giovedì 14 aprile 2011

CERVIA, UN COMUNE AVARO SOPRATTUTTO CON LE DONNE


Sono tempi duri per le finanze dei Comuni italiani. I tagli previsti dal Governo costringono a ogni sorta di limitazioni anche nel settore della cultura. E per un comune turistico i tagli alla cultura possono diventare un problema anche in termini di pubblicità. Tuttavia resta difficile comprendere che : un dèpliant, due gigantografie, un operaio o due per l’allestimento, due persone per garantire la presenza nella sala di esposizione della mostra durante i quindici giorni previsti, richiede spese insostenibili per un comune di media grandezza qual è quello di CERVIA (Ravenna).
Le cose sono andate così: c’è una pittrice che si chiama GIOVANNA CARUSO, che ha studiato al Liceo Artistico di RAVENNA perché è di FORLI’. Una trentina di anni fa è partita per l’Asia e non è più tornata. Ha viaggiato in lungo e in largo e poi ha scelto di abitare nella capitale del NEPAL. Ben presto è diventata un punto di riferimento per gli indù che intendevano aggiungere murales sui loro templi. Lo stile della Caruso è sempre stato di tipo fumettistico e la sua fascinazione della cultura locale lo ha fatto diventare una bella e singolare commistione tra occidente e oriente. A CALCUTTA ha esposto in più riprese i suoi lavori e una volta anche in Veneto.
Sembrava quindi ,la proposta di farle esporre i suoi lavori a CERVIA durante l’estate 2011, una bella iniziativa sia per l’assessorato alla Cultura che per l’assessorato alle Pari Opportunità. Era già pronto anche il patrocinio del Liceo Artistico di Ravenna. Ma così va il mondo, soprattutto per le donne.




giovedì 7 aprile 2011

BERLUSCONI PUO' CONTARE SUI DISTINGUO DELLA CHIESA

In una trasmissione televisiva l’ineffabile modenese sen.Giovannardi ex democristiano ora ultra aderente alla tribù berlusconiana, ha dichiarato che lui non accetta il suo capo in quanto come cattolico distingue tra il peccato e il peccatore. Amen. Questa manfrina ce la sentiamo ripetere con ossessività da tutti i cattolici che partecipano al potere garantito dal grande imprenditore; dalla “base” su, su fino ai vertici del governo e del partito. E’ il principio che permette alla CEI di starsene defilata rispetto alla vita del Presidente del Consilgio Berlusconi, evitando eventuali ricatti e ottenendo, semmai, in cambio, ulteriori privilegi o “difesa” per i “valori non negoziabili”.
La formazione catechistica della Chiesa Cattolica per prima comunione e Cresima, continua d’altronde la vecchia impostazione di quando vigeva il catechismo di Pio X.
Più o meno, senza più le domandine e le risposte da imparare a memoria: “Chi è Dio? Dio è l’essere Perfettissimo….ecc., si ricalca l’astrattismo dogmatico di qualche nozione generale, senza alcun riferimento al mondo, allo stare al mondo, alle relazioni , all’essere maschio o femmina e poi all’ambiente e ai soggetti non umani che sono gli animali,ecc.. Il Concilio sembrava aver posizionato la fede nell’ambito dell ‘incarnazione,vale a dire nella storia umana; superando quello che era stata la tendenza prevalente a favorire una mentalità angelicata.
Ma le grandi narrazioni ideologiche con i loro partiti organizzati e radicati nel popolo, correggevano la disincarnazione con un senso alto dei valori e dell’etica.
Ora, la società dei consumi e la fine delle ideologie, lascia privi di “iniezioni” valoriali i nostri bambini/e e ragazzi/e.
Lo si nota proprio rispetto a come viene vissuta la formazione catechistica per la Prima Comunione e la Cresima: una noiosità infinita perché si devono imparare concetti poco adatti alle capacità cognitive di un bambino o di un pre’ adolescente. Una noiosità però alla quale ci si adegua perché alle cerimonie religiose seguono feste lussuose con tanti regali. Feste che assomigliano sempre di più a quelle dei matrimoni. Feste che rinforzano l’io narcisistico di genitori e figli e che servono per confermare le comunità di nicchia o, in altri termini, le comunità del rancore (come sostiene il sociologo Aldo Bonom), sorde e chiuse e in difesa rispetto a una realtà ormai avviata al meticciato.