martedì 9 aprile 2013

SIG.GRILLO INVITI (OBBLIGHI?) I SUOI DISCEPOLI A FORMARSI UNA CULTURA ADEGUATA ALLA FUNZIONE DI PARLAMENTARI

“Evitare che aumenti il divario fra Nord e Sud”: twitter di Mara Carfagna. Sono innumerevoli i “detti” dei politici, tipo: “Evitare la deindustrializzazione del Paese” Come? “Rilanciare il lavoro” Come? “Rilanciare l’edilizia”: continuando il consumo di suolo? Poi si può leggere in un quotidiano locale l’idea di creare dei boschi di alberi nelle aree inquinate dalla dismessa (1984) industria Caffaro che ha inquinato e continua a inquinare persino i paesi limitrofi. Domanda: e intanto perché sono stati distrutti i boschi, gli oliveti ecc. in nome del profitto di pochi nell’intera provincia e nell’intera Regione? Si chiede Salvatore Settis (La Repubblica, 8.4.013) archeologo e ambientalista di grande valore: “Per sanare il bilancio dobbiamo comprimere la spesa sociale, esiliare la cultura, mortificare la sanità, emarginare i più giovani e i più vecchi? Davvero non ci sono alternative?” Continua Settis: “Accecati dalle retoriche neoliberiste dello stato ‘leggero’ (tanto leggero da sparire), siamo prontissimi ad abolire le province (risparmio annuo previsto: 500milioni di euro), senza accorgerci che si risparmierebbe molto di più acquistando un aereo militare in meno o evitando qualche chilometro di inutili Tav.Determinati a non affrontare i problemi alla radice , ci accontentiamo di palliativi (qualche riduzione di stipendio, qualche parlamentare in meno…) , attribuendo implicitamente i danni e la crisi alla stessa esistenza delle istituzioni pubbliche, e non alle loro disfunzioni, non alla lottizzazione politica, non all’insediarsi di incompetenti nei posti di comando, non al saccheggio dei beni pubblici. Predichiamo slogan bugiardi che esaltano lo sviluppo, e intanto lo impediamo con tagli dissennati alla cultura, alla scuola, all’università, alla ricerca. “ Sig. Grillo potrebbe, perfavore, sollecitare (dal suo punto di vista: obbligare) i suoi discepoli a leggere gli articoli, per esempio, di Settis? E’ una questione di cultura, o di competenze da acquisire soprattutto se si è dei parlamentari. Gli altri/e quasi sempre sono a digiuno di questo sapere con orizzonti più complessi e, dunque, più adeguati a governare le società della crisi epocale di sistema .Altrimenti, gira di qua e gira di là, finiranno per assomigliare ai vecchi marpioni della politica o ai poveri servi che a loro girano intorno e che non sanno andare oltre ai “detti” ripetuti fino alla nausea (nostra).

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