioè è stato riconosciuto, implicitamente, il danno all’onore di lui. Il “namus”,l’onore familiare, deve prevalere sempre e tanto più nella condizione dell’emigrazione. La donna, il suo corpo, sono al servizio del namus. Agli uomini tocca il ruolo di far rispettare, sempre, l’onore familiare, soprattutto in pubblico. Inconcepibile è il rifiuto all’obbedienza in una concezione ancora patriarcale dei rapporti tra i sessi. La dinamica pubblico/privato nella cultura islamica diventa dentro/fuori e riguarda enormemente l’Islam in Europa. Cioè , il namus ,l’onore familiare, diventa centrale in tante comunità e si manifesta con un surplus di divieti, di limitazioni alla libertà e soggettività femminile. Tanto più in presenza spesso di tendenze a vivere come comunità separate per preservare abitudini, valori, ritualità e simboli. Le donne allora sono investite del compito di manifestare in pubblico, con l’abbigliamento, l’appartenenza e l’isolamento comunitario. Nella pubblicistica islamica si giustifica come rifiuto all’omologazione ai valori Occidentali che avrebbero eliminato la dicotomia puro/impuro e dentro/fuori. Si legge in un sito islamico: “La donna musulmana è, nell’immaginario collettivo, da sempre ,la ‘velata’. Il velo ,comunque, non è che il simbolo materiale di alcune caratteristiche morali che l’Islam incita a perseguire, e cioè l’onore, la dignità, la castità, la purezza e l’integrità.” In altri termini :” …la modestia nell’abbigliamento, obbligatoria anche per l’uomo, ha il compito di preservare l’integrità della donna ed il rispetto nei suoi confronti.”. Come dimenticare un luglio soleggiato e afoso a Instambul dove donne coperte dalla velatura nera fino a terra passeggiavano nei pressi della moschea Blue, con accanto i partner in calzoni colorati e camice corte? Come dimenticare un altro luglio a Petra (Giordania) arabi con la tunica bianca e donne con l’abaya nero?

venerdì 3 agosto 2012

A CERVIA UNA FIACCOLATA E UN CONSIGLIO COMUNALE PER SANDRA, LA PARRUCCHIERA UCCISA DALL'EX

Cervia: l’estate scorre veloce in tornate di caldo soffocante. Ombrelloni semivuoti punteggiano la vasta spiaggia, singhiozzano i ristoratori e non ridono i negozianti. E’ la crisi con il suo 34 % di giovani disoccupati, di calo dei consumi e di aumento degli avventori mense della Caritas. 2 agosto sera: tante donne e qualche uomo si trovano nella bella piazza settecentesca per una fiaccolata con il consiglio comunale al completo e il sindaco con la fascia tricolore. E’ trascorso poco tempo dall’uccisione a Milano Marittima della parrucchiera Sandra Lunardini per mano del suo ex compagno che si è poi suicidato con la stessa arma da fuoco che portava, pare, sempre con sé. La fiaccolata è stata proposta da Linea Rosa per ricordarla e non dimenticare facilmente che il femminicidio continua in questo Paese molto più che in altri dell’Europa cristiana. Subito dopo si riunisce il Consiglio comunale che ha all’o.d.g. anche la votazione della denuncia della violenza contro le donne e le misure da prendere. Alcuni consiglieri chiedono di parlare. La zona riservata al pubblico è colma di gente, molti in piedi. Il consigliere repubblicano Fantini dichiara di votare senz’altro a favore, ma con una precisazione che sostanzialmente ripete uno stereotipo assai diffuso tra la gente: gli uomini che arrivano a uccidere le donne con le quali hanno avuto o hanno una relazione, sono affetti da patologie. Punto. Patologie non meglio precisate, perché l’effetto da ottenere tutto nella parola pronunciata. La violenza contro le donne riguarda una minoranza di uomini affetti da patologie mentali. Punto. Depressione maggiore o bipolare, sindrome narcisistica, paranoia…. Il consigliere ha ottenuto, o creduto, l’effetto desiderato, più o meno consciamente: non è un problema di cultura, di mentalità fondata su tradizioni forti e persistenti. Per esempio, quella cultura che relega le donne nella sfera del privato o, nella modernità più recente, sottilmente le colpevolizza se si permettono di sottrarre troppo tempo alla cura della casa, dei figli, del marito, dei suoceri, ecc., per “dedicarsi” alla cura di sé. Quella cultura che spinge le madri a enfatizzare la dedizione ai figli maschi confermandone a dismisura il narcisismo primario. Quella cultura scolastica e famigliare che trasmette ed educa ancora alla costruzione di identità polarizzate su le immagini di uomo legittimamente aggressivo e razionalmente forte, di donna razionalmente debole e tendenzialmente passiva e fortemente oblativa. Una cultura della Tv della Pubblicità dove i corpi delle donne sottostanno al desiderio maschile. Donne che imparano da bambine a misurarsi sul desiderio altrui. Le cose però stanno cambiando perché c’è stato un possente movimento delle donne che ha contribuito a mettere un po’ in discussione le identità di genere tradizionali. E così accade che siano le donne a rompere relazioni insopportabili. Appunto, iniziative spesso difficili da reggere per quell’eterna tendenza a sentirsi figli incondizionatamente amati dalle mamme e dalle mogli-mamme . Anche perché mettono in la certezza del proprio diritto (ancestrale) al possesso delle femmine e alle regole dello scambio tra maschi. Dunque, non si tratta di menti malate, bensì di menti che non reggono la crisi d’identità maschile, i cambiamenti rispetto ai ruoli sessuali tradizionali. Nevrosi direbbe Freud, al massimo. Dimenticavo l’omicida era un bresciano di sessanta anni. La stampa locale ha intervistato i suoi concittadini. Interessante alcune risposte: “Ma se era un così brav’uomo; andava spesso all’oratorio."

