domenica 27 settembre 2009

E' HARAM DARE LA MANO A UNA PERSONA DELL'ALTRO SESSO

Le culture hanno spesso dei punti comuni nel pensiero e nei comportamenti. Però ufficialmente si contrappongono come accade alla "nostra" cultura italica , nonchè mediterranea e quella musulmana in genere; e, soprattutto in terra di emigrazione.
Cominciamo dall'ultimo evento. Il Cavaliere Berlusconi presidente del Consiglio dei Ministri, quando ha incontrato la coppia presidenziale degli Stati Uniti alla cena di gala del G20 di Pittsburgh, si è lanciato in un complimento a Michelle per la sua mise ; ma lei si è ben guardata di baciarlo come ha fatto con gli altri leader. Non ha resistito a comportarsi secondo la tradizionale galanteria da maschio padrone . Nel video che ha fatto il giro del mondo, si notano bene le gote gonfie del Presidente nella tensione del complimento. Come dire: piccola, vieni a me, che ti abbraccio caldamente . Invece Michelle gli allunga la mano a una notevole distanza restando impettita. Filippo Ceccarelli su La Repubblica (27 sett.) ha scritto che Berlusconi "...non guarda Michelle negli occhi, ma sotto, e poi ancora più sotto, e la misura, la soppesa, la immagina, allarga le braccia come sofraffatto e insieme compiaciuto del suo stesso ardente desiderio.".
Invece su Internet si discute di piedi di donne: vanno o no coperti durante la preghiera? O come ci si deve comportare in Italia quando si incontra una persona dell'altro sesso dato che è cortesia stringere la mano. Il tutto in un sito intitolato Discussioni sull'Islam (HTTP//ISLAM.FORUMMUP.IT/).
La risposta: "'Nella legge sacra (Shari'ah) sono proibiti i contatti con persone estranee (non-maharam) del sesso opposto, che siano strette di mano, abbracci, pacche sulle spalle o quant'altro', esclusi ovviamente casi di necessità quali emergenze , visite mediche, etc. (...) Toccare una donna 'estranea' (non mahram) suscita piacere e deisderio più del solo guardare, come è evidente a chiunque sia dotato di intelligenza. Di conseguenza, se guardare è illecito, a maggior ragione e ancora più lo è anche il toccare. (...) L'unica eccezione è nel caso di un uomo ed una donna anziana...(...) E' illecito stringere la mano con una donna, ma è permesso con una donna anziana che non è sessualmente attraente, e anche l'uomo non deve essere sessualmente attraente.".
Improvvisamente ho capito perchè , in visita a un centro culturale islamico per acquistare un Corano, l'anziano capo si rifiutò di darmi la mano. Io, anziana non ero certo considerata attraente, ma lui, probabilmente tale si considerava. Come il Cavaliere.

lunedì 21 settembre 2009

RADIO PADANIA LIBERA

Sto girando in auto -è la mattina di lunedì 20 sett.- e, coMe faccio spesso, mi sintonizzo con la radio su RADIO PADANIA LIBERA. E' sempre molto istruttivo -politicamente e giornalisticamente- ascoltare gli interventi degli ascoltatori leghisti. Telefona un signore lombardo che ce l'ha con gli islamici : " ...meglio le nostre donne che la merce la fanno vedere. Abbasso il burka e i burkini."
E già, il corpo delle donne è MERCE offerta agli sguardi e ai desideri maschili. lLe donne musulmane devono corprirsi affinchè il loro corpo sia visibile soltanto ai maschi di casa per il loro enso di proprietà e desiderio. Le donne occidentali devono scorpirsi....per gli stessi motivi. Amen.
Segue la telefonata di un'anziana signora lombarda : " ...non assumiamo più gli islamici e se proprio abbiamo bisogno, a nostro uso e consumo assumiamo altri extracomunitari...". Si noti, e non occorre aggiungere altro , quel A NOSTRO USO E CONSUMO .

