sabato 29 agosto 2009

Bossi cristiano e cattolico

(ANSA) - ALZANO LOMBARDO (BERGAMO), 29 AGO -Con la Chiesa c'e' bisogno di un 'chiarimento' per questo Umberto Bossi e Roberto Calderoli andranno insieme in Vaticano. Andremo a 'ricordargli le nostre radici cristiane', spiega il segretario del Carroccio, in partenza dalla stazione di Bergamo per quella di Alzano Lombardo, dove partecipa alla Berghem Fest. 'Ci andiamo -ribadisce- per ricordare che la nostra matrice e' cristiana e cattolica. La Lega e' l'unico partito che veramente ha radici cristiane'.
E' la notizia del giorno: Bossi vuole andare in Vaticano (al posto di Berlusconi?) per "ricordare" le radici cristiane e cattoliche dell'Italia. Soltanto qualche giorno fa Bossi ha dichiarato ai giornalisti che lui ha fatto appendere un crocifisso di legno fuori della porta di casa, perchè così ogni volta che esce lo può "toccare" per avere una buona giornata. Qualche teologo gli faccia perfavore presente che la sua religiosità è di tipo magico, in altri termini pagana.
D'altronde la difesa leghista delle presunte radici si è ben visto nel corso della sua storia cosa è in realtà: il fiume sacro ,l'ampolla, le spade alla celebrazione leghista dei matrimoni ecc., esprimono un tipo di religiosità simile a quella brasiliana della macumba o del cantomblè. Un sincretismo antico che serve a creare costumi e quindi senso di appartenenza collettiva, nonchè di identità. In un certo senso Bossi intercetta con i suoi gli umori il tempo postmoderno con la perdita dei confini spaziali e delle tradizioni .
La religiosità attuale è di questo tipo: ciò che ha presa è il "Dio tappabuchi" che il teologo protestante Bonhoeffer auspicava sparisse dagli orizzonti di fede (autentica).
Sarebbe bene che i politici facessero i conti con il senso di smarrimento collettivo, anzichè demonizzarlo.

martedì 25 agosto 2009

Niente più verde sul mare

Le letture dell'estate sono assai istruttive , ma non sempre rilassanti. A volte ti inquietano il sonno notturno e i sogni. L'articolo "Tra rovine vecchie e nuove" di Paolo Rumiz su La Repubblica (25 ag.) di inquietudine e rabbia ti riempie.
Racconta il suo viaggio a l'Aquila e il suo incontro con il paesaggio devastato . Arrabbiato anche lui si lamenta di questa nazione che non riesce a sviluppare una vera politica della prevenzione dei terremoti e che coltiva un'incultura del territorio con cronica persereveranza. Il nostro è un territorio sismico per eccelllenza, ma una conseguente civiltà dell'abitare non esiste. Si capisce al volo "che le sue macerie non sono fatalità ma crimine, un'omissione che altrove manderebbe in galera generazioni di capi di governo. Non esiste Paese viluppato dove un terremoto di magnitudo 5,9 faccia tanti morti.".
L'Abruzzo? "regione matrigna, terra che rinnega la montagna, cioè se stessa. Via i pastori, via gli eremi, i tratturi, Celestino V. Roba vecchia, inutile. Il resto è cemento. Niente più verde sul mare.".
Mi viene in mente una delle poche ville ancora in piedi degli anni trenta a Milano Marittima, salvata, si fa per dire, ma soffocata tra nuovi cementi. Ancora negli anni settanta le foto aeree dal mare mostravano ampi spazi di pineta dove ora ci sono soltanto costruzioni di alberghi e case senza un briciolo di verde. Una politica del territorio insensata ovunque, indipendentemente dal colore delle amministrazioni. Ma allora , una domanda ce la vogliamo fare? Essere di Sinistra o di Destra perchè conta così poco nelle politiche del territorio? E non soltanto.