martedì 31 luglio 2012

STORIE DI DONNE NEI RICORDI ESTIVI

Andava sempre così, ogni anno. Lasciavo il lento accelerato diretto Ancona a Senigallia e attendevo, paziente, il diretto per Roma. Diretto per modo di dire, perché si fermava in una moltitudine di stazioni da Fabriano a Foligno. Ma viaggiavo bene, in prima classe, perché l’onorevole Benigno Zaccagnini consegnava i biglietti omaggio riservati ai parenti, alla segreteria provinciale del partito. Un certo numero toccava a noi del M.F. ed erano utilizzati per recarsi nella sede di un convegno o di un corso. Alla stazione Termini un autobus filava fino alla Camilluccia, facendo qualche tornante prima di fermarsi. Villa Petacci, ribattezzata Centro Alcide De Gasperi, si nascondeva dietro la moltitudine di alberi del parco. Mussolini aveva fatto le cose in grande per la residenza di Claretta! La DC aveva acquistato la villa dagli eredi, vi aveva costruito una dépendance a un piano con qualche camerata, docce e gabinetti, un’aula per le lezioni, una cappella scavata nel fianco della collina con sopra la terrazza belvedere; vista mozzafiato su Roma antica. I grandi del partito, si leggeva qualche volta sui quotidiani, si riunivano alla Camilluccia. Ma funzionava anche come scuola di partito. Una famiglia custodiva la villa e cucinava i pasti per le giovani e i giovani che partecipavano ai corsi di formazione. Ogni anno le delegate provinciali del Movimento Femminile sceglievano una o due giovani da inviare al corso estivo di luglio. Ogni anno L’incaricata nazionale giovani del M.F. Gabriella Ceccatelli e la vice delegata nazionale Tina Anselmi decidevano il tema e cercavano, tra docenti universitari, onorevoli e dirigenti d’istituzioni come Giuseppe Petrilli presidente dell’IRI. Fatta eccezione per la prima lezione inaugurale che tradizionalmente era tenuta dalla professoressa Lidia Menapace dell’Università Cattolica, dirigente del M.F., esponente autorevole della corrente di Base del Nord Italia. E membro del consiglio nazionale. Alle lezioni seguiva la discussione. Gli interventi, immancabili, miei e di Paola Colombo erano solitamente molto apprezzati. In cappella celebrava un prete che si diceva, essere stato un amico di De Gasperi. Le omelie se partivano dai sacri testi, finivano sempre in politica: ci narrava di eventi e intrallazzi sconosciuti alle cronache; aggiungendo cosa aveva consigliato di fare a De Gasperi e ad altri capi storici. La sera, non potendo scendere a Roma data la distanza e la rarità dei mezzi pubblici, ci prendevamo il ponentino al belvedere, ascoltando qualche barzelletta in veneto di Tina Anselmi alla quale cantavamo “ Ciao Bella Ciao”. Durante la settimana del corso era tradizione che venisse a salutarci il segretario nazionale del partito. Alla fine del corso facevamo un giro panoramico di Roma su una corriera e la Ceccatelli, caustica e arrabbiata, non mancava di commentare “il sacco di Roma”, cioè gli obbrobri edilizi che si erano già mangiati meravigliosi pezzi di natura. Nel luglio del 1968 il corso si tenne alla Domus Mariae ( residenza alberghiera ell’Azione Cattolica Femminile) perché non potendone più delle docce di acqua fredda e delle grandi camerate, avevamo ottenuto un’ubicazione migliore. Toccò a me scegliere il tema e organizzare il corso. Non ebbi dubbi: la contestazione giovanile, in altre parole, il movimento poderoso scoppiato sia in Europa sia negli Stati Uniti per opera dei giovani delle università. Tenni la prima lezione al posto di Lidia Menapace che non avevo potuto invitare perché in odore di eresia e sospesa dal consiglio nazionale per non aver chiesto “il permesso” al segretario del partito dove aveva accettato di partecipare a una tavola rotonda con un comunista. Qualche giorno prima dell’inizio del corso era uscita poi clamorosamente dalla DC dichiarando “la scelta marxista”. Paola Colombo Svevo è morta nel 2010, aveva sessantotto anni. E’ morta, prima, anche Gabriella Ceccatelli. Paola era stata senatrice DC, ass. regionale ai servizi socio-.sanitari in Lombardia, ,deputata europea del Partito popolare, vice presidente della Commissione per le libertà pubbliche e gli affari interni, membro della Commissione per i diritti delle donne, ecc. In un video che si può vedere in Internet degli ultimi anni prima di morire, parla a favore delle quote rosa. Non l’avrei riconosciuta, ma la voce, l’eloquenza della parola mi ha richiamato i suoi interventi da incaricata giovani provinciale di Milano e studentessa di scienze politiche, ai corsi e ai convegni nazionali. Poi le nostre strade politiche si erano separate. I partiti, soprattutto la Dc e il PCI, curavano la formazione dei futuri dirigenti. Il M.F. aveva una sua rivista mensile, dopo la guerra, che si chiamava Donne d’Italia e che venne trasformata in trimestrale di ricerca e di studio con il nome di Donna e Società. La dirigeva la delegata nazionale Franca Falcucci . In redazione oltre a Tina Anselmi, la sottoscritta, Gabriella Ceccatelli, Paola gaiotti, Rosetta Jervolino e qualche altra. Frequenti erano i convegni di studio spesso indirizzati a studiare il cambiamento del diritto di famiglia. Pare che la documentazione del M.F. sia andata perduta quando è stata cancellata la DC. Forse ai dirigenti quel materiale di donne sarà parso insignificante.

