lunedì 19 dicembre 2011

UN CONVEGNO SULLA LAICITA' DELLA POLITICA E LE DONNE

Meno male che IL PAESE DELLE DONNE online ha pubblicato un resoconto del convegno che si è svolto il 17 nov. C.a. a Milano Università Bicocca, sul tema “Soggettività e laicità. Le donne protagoniste dello spazio pubblico.” Meno male, perché si sono avvicendate relatrici di non poco conto a trattare da diversi punti di vista il tema della laicità della politica. L’IFE Italia ha potuto organizzare il convegno grazie alla disponibilità ,oltre alla Bicocca, di ABCD (centro interdipartimentale per lo studio dei problemi di genere) e del CPO (Comitato Pari Opportunità). Secondo le organizzatrici dell’IFE ( Iniziativa Femminista Europea) il principio di laicità non riguarda solo la separazione fra la politica e la religione, ma chiama in causa la questione del diritto delle donne all’eguaglianza. L’”eguaglianza” , sostengono quelle dell’IFE, non va posta soltanto in un orizzonte di “pari opportunità”, ma come un principio in grado di divenire organizzatore di pensiero, di politica ed anche di conflitto. Quando si vive in contesti di ineguaglianza si pone fortemente l’istanza di avviare un processo , sia collettivo che individuale, per cambiare le strutture che hanno determinato l’ineguaglianza e i sistemi di potere asimmetrici. Interessante l’intervento di Nina Sankari (presidente di IFE Polonia e co-fondatrice dell’internazionale Libero pensiero) che ha invitato a considerare quale è stato il primo atto del governo rivoluzionario laici in Libia: instaurare la legge islamica (Sharia) elevandola al di sopra di altre fonti del diritto. Nina Sankari e Soad Baba Aissa ( Coordinatrice europea del gruppo di lavoro IFE sulla laicità), hanno messo in luce i rischi degli approcci multiculturalisti che caratterizzano attualmente buona parte delle sinistre europee. Un approccio che spesso porta a considerare gli islamici come “poveri oppressi” , censurando la violenza misogina che si nasconde non soltanto dietro l’imposizione del burqua o del velo. Oppure si rischia di considerare con qualche indulgenza la poligamia, se non, addirittura, con comprensione. Secondo Baba Aissa tre sono gli atteggiamenti che caratterizzano un certo Islam politico: 1. Il fondamentalismo ha interesse a diffondere l’immagine degli immigrati sempre come vittime di discriminazione ed esclusione sociale. Favoriti dalle destre che negano piena cittadinanza a donne e uomini migranti. “.2. Baba Aissa considera poi la corrente che usa “la breccia democratica” :strumentalizzando i principi democratici tenta di presentare come universali valori e precetti di una ben precisa dottrina religiosa,mentre orientamento è la costruzione di un comunitarismo identitario e reattivo fondato sulla superiorità maschile assunta come assioma. 3. Da una parte c’è il razzismo delle destre che enfatizza le violenze dell’Islam contro le donne (crimini d’onore, matrimoni forzati ,uccisioni), e dall’altra c’è la tendenza a considerare positiva (apriori) qualsiasi differenza culturale “arrivando a sostenere che per le donne portare il velo deve essere considerato un diritto! In nome dunque del rispetto delle culture…”. Al convegno si sono poste anche alcune domande interessanti. Qual è il modello credibile autorevole (in termini di dignità, coscienza, partecipazione, autodeterminazione) di donna laica che possiamo proporre? Su quali obiettivi ci possiamo incontrare con le donne musulmane? Quale spazio noi donne laiche siamo disposte a dare a queste alterità? Come rispettare le differenze culturali e rendere possibile la convivenza di valori e pratiche differenti sena che questo implichi una tolleranza passiva e senza chiudere gli occhi di fronte a pratiche che ledono i diritti delle donne che per noi sono diritti umani fondamentali? “. Appunto, che fare?

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