lunedì 24 agosto 2009

Maternità e infanzia

Gli archivi comunali sono una miniera di informazioni storiche ancora, credo, in gran parte sepolte.
A me è capitato di cercare la conferma di una memoria orale e d'imbattermi in un'affascinante realtà. Cercavo notizie relative alle colonie marine dell' Opera Nazionale per la protezione della maternità e dell'infanzia . La giovane impiegata, dopo avermi fatto firmare un foglio con nome, cogome, tipo di richiesta, motivo ecc., scompare per una decina di minuti per poi riapparire guidando un carrello colmo di faldoni impolverati. Ci mettiamo cuiose ad aprirne uno dopo l'altro: 1932,1933,1935,36....quando mi attira l'attenzione di un foglio di circolare: 3 novembre 1933 anno XII....Ai signori PRESIDENTI dei comitati di patronato Maternità ed Infanzia. In oggetto norme supplementari per la celebrazione della "Giornata della Madre e del fanciullo".
Si chiede di seguito di fornire "Tutte le informazioni e gli elementi richiesti dalla sede centrale dell'Opera nei riguardi della madre che, nell'ambito di ciascun Comune, risulti avere il maggior numero di figli viventi, e cioè: nome e cognome della donna, del marito e dei figli viventi, con le rispettive età; le eventuali benemerenze patriottiche (per es. figli decorati o morti in guerra o per la causa nazionale); la data della tessera di inscrizione della donna al Partito Nazionale Fascista o, quantomeno, di quella del marito."
No comment.

mercoledì 19 agosto 2009

il burkina di Verona

Prima in Francia e poi in Italia: alcune donne musulmane si sono presentate per nuotare in una piscina pubblica indossando una sorte di scafandro denominato burkina. Testa velata ,corpo interamente coperto ma non il volto , le mani e i piedi:è così che intendono bagnarsi mantenendo la modestia e il pudore onore della comunità; sopratutto dei capi, ossia degli uomini. Alcune buone mamme venete hanno subito protestato perchè i loro pargoli si sarebbebro spaventati alla vista della giovane donna in divisa musulmana di stretta osservanza. Comunque sia e come volevasi dimostrare i media hanno scaraventata la notizia in pasto al pubblico. Forse la giovane voleva proprio provocare una reazione; a quale scopo non è chiaro. Non lo è lì per lì. Ma proviamo a riflettere su una discussione che attraversa i vari siti musulmani in lingua italiana e francese , in altre non saprei non potendo comprenderne il senso. Le donne, specialmente giovani, si rivolgono ai saggi dell'Islam nell'emigrazione per chiedere se possono viaggiare senza essere accompagnate da un uomo di famiglia. La domanda: Qual è la sentenza per la donna che viaggia senza avere mahram (un accompagnatore legittimo secondo la Shar'iah)? Risposta: Per Allah -Colui il Quale sto emettendo questa sentenza - che questo non è permesso.". In un altro sito si trascrivono gli Ahadith sulla donna che viaggia : "Non permettete alle vostre donne di viaggiare, tranne che sia con un suo mahram." Altri Ahadith vengono citati per dimostrare che ci sono pareri diversi: per un giorno può andare bene la libertà di viaggiare sole, per due o per tre altri.
Tutti ripetono come una cantilena :"Non permettete che le vostre donne.....".
Strano, anche in Italia gli uomini sono soliti dire e scrivere (oggi, per esempio il giornalista siciliano Francesco Merlo su La Repubblica :"Quel Burkini contestato a Verona") "le nostre donne....". Che allegria!