giovedì 26 luglio 2012

NON PRENDE ORDINI DA UNA DONNA.SEGUE IL POLITICAMENTE CORRETTO

In un grande comune della Lombardia l’architetta responsabile del controllo dei cantieri, è costretta a farsi accompagnare da un impiegato geometra quando ci sono all’opera muratori musulmani che non intendono “prendere ordini da una donna”. In questi giorni qualcosa del genere è accaduto a Venezia, precisamente al noto hotel Danieli, dove un egiziano di religione musulmana si era licenziato per non “obbedire” alla dipendente governante. Non avendo trovato un altro lavoro (c’è la crisi!), era ritornato sui suoi passi ottenendo la riassunzione perché è stato applicato il multiculturalismo: la governante sarà affiancata da un collega appartenente al sesso maschile. Il multiculturalismo sta alla base del “politicamente corretto”. A chi è utile? Pierre Bourdieu, sociologo e filosofo, pensatore originale e molto autorevole, ha scritto che c’è un inconscio culturale rintracciabile sia nei testi dell’antica Grecia, sia in quelli della ‘attuale o dell’Italia del Sud, della Spagna e ,in genere di tutte le coste del Mediterraneo. Si tratta di un inconscio culturale in materia di maschilità e di femminilità dovuto alla costanza delle strutture simboliche. Infatti: come mai, nonostante i cambiamenti tecnologici ed economici, il dominio maschile può ancora perpetuarsi? Secondo il sociologo il mercato dei beni simbolici costituisce un ambito relativamente autonomo rispetto all’ordine tecnologico ed economico. Come dire che questo pensatore, a differenza dei politici e dei teologi, ammette l’esistenza della psiche, in altre parole (anche) dell’inconscio dinamico. Nell’anticipazione di un testo di Bourdieau pubblicato sul quotidiano La Repubblica (24 lug.) si legge: “La logica specifica dell’economia simbolica si perpetua, infatti, perfino negli ambiti più strettamente economici come quello delle imprese ed è osservata soprattutto in determinati universi, per esempio quello della produzione culturale…”. In questa economia simbolica la donna è più oggetto che soggetto. In altri termini : l’essere sociale delle donne è un essere percepito, un essere per lo sguardo ,tramite lo sguardo . Le donne sono condannate a essere percepite e a percepirsi attraverso le categorie maschili. Il corpo di una donna è per l’altro, per gli altri; un corpo abitato dallo sguardo altrui maschile. Fare scoprire o coprire il corpo femminile in pubblico: stessa valenza, identica logica maschile. Mentalità musulmana e mentalità cristiana o cattolica sottintese alla cultura mediterranea, si equivalgono. Accontentare l’egiziano del Danieli, come i muratori musulmani, svela un quadro identico di “politicamente corretto” che si consuma nell’ambito della conferma della marginalità dell’essere donne secondo l’economia tradizionale die beni simbolici.

martedì 17 luglio 2012

UN GRILLO PARLANTE E UN CAVALIERE IN RIEDIZIONE

Fa discutere e reagire d’indignazione il blog di Beppe Grillo sulle ultime vicende del Pd, quando la Bindi a una’assemblea, ha cancellato la possibilità di votare un o.d.g. o giù di lì, sulla legittimazione giuridica delle unioni omosessuali. Il parallelo con la famosa frase di Berlusconi sulla Bindi più intelligente che bella, è facile e veritiera. Il comico leader ha scritto, letteralmente ,che “La Bindi ,che problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti, ha negato la presentazione di un documento sull’unione civile tra gay.” Richiamando, di un sol colpo, uno stereotipo: una donna vale meno se non è sposata o suora. Ovvero, se non si è (ufficialmente) identificata con i doveri sponsali e materni, fisici o spirituali. Bersani ha dichiarato che Grillo è più maschilista del cavaliere. A dir il vero: Grillo, il cavaliere e tutti gli altri, come si evince anche dalle richieste dimissioni alla consigliera regionale della Regione Lombardia Minetti, fatta eleggere nel listino bloccato di Formigoni per volontà dello stesso Berlusconi e da lui recentemente difesa in un intervento telefonico all’Infedele di Gad Lerner. Tradizione per tradizione maschilista: le donne sono oggetto d’uso qui e là, senza tanti scrupoli. E se oggi conviene al cavaliere redivivo, magari per rifarsi la faccia con il Vaticano, cancellare le “sue” donnine imposte nei posti della politica regionale o nazionale, questo si deve fare prontamente come dimostrano le varie dichiarazioni, a cominciare dalla Santanchè che la Minetti difese con il riferimento alla Jotti: assunta in Parlamento perché “donna del capo”. Ora la coriacea donna-di-potere dichiara che la Minetti deve togliersi di mezzo perché fa la consigliera per lo stipendio; non per amore della politica. Cioè una cosa che tutti/e sapevano in Italia e dintorni. Per squalificare la democrazia rappresentativa Berlusconi (a favore di un’idea, o forma di governo che paurosamente assomiglia a qualcosa di già vissuto in Italia!) ha sempre usato le belle donne che lo avevano affascinato (e servito) senza andare troppo per il sottile, tipo guardare alle competenze culturali e all’esperienza politica sul campo. Grillo, la notizia c’è stata poco sulla stampa, aveva dichiarato al Corriere della Sera (25 giù.) che i diritti delle donne in Iran sono rispettati: “ Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna in Iran, è al centro della famiglia.” Certo, è talmente al “centro” che fuori se non si occulta sotto veli (meglio se neri ) da capo a piedi rischia la censura e le sue conseguenze micidiali. Così sappiamo qualcosa di più sull’ideologia personale del leader 5 stelle. Un’ideologia italiota consolidata e dura a morire, come si evince dalla scarsità di presenze femminili nei posti chiave della politica di tutti i partiti. Come salta fuori dall’inchiesta dell’Espresso (19 lug., Morire d’onore) sulle tante donne uccise in Calabria (dalla ndrangheta) per punirle di un tradimento vero o presunto. Nel 1981 (non nel 1881!) è stata cancellata la norma che permetteva le attenuanti per i delitti d’onore; da intendersi quelle uccisioni, da parte dei maschi parenti, di giovani nubili, sposate o vedove, che sgarravano rispetto ai “doveri” del loro status di femmine -proprietà dei maschi di famiglia. L’Espresso scrive che si riconosceva il valore sociale dell’onore e, dunque, le attenuanti a chi ammazzava per difendere la reputazione; della famiglia, cioè dei maschi. Ebbene, perché le attenuanti sono state cancellate, ma l’usanza tribale patriarcale permane forse non soltanto in Calabria, le donne che sgarrano rischiano….il suicidio. Moderno aggiornamento del delitto d’onore, amen. Magistrate come Alessandra Cerreti ha convinto alcune giovani a collaborare garantendo protezione e così sono partite delle indagini. Resta l’amaro in bocca rispetto al teatro della politica: anche le presunte novità, come il movimento di Grillo, mostrano bel presto il lato solito, antico e refrattario al cambiamento del maschilismo.

