“Non capisco invece un’acca dell’accusa che altre fanno di ‘moralismo’ : questa parola mi sembra la parola più usata a sproposito dell’ultimo mezzo secolo. Questa parola che mezza Italia spara con disprezzo sull’altra mezza, su quella più sconcertata di fronte alle peggiori infrazioni delll’etica pubblica che si possono immaginare, perpetrate per di più da uomini ( e donne) nel pieno abuso delle loro funzioni pubbliche.” .Così scrive su La Repubblica dell’11 febbraio la filosofa ROBERTA DE MONTICELLI ( Pari dignità oltre le ‘grazie’ del corpo l’etica pubblica non è moralismo).
Ci voleva proprio il suo intervento! Non se ne può più di giustificazionismi svariate anche da parte di ex femministe più o meno “storiche” in nome della lotta al “moralismo” o della “libertà femminile”, che consisterebbe anche, come sempre scrivono i soliti articolisti alla Ostellino e Ferrara, nella utilizzazione (da parte delle donne) del proprio corpo a uso e consumo di potenti e ricchi uomini .
Liberale si autodefinisce un signore, scrive la De Monticelli, che ha scritto che le donne “almeno fino a una certa età” stanno sedute sulla loro fortuna. Vale anche per sua figlia e sua nipote?
E se si dicesse anche degli uomini che siedono sulla loro fortuna? “…una cosa è che uno senta e scelga i valori del sedere, come la cosa migliore e più preziosa; tutt’altra cosa è che glielo imponga un altro, magari solo per via di generalizzazione illiberale, del tipo: non lo vedete, uomini belli, che state seduti sul vostro valore? Ecco, il problema è tutto qui. Questa domanda era una introduzione elementare al concetto di ‘avere pari dignità e diritti, cioè al principio che sta alla base non solo della giustizia morale personale, ma anche dell’etica pubblica, e di tutta la serie dei diritti, civili politici e sociali, su cui si fonda una democrazia liberale. Ma se perfino i grandi ‘liberali’, in Italia, questo principio non lo hanno ancora capito, val proprio la pena di scendere in piazza un’altra volta,a ribadirlo.”.
venerdì 11 febbraio 2011
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