sabato 15 agosto 2009

ANCORA SULLA RELIGIONE DI STATO

Oggi, giorno di ferragosto, l'editoriale di E. Scalfari sul quotidiana la Repubblica riguarda anche la faccenda dell'insegnamento della religione cattolica. Secondo il grande vecchio è una questione seria, perchè dovrebbe essere una materia obbligatoria, con insegnanti assunti mediante procedure statali come tutti gli altri e per un programma di storia comparata delle religioni; in particolare delle tre religioni monoteistiche. Giudica grave l'affermazione della ministra Gelmini di ricorrere contro la sentenza del Tar e del tutto ridicola la sua giustificazione: difendere la maggioranza degli studenti che chiedono l'insegnamento della religione cattolica. In verità lei ha detto, anche il Concordato.
Continua Scalfari: poichè la popolazione di fede musulmana è ormai massicciamente presente in Europa e in Italia, si dovrebbe aprire a corsi facoltativi di religione islamica. E, per l'eguaglianza, con insegnanti "affidati anch'essi al 'placet' di qualche autorità religiosa " coranica.
Ovviamente, dico io, così facendo si andrebbe nella direzione del modello d'integrazione multiculturalista inglese che, infatti, ha ammesso i tribunali della Shar'ia.
In Italia nessuno discute e nessun politico si esprime con un minimo di riflessione culturale, sulla questione dei modelli d'integrazione.
In conclusione poi si chiede cosa fa l'opposizione di centrosinistra. Nulla, è ben evidente. Intanto l'on dell'Opus Dei (Binetti) si è già pronunciata . Ovviamente, d'accordo con la Gelmini

venerdì 14 agosto 2009

La ministra Mariastella

Su la Stampa del 13 ag. la ministra Mariastella Gelmini ha affermato, contro la sentenza del Tar del Lazio per la religione cattolica nelle scuole, che se anche l'insegnamento è facoltativo, non si deve rinunciare ai valori del cattolicesimo che fanno parte della storia del nostro Paese e sono alla base della cultura dell'Occidente. Signora Ministra, non entriamo nel merito dei valori (quali esattamente e come praticati, o imposti, per es., dagli uomini di Chiesa nei secoli?) ,ma la "cultura dell'occidente" sicuramente è stata formata anche sull'influenza della religione: più precisamente cristiana, perchè ci sono, in Occidente, anche nazioni protestanti o ortodosse. Dal mio punto di vista di donna con le dovute differenze, in meglio o in peggio.

venerdì 7 agosto 2009

E I DIALETTI?

Già, non dimentichiamoci l'altra proposta leghista degli esami di lingua dialettale per insegnare nelle scuole. Mi sono chiesta come me la sarei cavata nel lontano 1966 quando emigrai per andare a insegnare nelle scuole medie vicentine. Molto bene, ne sono sicura. Meno se avessi avuto la possibilità di restare in Romagna. Dunque, sono nata a Pola e sono emigrata a Fiume dove ho traslocato all'età di 4 anni per andare in Friuli sempre a causa del trasferimento di mio babbo finanziere. Nel 1946-47 ho frequentato la prima elementare a Rubiera (Reggio E.) paese di origine della nonna materna, e poi sono finita ( o ri-finita) in Romagna dato che comunque si andava e veniva sotto i bombardamenti per stare con lei a Cervia e godere d'estate dei bagni di mare.
In Istria ho imparato l'istro-veneto giocando con i bambini, in Friuli il friulano. Non ho mai parlato il romagnolo perchè a quei tempi i genitori lo ritenevano dannoso per il corretto aprendimento dell'italiano. In definitiva capisco i linguaggi emiliani e quelli romagnoli ma non li parlo. All'esame di veneto me la sarei cavata benino, tempo una settimana o due di immersione nell'habitat per ripassare. Anche Natalia Aspesi oggi su la Repubblica racconta un frammento au biografico simile.