venerdì 6 luglio 2012

LA PANCIA DEL PAESE ITALIA....................

Una signora romagnola sui sessanta anni dice: ” L’educazione dei figli è molto importante “ intendendo che una donna dovrebbe sacrificare lavoro ed eventuale carriera allo scopo. Aggiunge qualche esempio tratto dalle sue conoscenze. Aggiunge, illuminata, che sono “molte” le donne che “scelgono” di rinunciare al lavoro per “dedicarsi” alla cura dei figli. E’ chiaro che per la signora non esistono inchieste e statistiche: quel “molte donne” sono una sua personale, personalissima opinione utile allo scopo. Osservo che l’educazione dei figli/e dovrebbe essere compito di entrambi i genitori. E che anche i padri potrebbero rinunciare alla carriera e addirittura al lavoro per dedicarsi alla….paternità. Interviene un’anziana signora meridionale, da oltre quarant’anni nel Nord d’Italia, che dice: “ ma ci sono i ruoli!”. Intendendo che spettano alle donne la cura e l’educazione della prole. Osservo che la pensa come, per esempio, i musulmani. Cattolici, islamici….continuano a ritenere che la divisione dei ruoli sessuali rispetto al privato (la cura) e il pubblico (lavoro e politica) sono cosa naturale. La signora del Sud cattolica non è, ma da cattolica pensa e obietta. Entrambe, la romagnola e la meridionale concordano nella presunta libera scelta da parte delle donne quando decidono di lasciare una professione per “dedicarsi” totalmente all’allevamento della prole. Quale correlazione c’è tra mancanza di adeguati servizi sociali per favorire la conciliazione dei tempi e la “libera scelta” del part time o dell’abbandono del lavoro da parte delle madri? Le signore non capiscono. O non vogliono/possono capire? Un’anziana signora ex sessantottina mi spiega la sua tesi a proposito della scarsa riuscita del figlio adulto di un’amica: “Lo lasciava alla nonna troppo tempo, mentre lei se ne stava anche a chiacchierare con le amiche”. E il padre, dico io? Di nuovo dei padri eventualmente responsabili di esiti nefasti dell’ “educazione” nessun cenno. La responsabilità ricade sulle donne, ree di scartare, ignorare, prendere sotto gamba il dovere di identificarsi totalmente o primariamente con l’identità materna. Bene o male questa è la pancia del Paese Italia. Le donne sono inconsapevolmente complici del pensiero unico maschile (maschilista) pur pagandone ampiamente le conseguenze. L’autonomia di pensiero femminile è cosa ancora difficile da praticare su larga scala.

mercoledì 20 giugno 2012

UN CAMPANILE CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA

Andrea Segrè, docente di politica agraria all’Università di Bologna, ha scritto (Economia a colori, ed . Einaudi 2012) che dalla crisi del capitalismo si può uscire se si mette al centro l’ecologia. L’economia dovrà essere d’ora a in poi soltanto una piccola parte dell’eco-mondo. Occorre perciò darsi da fare per progettare un’idea di società fondata sull’ecologia economica. Chissà se Grillo e i “suoi” sindaci e neo amministratori locali, la pensano così. E chissà se la pensano così i giovani, più o meno rottamatori, dal sindaco di Firenze, all’on Serracchiani del PD? E chissà se nella Chiesa istituzionale italiana ci sono vescovi, cardinali, parroci, che si ricordano di un certo frate Francesco di Assisi ? Forse qualcuno, qui e là. Di certo son più propensi a intervenire sui politici per smantellare, passo dopo passo, la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza in casi ben precisi, per opporsi al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto etero e no, o per ribadire che i divorziati non casti non possono ricevere i sacramenti. Però, appunto, ci può essere un parroco “francescano” che si chiama don Eraldo, che vuole impedire agli amministratori del suo comune di smantellare l’uliveto e soffocare un’antica chiesetta romanica con nuove edificazioni murarie. Ora ha anche esposto un grande striscione molto eloquente sul campanile della pieve di San Pietro a Limone del Garda.

mercoledì 13 giugno 2012

TRA SPERPERI DI DENARO PUBBLICO E RILANCIO DELLA PATRIA POTESTA'