martedì 15 settembre 2009

Il 19 a Roma per la libertà di stampa

Mi è piaciuta l'intervista realizzata da Sandra Chaher direttora di Atemisia Noticias , a Nella Condorelli direttora di Women in The city per Red Periodistas. La Condorelli spiega come l'informazione mondiale si trovi in una condizione megativa perchè stretta tra gli interessi dei gruppi economici , sempre meno inclini ad investire a garanzia di una informazione realmente libera. Poi c'è il caso italiano determinato dal confitto d'interesse del Presidente del Consiglio Berlusconi che è sceso in campo nella politica continuando a gestire il suo sistema imprenditoriale. Ne consegue una riduzione drastica dello spazio plurale a favore del modello di messaggio-unico.
La giornalista straniera chiede delle donne italiane e la Condorelli risponde : " Al modello delle donne nude senza parola veniva sempre più opposto infatti un modello maschile vincente, circoscritto in sostanza nel modello dello stesso imprenditore-politico, che tutto può. Era nato il nuovo patriarcato mediatico. Questo ha determinato la progressiva scomparsa del femminile plurale dalle televisioni italiane. " Con l'evidente risultato che nell'informazione le donne sono invisibili e che in Tv esistono soltanto come vallette di qualcuno; mentre poco spazio hanno anche nella politica.
Le donne italiane lavorano tanto , sopra la media europea avendo a carico il lavoro di cura e quello fuori casa. Il governo al massimo parla di "incentivi alle famiglie" cancellando così il soggetto donna-cittadina come destinataria di politiche specifiche. Sarebbe questo un motivo di grande riflessione perchè è un pensiero che manifesta una concezione tradizionale dei ruoli sessuali; come a dire che permane una cultura arcaica che può persino saldarsi con gli aspetti altrettanto arcaici delle culture patriarcali delle comunità migranti. Le culture sono vasi comunicanti.
Domenica 13 c.m. sono stata alla Comunità Pentescostale dei Ghanesi di Brescia dove ho potuto verificare come la divisione dei ruoli sia assoluta: fuori dalla sala di preghiera c'è una saletta che ospita i bambini e le bambine tenuti "a bada" da "maestrine" dotate di bacchetta . Ebbene, alla fine della preghiera collettiva guidata, c'è stata la festa di compleanno di due bambini con tanto di dolci e torte alla quale padri e fratelli non hanno partecipato.
Il nostro anziano Capo del Governo non può forse usare con evidente soddisfazione stereotipi latini a tutto campo, come quando proclama che lui "ama le belle donne"? Non possiamo neppure immaginare una ministra (giovane o anziana) che dica altrettanto rispetto a una eventuale inclinazione per la ricerca spasmodica di uomini giovani e belli.

lunedì 7 settembre 2009

Berlusconi !

«Libertà di stampa non è libertà di insulto» Secondo Berlusconi, tuttavia, i comunisti e i cattocomunisti che denunciano l'assenza di libertà di stampa, lo fanno solo perché «intendono la libertà di stampa come libertà di mistificare, di insultare, di diffamare e di calunniare. Per questo - ha aggiunto - sono stato costretto a rivolgermi alla magistratura. Se in Italia c'è un pericolo - ha infatti sottolineato - è quello degli attacchi alla riservatezza delle persone che viene violato dalla stampa di sinistra». Ribadendo che davanti a questo scenario non può far altro che esclamare (come già aveva fatto nei giorni scorsi) «povera Italia». Berlusconi ha quindi chiesto che si interrompa immediatamente «qualunque campagna che attacca su basi false e calunniose».
( Il Sole 24 , 8 settembre)
Una domanda al Cavaliere: cosa intende esattamente per libertà di stampa? Probabilmente la pensa esattamente come il suo collega Ahmadinejad . Mi sono fatta questa idea leggendo il libro (Viaggio di nozze a Teheran, ed.Newton Compton,2009) di Azadeh Moaveni, iraniana figlia di esuli (negli USA) che ritorna al Paese di origine come inviata del Time e deve fare i conti con la censura preventiva . Si sposerà, avrà un bambino e sarà costretta a lasciare l'Iran.
Le libro racconta l'amore smisurato per il suo Paese e quindi la propensione a pensare e vedere il positivo, fino a quando dovrò ammettere che è una pesante dittatura teocratica.
Scrive: Volevo disperatamente che l'Iran fosse un Paese in cui si poteva dire la verità sul potere, e la mia volontà era così forte che decisi di mettere alla prova la realtà. (...) Mr. X era probabilmente la persona più importante della mia vita iraniana. Il regime gli aveva affidato diversi incarichi: doveva stendere rapporti sulla mia condotta da giornalista, mettermi in guardia quando rischiavo di valicare qualche linea rossa (facendo domande su argomenti tabù o sconsigliati) e cercare di assicurarsi la mia 'cooperazione'. "
E ancora:Se volevo assistere a un seminario, incontrare il ministro degli Esteri, o recarmi in una zona di confine particolarmente delicata, dovevo assicurarmi l'approvazione e l'assistenza dell'ufficio stampa estera." Al MInistero delle informazioni decidevano " se un determinato giornalista poteva continuare a lavorare o meno.".
Naturalmente in Italia siamo più fini: invece di chiudere una trasmissione scomoda come quella della Gabanelli, ci si limita a ritirare la copertura legale ai giornalisti che fanno le inchieste. Così saranno loro a , volontariamente, ritirarsi.

