lunedì 30 maggio 2011

LO SCEMPIO DEL BEL PAESE:CASE A RISCHIO FRANE SUL LAGO DI GARDA


Gli “oneri di urbanizzazione” toccano ai costruttori e così un comune si ritrova strade, fogne ecc. E così gli immobiliaristi hanno fatto man bassa di terreni agricoli o zone boschive, o alvei di fiumi. Nonostante la crisi continuano a cercare terreni edificabili. Nelle case dei bresciani è stato recapitato un dèpliant sul quale si legge,tra l’altro: “Terreni agricoli e boschivi in Gussago, Franciacorta, lago d’Iseo. Pagamento in contanti” a scopo edificabile. Pagamento in contanti? Non capita spesso di leggere che Ndrangheta, Mafia, Camorra e sigle simili riciclano denaro sporco al Nord proprio con costruzioni nuove, ovunque e comunque?
Intanto cominciano a verificarsi le conseguenze delle frettolose autorizzazioni da parte dei comuni che, pur di ragranellare denaro, non sono certo andati per il sottile sulle indagini geologiche dei terreni.
Un contributo delle amministrazioni politiche dell’ ex Bel Paese allo sfascio del territorio e delle culture locali (con buona pace della Lega di Bossi ) anche al Nord.
Nei declivi della Valtenesi, nelle ex stupende zone delle colline moreniche intorno al lago di Garda, care agli antenati romani, il consumo di suolo ha contribuito alla scomparsa degli uliveti e della cultura delle vite. Ora lo scempio immondo comincia regalare rischi di frane d’interi rèsidence.
Amen

domenica 15 maggio 2011

LE IDENTITA' NAZIONALI LE CULTURE E LE DONNE

La cucina multiculturale non ha controindicazioni ma dato che fa parte della sfera privata della gente, cioè è roba da donne, non entra facilmente nei progetti d’inclusione dei migranti. Per il resto il multiculturalismo vive e vegeta nell’esercizio di buona volontà che caratterizza da sempre la “carità” all’italiana di matrice cattolica o della sinistra terzomondista, senza approfondimenti e dibattiti degni di qualche nota. Intanto Davide Cameron ha denunciato il fallimento del multiculturalismo anglosassone che si è realizzato con grande visibilità con i tribunali islamici per giudicare soprattutto in ambito di diritto di famiglia. La filosofa Michela Marzano, che abita e insegna in Francia, s’interroga su multiculturalismo e identità nazionale partendo dal fatto che siamo ormai al primo mese di applicazione della legge francese per il divieto del velo integrale negli spazi pubblici. Forse un divieto eccessivo e che ha piuttosto il sapore del neo bisogno d’identità nazionale che attraversa i Paesi europei a fronte (anche), di una globalizzazione che ha frantumato e dissipato antichi patrimoni culturali con i flussi di merci, informazioni e persone. Generando ovunque insicurezza, paura e chiusura nelle “comunità del rancore “ (Bonomi).
La filosofa è convinta che “ Ogni paese ha certamente un proprio patrimonio culturale specifico. Che va di pari passo con la storia della proprio unità, con le contraddizioni e le difficoltà che si sono di volta in volta incontrate per imparare a vivere insieme. Cultura usi e costumi fanno parte delle nostre radici e ci permettono di sapere da dove veniamo e dove vogliamo andare. Indipendentemente da paesi in cui troviamo, la nostra lingua, le nostre credenze religiose e nostri valori contribuiscono a farci sapere chi siamo. Al tempo stesso, però, l’identità non è mai monolitica.”. (IL VALORE DELLA LAICITA’, la Repubblica, 15 .5011.)
Se l’identità non è mai monolitica perché ogni cultura è sottoposta a ibridazioni continue, ci si può e deve interrogare su quello che accade quando le differenze culturali sono costrette a interfacciarsi sullo stesso spazio vitale.
Lo scorso ottobre una ragazza pachistana di 19 anni rischiò di morire sotto i colpi del padre e del fratello e vide la madre, corsa in sua difesa, morire. Ormai uno dei tanti casi che si moltiplicano anche in Italia dove le cosiddette seconde generazioni, nate o arrivate con i genitori in età infantile, soprattutto le ragazze, rifiuta alcuni aspetti dei costumi familiari. Nosheen non voleva sposare un cugino che vive in Pakistan, ma la ribellione non è stata tollerata dagli uomini di casa. Ora la ragazza, prima operata e salvata addirittura dal coma e poi ospitata in una comunità, complici anche i furiosi tagli governativi allo stato sociale, deve essere collocata altrove. Ma le assistenti sociali modenesi hanno incontrato categorici rifiuti da parte delle famiglie pachistane. La comunità pachistana la respinge in nome della cultura d’origine che conferisce ai maschi un’autorità indiscutibile sulla vita e la libertà; soprattutto delle femmine. Nessuna famiglia può permettersi di dare un’immagine di sé diversa. Ma questo è quanto accade anche nei nostri paesi, sia pure in misura meno violenta del passato. La subcultura intrisa di cattolicesimo è ancora molto severa con chi si sottrae ai modelli tradizionali. Lo sanno le giovani donne che quando si sposano o vanno a convivere, sentono a volte un enorme disagio se intendono contravvenire al costume che vuole le compagne o le mogli dedite alla cura della casa, in equilibrio precario e faticoso con la professione: perché sanno di diventare oggetto di giudizi negativi. La Marzano scrive che la conoscenza di altre culture ci arricchisce e ci permette di mettere in crisi le nostre certezze. Ma può anche darsi che certe differenze siano oggetto di sottile strumentalizzazione per dimostrare che da noi l’evoluzione emancipatoria delle donne è la causa, per esempio, di tante crisi coniugali. Oppure, che lo accogliere le differenze come vuole la scelta multiculturalista includendo, tra l’altro, la poligamia, potrebbe portare ad applicare le leggi in modo diseguale come avviene in Gran Bretania con i tribunali della sharia.
L’Imam di Segrate qualche giorno prima del voto amministrativo del 15/16 maggio, ha chiesto ai musulmani cittadini italiani, di non votare il centro-sinistra perché c’è ufficialmente dei candidati omossessuali. La reazione di Vendola e dei suoi è stata chiara: l’inciviltà si trova a Destra (Lega Nord e non solo) come in queste prese di posizione religiose degli islamici. Reazioni così si vorrebbero anche quando si tratta delle donne. Invece spesso i politici e i cattolici privilegiano discorsi soft, come si usa a proposito dell’abbigliamento: il velo integrale o meno non è un problema se oggetto di libera scelta. Con buona pace della verità dei condizionamenti sociali e degli autoinganni dell’io. Come evitare di chiudere gli occhi “sul fatto che alcune donne siano costrette a velarsi e certe adolescenti sono maltrattate dai padri solo perché corteggiate a scuola a scuola, come è accaduto recentemente in Italia?”. (Marzano)
Per il momento la tendenza è quella di chiudergli gli occhi: nelle scuole, nei consultori, ovunque nel sociale .