IL CORRIERE DELLA SERA (14,6) ha reso nota una statistica sull’uso delle auto blu nelle varie regioni d’Italia. In Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Basilicata, le auto blu raggiungono la percentuale del 28 e 35 per cento. A fronte delle auto blu utilizzate ,per esempio, in Emilia Romagna (3,1 %) e in Lombardia (9%). Il motivo di questo sperpero di risorse pubbliche ? L’articolo non lo spiega. L’altra notizia è fornita da IL PAESE DELLE DONNE (13 GIU) che commenta un comunicato della Casa Internazionale delle Donne e di altre associazioni quali l’Udi, associazione Giuristi Democratici, associazione Maschile Plurale, sul DDL in discussione alla Commissione al senato a modifica della legge sull’affido condiviso (54/2006) che garantisce la genitorialità condivisa anche in caso di separazione della coppia. La patria potestà rappresentava il diritto/dovere del padre di impartire l’educazione nei confronti dei figli. Con la riforma del diritto di famiglia (1975) padre e madre hanno gli stessi diritti e doveri. Ebbene, nel ddl 957 proposto da Pdl e Udc, si legge che nel momento in cui “ sussiste un incombente pericolo di grave pregiudizio per il figlio, il padre può adottare i provvedimenti urgenti ed indifferibili (322).” Perché questo tentativo di ritorno indietro alla patria potestà ? In realtà nel linguaggio corrente, addirittura negli articoli dei giornali, il riferimento alla figura del “capo famiglia” intesa come l’uomo padre e marito, non è mai venuto meno. Oppure, sia detto ironicamente, si vuole diminuire il feminicidio da parte di morosi, mariti lasciati dalle partner e pertanto in crisi d’identità (virile), ripristinando per legge i ruoli di potere tra uomini e donne?

martedì 12 giugno 2012

CALABRESI SCIACALLI CONTRO LA RIVIERA ROMAGNOLA

"L’associazione ONLUS “Fabio Coscarella – Gruppo Attivo” viene alla luce con l’intento di consolidare, in maniera ancora più forte di prima, tutte le attività contemplate all’interno di amanteaonline.it, da sempre attivo nei vari ambiti del sociale, della cultura, dell’educazione civica.” Così si legge nella pagina di presentazione del sito calabrese online di AmanteaOnline , che pubblica con assiduità vari servizi giornalistici. Alcuni giorni fa questi giovani attivi giovani giornalisti -le cui foto campeggiano in una pagina del sito- ha pubblicato una notizia, seguita dall’invito a scegliere le coste marittime della Calabria al posto della riviera di Romagna, perché: “La riviera romagnola è messa completamente in ginocchio, diversi i danni in tutto il territorio a livello regionale – si legge sul web – Tutti coloro che hanno prenotato una vacanza, con molta probabilità staranno disdicendo la propria permanenza. L’Emilia Romagna dunque non potrà partecipare alla competizione estiva, le scosse potrebbero durare anni per cui è consigliabile andare verso altre mete per non rischiare di imbattersi in un altro terremoto. Il Sud è tra le mete più consigliate, ambita e sicura è senza dubbio la Calabria, che potrebbe essere un’ottima soluzione con il suo litorale vasto che si estende dallo Ionio fino al Tirreno”. E amanteaonline ha pronta una meta in particolare da suggerire. “Noi vi consigliamo la città di Amantea”. Il tutto corredato anche di una foto di casa distrutta nella zona del modenese, visto che in Romagna non era disponibile perché non c’è stato alcun crollo. Di solito si definisce, una simile comportamento, sciacallaggio. Peccato che a praticarlo siano dei giovani che vogliono fare cultura seria , ma anche “educazione civica”. Forse in Italia ci sono svariati modi d’intendere l’educazione civica!

martedì 22 maggio 2012

COSA PENSANO I NEO AMMINISTRATORI CINQUE STELLE DELLA "CRESCITA" NUOVA PAROLA CHIAVE DEI POLITICI?