MOSCHEE E BANDIERE

No alle moschee, sì alle bandiere regionali: la campagna estiva della Lega Nord procede come un carro armato sull’obiettivo. Bossi, un ministro della Repubblica Italiana, a dir il vero si è detto più favorevole alla bandiera padana. E la Padania dove arriva, dove si ferma, insomma che-cosa-è?A volte a Brescia mi sono sentita dire che non faccio parte della Padania in quanto , come romagnola, appartengo “etnicamente” e geograficamente all’oltre Po.
Primo, le bandiere regionali. Non credo che i romagnoli accetteranno un’unica bandiera emiliano-romagnola. Sarà forse l’occasione per ottenere la scissione e fare la regione autonoma della Romagna?
Però non m i piacciono le reazioni politiche della ,più o meno Sinistra. Ci scorgo velocemente delle contraddizioni. Come si fa, per esempio, a sostenere che l’integrazione degli emigrati richiede che si chieda a loro di apprendere l’italiano, contemporaneamente agli aiuti economici e strutturali per mantenere le loro lingue e trasmetterle ai figli in nome dell’identità collettiva e negare il bisogno di identità ,sempre collettiva degli indigeni?
Rosy Bindi nella sua performance estiva a Cervia nell’ambito della piccola festa del PD, ha fatto ammenda per come è stato affrontato il problema dell’emigrazione.
Ci si è accorti, ha detto ,che l’aumento accelerato delle presenze straniere di tante nazionalità con i loro usi e costumi, ha comportato una conflittualità comprensibile con i nativi. Ma allora i “politici” di mestiere non leggono proprio le ricerche e i saggi , per esempio, di sociologi come Barbagli, Guolo, Diamanti e, non per ultimo Gianfranco Bettin con il suo bellissimo GORGO,IN FONDO ALLA PAURA (ed.Feltrinelli). Per non citare gli altri grandi come Bauman, Giddens,Beck ecc..
Chi arriva ha un bisogno supplementare di appartenenza per reggere – ed elaborare- la crisi della separazione dai propri mondi spaziali, temporali e valoriali. L’identità si radica e si fonda sull’appartenenza e genera la sicurezza sufficiente per vivere il presente e proiettarsi nel futuro. Ma i nativi che assistono al cambiamento visivo, tra l’altro, del proprio territorio, vivono la crisi “della presenza” di cui parlava Ernesto De Martino e devono affrontare l’angoscia della perdita. La Lega raccoglie queste emozioni, questi sentimenti e li traduce in istanze politiche comprensibili proprio perché mirano a dare sicurezza identitaria. Riesce a proporre un uso simbolico del territorio,in quanto contesto locale come riferimenti dell’identità. Che sia un tipo di sicurezza difensiva ovviamente non appare.
Secondo, le moschee. A Brescia la nuova amministrazione di destra ha gelato le speranze degli islamici di aumentare la cubatura del Centro islamico di viale Corsica.
A Ravenna in questi giorni l’Udc e la destra berlusconiana hanno minacciato il solito referendum per bocciare l’ipotesi di una moschea .
E’ vero che i centri culturali e le moschee sono in aumento accelerato. Occorre precisare che per il momento prevalgono i centri, in quanto c’è una moschea quando esiste il minareto come alla grande (e bellissima) moschea di Roma. I centri culturali funzionano come luogo di preghiera e di studio. Ma anche di aiuto e sostegno e, in certo qual modo, come “tribunali” per dirimere questioni come i conflitti coniugali. Ma anche per i matrimoni in regime di poligamia. A Brescia 400 bambini frequentano il Centro. In maggioranza centri culturali e moschee dall’UCOII che si muove secondo la linea neo-tradizionalista: i musulmani si devono “integrare” ma non completamente. Non devono ignorare che si trovano nella terra degli infedeli. L’aumento dell’uso del velo va in questa direzione. Quando erano pochi le donne (per es. provenienti dalla ‘area magrebina) non mettevano il velo. Con i ricongiungimenti le stesse donne ora lo mettono. Con le famiglie il progetto migratorio tende a stabilizzarsi, ponendo in prospettiva il rischio dello sgretolamento della struttura di potere familiare patriarcale. Sono soprattutto le figlie nate o cresciute in Italia a scalpitare per vivere all’occidentale. Rinserrare le file , con la conferma del ruolo femminile al servizio della coesione e dell’identità collettiva, diventa assolutamente necessario. Il pudore,la modestia delle donne è la testimonianza primaria dell’identità comunitaria islamica . E del potere virile.
Ma la Lega è un altro umore viscerale che raccoglie: la globalizzazione che tutto sgretola e trasforma , con la conseguente perdita dei confini di tutti i tipi, è vista solo dalla parte dell’emigrazione; soprattutto dell’Islam in quanto più potente per numero e per somiglianza con il cristianesimo. Ma è perché è il lato comprensibile alla gente.
Insomma, c’è materia per riflettere anziché reagire con la solita fraseologia in politichese che continua a dominare nella Sinistra.