sabato 7 maggio 2011

DONNE A CAPO DI LISTE CIVICHE A FAVORE DELLA DIFESA DEL TERRITORIO CONTRO LA CEMENTIFIUCAZIONE


Patrizia Avanzini, sindaca di Padenghe del Garda, sorride felice di inaugurare un tratto del lungolago in una soleggiata giornata di maggio. Faceva parte del suo programma quando si è candidata con una lista civica che resterà in carica fino al 2014. Accanto a lei Lorella Lavo sindaca di Moniga in scadenza con una lista civica perché il nuovo percorso si congiunge con quello del suo comune. Due donne giovani che , insieme a qualche altro collega ,hanno detto basta al massacro cementificatorio di territorio che ha snaturato per sempre le colline moreniche con i loro uliveti e vigneti digradanti verso il lago.
Le chiedo della chiesetta romanica di S. Emiliano che è a rischio di deturpazione per la ferrea volontà del parroco intenzionato a costruire un ristorante e ampi parcheggi intorno. Curioso questo prete che ha costretto i monaci di Bose a rifiutare la loro richiesta di insediare accanto alla chiesa, nei locale già costruiti, un centro di ricerche religiose, perché (pare) ha chiesto loro un affitto esorbitante. Una modalità collaudata del mercato per allontanare eventuali clienti non graditi. La chiesetta avrebbe perso fascino a causa dei monaci per i matrimoni che ora vi si celebrano?
Chi conosce Bose sa che è un luogo di attrazione per un bisogno autentico di fede o di ricerca dell’interiorità in un mondo poco incline alla riflessione. Non sarebbe stato bello che la chiesa di S.Emiliano potesse diventare oltre che luogo ormai collaudato di matrimoni con il solito corredo di spreco consumistico, luogo di liturgie monastiche?
La sindaca mi spiega che c’è una convenzione con la parrocchia che permette la edificazione di “un punto di ristoro”. Un punto, osservo, potrebbe essere semplicemente un chioschetto! Il Comune si oppone però alla edificazione di parcheggi che distruggerebbero l’ampio contesto naturalistico che circonda, a strapiombo sul Garda, il tempio antico.
La sensibilità degli uomini di Chiesa è sempre così attiva quando si tratta di difendere “la vita non nata” con attacchi concentrici alla legge 194 sull’interruzione di gravidanza, o al testamento di “fine vita” , rigidamente per la cosiddetta “legge di natura” che imporrebbe il modello famiglia formato da un uomo e una donna. La Natura, quella di alberi e animali, di acque di mare e di lago, di montagne , di aria pulita e di spiagge( che con le nuove delibere legislative del governo di Berlusconi diventeranno proprietà privata) non sono mai oggetto di interventi educativi delle nuove generazioni e pubblici da parte della gerarchia della Chiesa . E ora sempre più spesso manca anche l’antica grandezza nel capire e sostenere l’arte.