Non si farà l’inceneritore a Parma. Parola del neo sindaco grillino. Si smetterà anche di cementificare il suolo agricolo residuo? Quale idea di “crescita”, anche parola d’ordine del Governo Monti, hanno i discepoli del comico? Recentemente il ministro Passera, con il suo sorriso eternamente giovanile, ha dichiarato a Lilli Gruber (otto e mezzo su La7) che si faranno presto grandi opere, come nuove strade, eccetera. Poi ci ha donato la notizia dei 100 miliardi che il governo stanzierà per favorire la “crescita” e fermare la discesa rovinosa che si chiama recessione e rilanciare l’economia. Come? Dove? Ottima notizia, scrive Salvatore Settis su la Repubblica (21 maggio) , se per “grandi opere” si intendessero “le necessarie, urgentissime misure per mettere in sicurezza dalle mille fragilità e non, come sembra, per continuare in una spietata cementificazione, figlia della mitologia bugiarda di una crescita infinita imperniata sull’edilizia, a scapito dell’ambiente, del paesaggio, dei cittadini. Ma se tutte le ‘grandi opere’ si facessero continuando a ignorare la fragilità del territorio, l’Italia ne uscirebbe più debole, e non più forte. E con essa il suo patrimonio artistico, di cui solo a parole ci vantiamo, abbandonandolo intanto al suo destino .” Salvatore Settis ( Archeologo, storico dell’arte ,ex direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa) scrive il suo articolo dopo il terremoto in Emilia che ha quasi azzerato un patrimonio d’arte di inestimabile valore tra Modena e Ferrara, per toccare anche Mantova e un po’ Rovigo. La mattina del sabato del terremoto un giovane si aggirava da solo tra i turisti che facevano acquisti nelle bancarelle di un paese del lago di Garda morenico , dove si svolgeva un importante fiera agricola. Si aggirava, un po’ malinconico, distribuendo un volantino con su scritto un titolo:” NO TAV perché……” No TAV nei territori gardesani di Lonato, Desenzano, Sirmione e Peschiera dove nei prossimi anni si apriranno i cantieri del treno ad alta velocità. Il volantino era firmato dal Coordinamento NO TAV Basso Garda-Colline Moreniche. Il progetto è quello che va da Milano a Verona. E’ prevista una galleria lunga 7 Km fino a Desenzano il cui costo è stimato in 700 milioni di euro. Con il Tav nel BASSO Garda si avranno come conseguenza la devastazione di territori pregiati e il disastro dell’idrografia del territorio. Spariranno cascine ed edifici residenziali ,mentre le previste aree di stoccaggio a ridosso del Lavagnone, metteranno in serio pericolo un’area di grande valore storico e patrimonio dell’Unesco. Il laghetto del Frassino, compreso tra la ferrovia e l’autostrada A4, potrebbe addirittura sparire. E’ un piccolo lago di origine glaciale, importante dal punto di vista naturalistico per la varietà di specie animali e vegetali che si trovano sulle sponde. Nel 2000 l’Unione Europea l’ha inserito tra i siti di importanza comunitaria. I partiti , quelli che stanno andando a catafascio rovinosamente, sostengano l’alta velocità in Val d’Aosta e, dunque, anche il tratto che richiederà la compromissione di zone di stupendi antichi oliveti del Garda. In nome della “crescita”. Una volta avrebbero detto in nome del Progresso. Anche se autorevoli studiosi hanno scritto che sulla direttrice est-ovest languono import ed export e in Germania i futuri treni veloci non viaggeranno più a 300 chilometri l’ora, ma a 250 per consumare meno energia. Andrea Segrè, docente di agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna dove è preside della Facoltà di Agraria, ha dato alle stampe un libretto intitolato”Economi a colori “ (Einaudi) dove critica il concetto di crescita di cui fanno sfoggio i politici . Come si fa -si chiede- a proporre una crescita illimitata in un mondo di risorse finite? E spiega che” per far crescere l’economia usiamo un terzo in più delle risorse che il nostro pianeta rinnova ogni anno, prendendo la differenza dalle risorse non rinnovabili.” Insensato. Il Corriere della Sera (23 maggio) fornisce alcuni datti a dir poco impressionanti. L’Italia è al quarto posto in Europa per superficie naturale distrutta. Il Veneto ha consumato il 12,9 per cento di suolo naturale, mentre la Lombardia ne ha distrutto il 12,8. In Lombardia lo spazio urbanizzato si è esteso in dieci anni di 250 chilometri quadrati. Nel Sud d’Italia è molto peggio. Per concludere: attendiamo i nuovi amministratori targati 5 Stelle alla prova dell’assalto degli immobiliaristi. Attenti, perché più o meno tutti i politici cantano la stessa canzone: per la crescita occorre rilanciare l’edilizia. P.S. A Desenzano è stata eletta sindaco una donna per il PD. Fermerà la definitiva distruzione della Valtenesi? E cosa pensa della Tav? La foto si riferisce alla situazione attuale delle colline nei dintorni di Desenzano.

venerdì 11 maggio 2012

DAI POLITICI POLITICANTI A GRILLO. E POI?

Il giovane sindaco grillino della provincia di Vicenza si è fatto fotografare con la fascia tricolore in un atteggiamento allegro e poco paludato. La gestualità in fondo comunica sempre qualcosa di profondo a conferma o disconferma delle parole. Grillo, da buon leader carismatico dittatoriello, ha invitato perentoriamente i “suoi” eletti a non andare nelle televisioni del Paese a discutere con i politici. Santoro a “Servizio Pubblico” di giovedì 10 maggio, in apertura ha detto che non è d’accordo perché lui ci crede all’importanza del medium che predilige. Sì, però, forse, Grillo usa una precisa strategia: evitare che i “suoi” si facciano fagocitare nella “dialettica” dei politici di mestiere, assumendone magari anche lo stile linguistico. Stile comunicativo ormai repellente! Lo abbiamo potuto costatare anche nel subito-dopo la tornata elettore, quando dalla Santanchè, a Casini, per passare da Bersani e Vendola, cioè tutti/e hanno pasticciato con le parole per dire che poi non è andata così male e che non ha vinto solo il Movimento 5 stelle. Il neo sindaco grillino ha anche dichiarato che lui è per le idee, non per le ideologie. Riassume bene il pragmatismo dei candidati e “militanti” 5 stelle. Ma le ideologie sono state un coacervo di idee intrise di valori etici, programmi sociali ed economici. Nel bene e nel male. Le idee dove le prendono i grillini? Dai bisogni dei cittadini? Se ne fanno interpreti, come ? E come “leggono” questi bisogni? Con quali filtri intellettuali? Non c’entra poi anche la collocazione di genere? A proposito: quante donne grilline sono state elette consigliere comunali? Qualcuna va ai ballottaggi? Grillo ha detto la sua sulla cittadinanza ai migranti, esprimendo contrarietà rispetto a un riconoscimento basato sullo jus soli. Come la Lega di Bossi. Che cosa pensa di fare dello Stato Sociale eroso dalle politiche del neo liberismo post trattato di Lisbona? E cosa pensa del fatto che lo Stato italiano è tra i più arretrati per quanto riguarda il tema della cura, imposto ancora alle donne ,peraltro da sempre scarsamente presenti nel mercato del lavoro? Come si comporteranno gli amministratori grillini quando si troveranno a rispondere alle pressioni delle immobiliari per rilanciare l’edilizia a spese del residuo territorio libero di questo Paese? La storia la conosciamo: gli ex comunisti anche delle zone rosse dell’Emilia Romagna (si veda la costa romagnola) si sono lasciati avvolgere dall’ideologia neo liberista un po’ alla volta, in nome del “benessere” per tutti/e, stravolgendo ambienti naturali che dovrebbero essere considerati bene comuni. Francesco Alberoni nel 1968 scrisse un libro intitolato Statu nascenti dove cercava di dimostrare che i movimenti sono come l’innamoramento. Appunto statu nascenti, inevitabilmente condannati a istituzionalizzarsi diventando dei partiti. Il “movimento 5 stelle” è allo statu nascenti, perché raccoglie la comprensibile rabbia dei cittadini nei riguardi dei partiti diventati dei centri di affarismo a vari livelli. Attualmente c’è una forte inclinazione verso l’astensione, o verso la scelta di candidati grillini perché, come ha detto un’anziana signora intervistata nel paese del giovane neo sindaco, almeno lui non ha certamente rubato. Il contrasto tra lo stile comunicativo dei politici e i grillini, gioca a favore dei neo politici cinque stelle.. L’insopportabilità della vanagloria, sicumera, tendenza costante alla manipolazione dei vari Bossi, Casini ecc.,spinge in questa direzione. Il linguaggio del comico, la sua stessa gestualità, creano un’immagine d’insieme letteralmente Altra; in altri termini Alternativa.Liberatoria. E inducono a pensare che i leader da decenni sugli scranni e al potere in ogni dove, imitati talvolta dai giovani eredi, sono intrappolati nel loro narcisismo autoreferenziale senza via d’uscita..psicologica. Poi dove andrà a parare Grillo è presto per dirlo.

