Non so quali siano le responsabilità del ministro Bondi nel crollo della domus dei gladiatori a POMPEI. So di certo quello che ho visto più o meno 4/5 anni fa. Era dicembre, a Napoli e dintorni c’era il sole e un lieve tepore. L’ideale per una giornata nel sito archeologico di POMPEI. Mi colpì l’incuria evidente che regnava tra quelle importanti rovine e che soprattutto si notava nella coltre di polvere che ricopriva i muri.
Anni prima mi aveva fatto male visitare la valle dei templi di AGRIGENTO deturpata dalla cementificazione tutta intorno. E poi ROMA la sublime: dove i muri scrostati degli antichi palazzi e di nuovo l’incuria evidente nei FORI ROMANI, mi aveva sollecitato un pensiero fisso e una scomoda domanda: in AUSTRIA, in GERMANIA, in INGHILTERRA come si comporterebbero se avessero il nostro patrimonio artistico e archeologico?
E allora un ricordo: il mio professore di storia dell’arte , in quei lontani anni cinquanta e inizio sessanta, ripeteva una sua considerazione un po’ malevola nei riguardi di una categoria di progettisti: ”i geometri sono la rovina dell’Italia”. Quando ( insegnando lui al Liceo Artistico di RAVENNA) si trovò di fronte alla costruzione di due grattacieli a MILANO MARITTIMA, le sue lezioni spesso esordivano accusando l’ amministrazione (di sinistra!) che aveva permesso la costruzione dei due brutti scatoloni al di sopra dei pini dell’antica pineta. Il suo parere era che sarebbe stato necessario rispettare l’andamento orizzontale determinato dal verde pinetale. In fondo prospettava già dei criteri estetici nell’urbanistica post guerra collegati alla conoscenza profonda della nostra storia paesaggistica e artistica. Sappiamo come sono andate le cose: le “culture” politiche dei nostri amministratori di qualsiasi versante ideologico, hanno obbedito alla immediata necessità del profitto economico devastando, ovunque, il paesaggio anche con un consumo eccessibile del suolo .
Tra l’altro, come il VENETO dimostra, le conseguenze in termini di inquinamento e catastrofi ambientali sono sotto l’occhio di tutto….il mondo.
Ma perché ce l’aveva con la categoria dei geometri? Perché in quegli anni gli architetti erano ancora in numero limitato, mentre la progettazione spicciola di case e alberghi ecc., veniva gestita dai geometri e confermata per gli eventuali calcoli di statica dagli ingegneri. Gli uni e gli altri privi di formazione culturale nella storia dell’arte. In realtà ciò riguarda anche ora la quasi totalità degli italiani e delle italiane, poiché la storia dell’arte è relegata al liceo classico ,al liceo artistico e un po’ agli istituti d’arte.
Gli italiani (italiani maschi!) vengono incitati soprattutto alla passione e all’”arte” del calcio e nel fanatismo della tifoseria che serve ad alimentare l’aggressività maschile da guerra.Tutto molto “utile” al mantenimento delle differenti identità di genere; nel senso dell’inferiorità delle donne.
venerdì 12 novembre 2010
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