lunedì 23 gennaio 2012
IL CALCIO PSEUDO SPORT PER LA VIRILITA' ITALICA
Mettiamo una fredda mattina di wek end al lago di Garda. Mettiamo di dare un’occhiata al titolo in piena prima pagina di un giornalino locale offerto gratuitamente e di sentirsi scaldare il cuore: allora, qualcosa si muove usciremo dalla crisi! Ecco il titolo: “Brescia, ottimismo ritrovato”. Pensieri rapidi, in successione: vuoi vedere che sta ripartendo l’occupazione, vuoi vedere che è ripresa la produzione industriale in tutti i settori, vuoi vedere che assumano in vista di una ripresa anche nel turismo….vuoi vedere che non finiremo nel baratro….
Poi inevitabile la delusione perché in occhiello campeggia: “CALCIO. Terza vittoria consecutiva per le rondinelle. La cura Calori funziona.”
E’ giusto, le genti italiche maschili adorano il calcio, quindi le informazioni relative a questo pseudo sport devono avere la precedenza sull’economia del Paese.
Sfoglio il giornaletto e a pag.5 la delusione lascia il posto allo sconforto: ”Persi 6.890 posti di lavoro lo scorso anno nel Bresciano”. A pagina 5 un titoletto e un accenno ,tra altre notizie, alla nostra reale situazione.
In questo Paese allo sfascio democratico e forse - nonostante il governo Monti - votato a un’inarrestabile decadenza, il calcio è sempre al primo posto dell’attenzione forse della maggioranza dei giovani e meno giovani.
Le donne, giovani e meno giovani, si devono occupare ,come suggeriscono gli spot pubblicitari, di lavori domestici, di anziani e di bambini; quando il mercato del lavoro lo permette , anche di una professione .
Chiediamoci: quale ruolo ha, ancora, il calcio nazionale per impegnare le menti dei maschi italiani distogliendole da altri interessi a cominciare dalla politica? L’ed. Guaraldi nel 1971 la traduzione del libro di V. Gerhard “il calcio come ideologia” la cui tesi era la seguente: il calcio come l'espressione massima dei valori e soprattutto dei dis-valori della società capitalista contemporanea.
Una risposta tra le tante possibili: negli anni dell’uscita del libro le grandi ideologie del novecento erano in buona salute ma ora che il loro declino è già storia, il calcio come ideologia offre ancora la possibilità -soprattutto per i giovani- di agire l’aggressività “guerriera” in bande e, dunque, l’identificazione virile . Quando, raramente, le donne (giovani) diventano tifose hanno un ruolo ancillare accanto ai partner amorosi.
E’ un’industria che cura meticolosamente il proprio futuro “allevando “, cioè allenando, i cuccioli maschi di tante famiglie il cui sogno è eminentemente un figlio famoso come Toti; e altrettanto ricco.
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