giovedì 3 maggio 2012

GLI OLIVETI D'ITALIA. E UNA CHIESA ROMANICA DA SALVARE

Per godersi lo spettacolo di chilometri e chilometri di oliveti fantastici, ormai bisogna espatriare e, per esempio, raggiungere il Marocco . Le zone del lago di Garda che i romani coprirono di vigneti e di oliveti, sono ormani soltanto memoria storica. Qualche tratto di oliveti ancora si possono vedere , soffocati dalle costruzioni che,tra l'altro, nonostante la crisi che attraversiamo, continuano a mangiarsi il terreno residuo mese dopo mese. Anche nei comuni gardesani dove le nuove amministrazioni con liste civiche avevano giurato di fare una politica di "conservazione del territorio". Da intendersi, appunto,di conservazione dei lembi di verde rimasto . Il parroco di Limone del Garda si sta battendo per salvare l'oliveto che circonda la chiesetta romanica di S.Pietro, perchè l'amministrazione ha votato la costruzione di una serie di villette. Così, tanto per continuare sul modello sociale ed economico del progresso consumistico invalso nella mentalità di tutti e tutte di questo povero Paese.

sabato 21 aprile 2012

IN COMUNIONE E LIBERAZIONE UNO STRANO VOTO DI POVERTA''

C’è una grande confusione sotto il cielo, o, per meglio dire, si vede (spesso) in maniera inconfutabile che i figli di don Giussani fanno poca formazione teologica . Forse sono stati meglio formati a come fare politica e affari. Sono stati scritti svariati articoli per informare sulla vita del presidente della regione Lombardia dedito a una vita privata di lusso abbastanza sfrenato e spesso, pare, pagato da altri per scopi di vantaggio personale. Sono anche state ripetutamente pubblicate foto del "Celeste" in abbigliamento e pose poco consone a uno che ha fatto voto di castità, oltre che di povertà e obbedienza. Formigoni è un consacrato, facendo parte dell’istituto Memores Domini voluto da don Giussani. I membri vivono in gruppi che condividono l’abitazione e la cassa comune; dalla quale, hanno scritto i giornali, attingono come vogliono i soldi per le loro personalissime spese. A questo punto diventa necessario fare riferimento all’intervista (Il Fatto Quotidiano, 20.4) concessa da Luigi Amicone, ciellino della prima ora come Formigoni, direttore del settimanale Tempi. Dice Amicone che la povertà non è il pauperismo: “. La povertà è come usi delle cose, con quale criterio. E’ evidente che non si può mangiare tutti i giorni l’aragosta, non va bene. Ma non mi sta bene questa idea del cristiano che deve avere un po’ meno degli altri, deve avere donne meno belle, meno soldi, soffrire un po’: e va a quel paese! Non è questo il mio cristianesimo.” In un altro punto dell’intervista il ciellino sostiene che “Darsi alla bella vita non è un reato.”, ma è chiaro che un personaggio pubblico “deve apparire oltre che essere”. Caro Amico, si fa per dire, il tuo collega di movimento ha fatto i voti. Cioè non appartiene alla semplice categoria dei battezzati: ha scelto di consacrarsi a Dio sia con la castità sia con la povertà. Ora il voto di povertà non implica soltanto la consegna dello stipendio alla cassa della comunità. Il “monaco” è chiamato a u una vita sobria, vicina alla media dei più poveri. Mi pare invece che il consacrato Roberto Formigoni sia molto più simile, nello stile di vita, ai più ricchi. Tutto qui.