domenica 1 maggio 2011

NON PIU' LA CHIESA PROFETICA BENSI' LA CHIESA TRIONFANTE

Il matrimonio regale dell’erede al trono d’Inghilterra, e la solenne beatificazione di Papa Giovanni XXIII, si contengono le cronache della fine del mese di aprile dell’anno di grazia 2011. Oggi, primo maggio, un fiume di gente risalta nel sempre bellissimo sole romano tra via della Conciliazione e la piazza del Bernini. Le Tv del mondo registrano immagini di corpi colorati e catturano gli entusiasmi vocali di giovani e meno giovani uomini e donne che hanno anche percorso migliaia di chilometri; per poter raccontare a chi è rimasto in patria, di essere stati presenti alla festa della Chiesa Trionfante.
Il Papa polacco ancora una volta com’è stato in vita: una stella, un leader carismatico, un comunicatore per folle affamate di emozioni.
L’altro ieri altre folle per le strade di Londra, giunte sempre la mattina presto, per non mancare alle nozze da favole del giovane rampollo di casa regnante figlio di Diana la Sfortunata.
La Regina Elisabetta ha saputo accondiscendere alla modernità tramite la nuova nuora plebea, per rilanciare una monarchia un po’ desueta anche dalle sue parti.
La Chiesa di Roma, in crisi di vocazioni sacerdotali e religiose, e di “pratiche” relegate a qualche rito formale: battesimi, cresime, comunioni, matrimoni e funerali, continua a moltiplicare beatificazioni e santificazioni perché ottimi spettacoli di massa; come quelle dei cantautori più rinomati e amati.
La beatificazione veloce del polacco, che ha reso difficile la vita dei cattolici impegnati nella “teologia della liberazione”, che ha contribuito (pare) a tenere occultata la vita molto discutibile del fondatore dei Legionari di Cristo, ecc., è in fondo un rito di (definitiva) per mano di Ratzinger del Concilio Vaticano II.
Alcuni giorni fa mons. Fisichella rettore dell’Università Lateranense, durante la trasmissione di L. Gruber su La7, ha affermato che la Chiesa resta fedele al principio della naturalità dei ruoli sessuali. Agli uomini tocca il compito del sacerdozio, alle donne altre mansioni, come quella di catechiste nelle parrocchie. Amen.
Mons. Fisichella è molto colto e molto autorevole. Fa veramente parte della casta dei sacerdoti. La casta ben descritta nel film di Moretti HABEMUS PAPAM. Quando i cardinali sfilano, all’inizio del film, per entrare in Conclave, tutti vestiti allo stesso modo di rosso fulgente, si ha una forte impressione di come il potere nella Chiesa romana sia ben saldo nelle menti e nei celibi corpi maschili.
Anche Moretti strizzacervelli gioca con il suo di potere: originariamente segnato dal neutro universale. Tanto è vero che il Papa -eletto suo malgrado- interpretato da un grande artista, si fa accompagnare segretamente dalla la moglie –psicoterapeuta (separata) dello strizza. Lui, sentendosi fragile sotto il peso del ruolo papale, non si fida di Moretti-strizza chiamato dai cardinali per aiutarlo? La fragilità umana di un uomo sacerdote può essere detta più facilmente al corpo e alla mente di una donna? Le donne non sono forse ritenute (strumentalmente) fragili “per natura”?
Il neo Papa del film alla fine, acquistando chiarezza dentro di sé - e dunque sicurezza- fa il gran rifiuto affacciandosi in pompa magna dalla loggia delle benedizioni. Il film termina sulla tragica delusione dei “colleghi” tutti viventi l’identificazione proiettiva con il Papa.
Giovanni XXIII si è fatto vedere corpo vecchio segnato dalla malattia, ma ha governato la Chiesa molto “virilmente” e da polacco tradizionalmente poco laico.
La Chiesa “popolo di Dio”dei tempi post conciliari, cioè quella che ancora dava valore ai documenti votati, non era molto favorevole all’uso della beatificazione e santificazione.
Tanto è vero che quando sembrò profilarsi la possibilità di una beatificazione di P. Charles De Foucauld, all’interno delle congregazioni dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle, e negli altri rami della “famiglia”, ci fu un tacito rifiuto. Parve addirittura lontano dallo “spirito” del monaco francese che aveva vissuto in solitudine nel deserto algerino per condividere, da contemplativo, la vita degli “ultimi”. Era il tempo del Piccolo Fratello Carlo Carretto che mai salirà “gli onori degli altari” come il vescovo Romero. Avendo lui preso posizione a favore delle legga per il divorzio e per l’interruzione di gravidanza (194).
Qualche anno fa la sua “famiglia” l’abbiamo invece vista a Roma, per il “trionfo” della beatificazione del fondatore C.De Foucauld. Appunto, non sono più i tempi della Chiesa Profetica.