sabato 5 settembre 2009

I valori cristiani della Lega e della Chiesa

«La nostra politica, anche sull’immigrazione, è perfettamente in linea con i valori cristiani», ha detto il capogruppo alla Camera, Roberto Cota. E il presidente della commissione Esteri di Montecitorio, Stefano Stefani, ha aggiunto: «La Lega ha radici cattoliche e ha lottato contro l’impostazione che era stata data in Europa dove nessuno voleva inserire tra i fondamenti le radici cristiane». E poi ha precisato: si è parlato di «legge sul biotestamento» e di «pillola Ru486». Da La Stampa del 5 sett.
Mattia Feltri ha firmato un articolo su La Stampa con il titolo Dio, Padania e famiglia la Realpolitik di Bossi a seguito dell'incontro inVaicano di Bossi e Calderoli con il card. Bagnasco.
D'amore e d'accordo, dunque ,vanno i nostri leghisti con la Chiesa che di più non si può. L'articolista scrive addirittura di incontri segreti tra vescovi, parroci e dirigenti leghisti per stabilire linee e interessi comuni nel Nord. A proposito di famiglia tradizionale -da intendersi formata da un uomo e una donna- , di matrimoni omosessuali e sistemi procreativi e fine vita, il feeling sarebbe perfetto. In questi giorni, subito dopo l' incontro, Bossi ha lanciatio una delle sue affermazioni storiche che suona pressapoco così: è meglio fare figli. Ovvero il ritorno in voga delle donne (italiane )- coniglio per contrastare le figliolanze straniere che inquinerebbero il puro sangue delle pure regioni italiche. Non importa se poi non ci sono gli asili, le scuole materne e la scuola dell'obbligo restringe i tempi di permanenza. Si supplisce con le nonne Welfare , le mamme part time o addirittura a casa, a fare le casalinghe. Feltri scrive anche che la Chiesa ingoia lo strano panteismo tradizionalista e conservativo della Lega pechè si mostra un argine formidabile contro la "deriva relativista". O addirittura i porporati da una parte fanno vedere che si inalberano per il pacchetto sicurezza che prevede il reato di clandestinità e per la poltica dei respingimenti sul fronte del mare siciliano, ma dall'altra (quella segreta) non sono tanto scandalizzati, perchè l'interesse è indirizzato all'"integrità della famiglia".
Ci si potrebbe chiedere come mai allora la Lega Nord non considera che potrebbe andare d'accordo anche con le moschee e i Centri Culturali Islamici , dove i "valori" della famiglia tradizionale, la considerazione dell'omosessualità come comportamento e scelta contro "natura", il ruolo di basso profilo delle donne ecc.; soprattutto il rifiuto del cosiddetto relativismo in nome delle Verità Eterne, viene continuamente ribadito ?
La realtà che salta fuori inequivocabilmente è , sociologicamente, la seguente: la Lega intercetta il senso comune del timore della perdita dei confini identitari, in altri termini il sentimento di forte smarrimento per il mutamento rapido del"paesaggio" intorno. Il tema della identità collettiva è allora, oggi, nell'era delle grandi migrazioni e della gobalizzazione, un problema da tenere presente. Lo facessero i politici!

martedì 1 settembre 2009

L'Avvenire

Il Senatore Presidente Cossiga è stato intervistato dal Corriere Della Sera (1 sett.) in merito alla nota vicenda del direttore oggetto di attacco da parte del Giornale, ovvero di Feltre. Come sempre risposte caustiche e dall'alto di una cattedra quasi divina. Però una cosa giusta l'ha detta: ha sempre trovato il quotidiano attuale della Cei noioso. Nessuno ricorderà come è nato l'Avvenire nel lontano 1969. Ebbene, sorse sulle ceneri di un pretigioso quotidiano cattolico nazionale che si chiamava l'Avvenire d'Italia e che era dirtto da un gande giornalista come Raniero La Valle. Si stampava a Bologna nei pressi della stazione e della redazione hanno fatto parte anche Italo Moscati, Vittorio Citterich, Rodolfo Brancoli. E' stato nella cronaca della Romagna che ho iniziato, poco più che ventenne, a scrivere. Ho poi collaborato alla "terza pagina" e alle pagine nazionali . Raniero La Valle, sostenuto dal Cardinale Giacomo Lercaro e da personaggi come Alberico, Ardigò tanto per ricordarne alcuni, ne aveva fatto un quotidiano del Concilio Vaticano II. Un giornale che criticò la guerra del Vietnam e portò avanti le nuove istanze della teologia e l'esperienza delle "comunità di base" ; compresa la teologia della Liberazione. Ad un certo punto, conclusasi il Concilio, alla Cei (Conferenza Episcopale Italiana) sembrò necessario trasferire la sede a Milano cancellando di fatto la redazione e il suo direttore . Ma soprattutto lo stile giornalistico e i contenuti .