IL LAGO DI GARDA,LA VALTENESI IERI E OGGI

1944: volando sulle colline moreniche della Valtenesi un fotografo scatta panoramiche fino al lago di Garda. In bianco e nero si notano le colline digradanti verso le acque lacustri divise in appezzamenti coltivati. Non è difficile immaginare chilometri di viti e chilometri di olivi. Altre foto dall’aereo, a colori, scattate fino al 2007, descrivono l’orrore. Chilometri e chilometri quadrati di case e capannoni hanno preso il posto delle viti e degli olivi. “Volando sul Garda e sulle Colline Moreniche” è una bella mostra realizzata con il lavoro molto professionale dello studio BAMS di Montichiari (Bs) . Oltre cento foto che descrivono il bacino benacense con i suoi fiumi, monti, flora, ecosistemi. La mostra, che evidenzia in modo inequivocabile il lento e inesorabile consumo di suolo in una zona anticamente meta di artisti e di turisti anche dall’estero, attratti da una bellezza incomparabile, è stata patrocinata dal Comitato Parco delle Colline Moreniche. La prima tappa, iniziata il 14 aprile, è la biblioteca di Padenghe sul Garda. Il Comitato Parco delle Colline Moreniche è molto attivo nella difesa degli ultimi scampoli di vigneti e oliveti, di chiese e ville sempre più brutalizzate da interventi insensati o soffocate da altri costruzioni. C’è certamente una sensibilità diffusa che fa crescere un certo volontariato molto attivo anche in iniziative perfino didattiche oltre che di valore ambientale. A Padenghe c’è l’associazione Roverella, collegata a quelle di altri paesi del Garda, che organizza passeggiate guidate. Si potrebbe dire che si tratta di un movimento spontaneo localistico in contrasto con le scelte delle amministrazioni comunali che, spesso, continuano a legittimare lo scempio dell’ambiente naturale e storico. E’ una critica al “modello di sviluppo” che si è imposto nei decenni e che ormai ha irrimediabilmente devastato il Bel Paese? Forse ci vorrebbe un salto di qualità con una maggiore e migliore riflessione su tematiche come i beni comuni , l’etica e la formazione scolastica. Per esempio, come mai in un Paese come l’Italia straricco di arte e di una natura particolarmente bella, la storia dell’arte si studia soltanto al liceo classico, al liceo artistico e nelle scuole d’arte? Perché da sempre si formano geometri assolutamente a digiuno di conoscenze relative al patrimonio monumentale architettonico? L’arte e la natura sono state relegate sempre ai margini, agli spiccioli, della riflessione culturale della Sinistra italiana . E’ questo forse uno dei motivi dell’omogeneità mentale degli amministratori “bianchi” e “rossi” rispetto alla tutela e difesa dei territori.

mercoledì 18 aprile 2012

LA RELIGIONE LEGA NORD

I capi leghisti continuano a frequentare le Tv e, come ieri sera a Ballarò il presidente Cota, ripetono pari, l’ordine di scuderia: noi siamo diversi perché Bossi ha dato le dimissioni da segretario e anche gli altri, da Boni a Renzo Bossi all’assessora bresciana in Regione Lombardia, per non parlare di Belsito, sono stati tolti di mezzo. Due addirittura espulsi. Quanto a Bossi non sapeva di tutto questo giro soldi, diamanti, auto ecc. Lui è innocente e puro come si può evincere dal suo sobrio stile di vita. Del figlio trota aveva una grande fiducia, tanto da averlo una volta o due proposto come il suo successore. I giornali raccontano di 11 appartamenti intestati alla moglie, più tanti soldi leghisti ricevuti per la sua scuola della Bosina, più la fattoria acquistata per uno dei figli animati da improvviso amore per la natura, più i soldi sborsati per le cure mediche, eccetera. E lui, il divo Bossi, è sempre stato all’oscuro? Ma allora “il cerchio magico” lo teneva in piedi come un reliquia da ostentare in giro per l’Italia del Nord, permettendogli soltanto di brutalizzare la lingua italiana con frasi slogan per “fare politica” padana? Il poveretto non ci fa una bella figura e con lui, ma pare non se ne rendano conto, i vari capi a partire da Maroni. Resta che, come ha rilevato il sociologo Ivo Diamanti, la Lega Nord avrà elettoralmente nelle prossime elezioni amministrative, una flessione moderata. Come mai? La Lega Nord nelle regioni Veneto e Lombardia ha ereditato l’elettorato democristiano, come altrove il centro sinistra ha ereditato il voto che andava soprattutto al PCI. La gente intervistata risponde che Bossi sicuramente è innocente e che Maroni è ben intenzionato a fare pulizia con dure ramazze come già si vede. Diamanti ha anche scritto che questo è vero e che gli altri partiti non lo hanno fatto con la stessa prontezza e intensità. Un’altra delle frasi a effetto che i leghisti capi dicono nelle trasmissioni Tv, è quella che suona più o meno così: il danno lo hanno fatto alla Lega e la Lega adesso reagisce buttandoli fuori. Ovvero, la Lega, cioè i leghisti di base sono un’altra cosa. I diamanti che Belsito si è donato e che ha restituito, verranno dati alle sezioni . Dunque, la Lega funziona un po’ come la Chiesa di Ratzinger con il problema degli scandali dei preti pedofili . La Chiesa si guarda bene dal mettere in discussione, per esempio, il celibato della casta sacerdotale! Anzi, proprio recentemente, il Papa ha ribadito -contro un gruppo di preti austriaci che chiedevano il superamento della “legge” dell’ordinazione dei maschi, per conferire il sacerdozio anche alle femmine-che la Chiesa è soltanto custode della legge divina. Punto. Spesso nelle interviste i leghisti di base usano dire che loro credono a Bossi, e che Bossi perché resta il santo fondatore. E’ quindi una questione di fede, di abbandono fiducioso e acritico come sempre avviene in materia di religione. Il leghismo è una sorta di religione laica perché fornisce insieme senso di appartenenza e tutti i rituali necessari. In tempi di globalizzazione che crea insicurezza rispetto alle identità antiche e di grande crisi economica che rende incerto il futuro, le religioni ritrovano, anche sotto mentite spoglie, un ruolo decisivo.