venerdì 4 gennaio 2013

LE COLLINE MORENICHE E LA PINETA DI CERVIA. DESTRA E SINISTRA CONTRO I BENI COMUNI

Con il nuovo anno appena iniziato, la campagna elettorale, i vecchi e nuovi candidati al Parlamento italiano, i politici politicanti di sempre, ci venderanno il solito fumo che avvolge le usurate parole chiave Crescita e Sviluppo? In nome della Crescita e o dello Sviluppo ci diranno che occorre restringere ancora la spesa statale; tagliare posti in ospedale, togliere altre risorse alla istruzione (pubblica) e alla ricerca, rilanciare l’edilizia,ecc? Sorvoleranno , i candidati vecchi e nuovi, sul dissesto- poco naturale- del territorio nelle sue fibre idrogeologiche ,archeologiche, museali,ecc.? Scrive Salvatore Settis (AZIONE POPOLARE, ed.Einaudi,2012) che in nome dello sviluppo in Italia è stato svenduto il territorio in favore di grandi opere e cementificazioni, condoni edilizi, sanatorie paesaggistiche, piani di casa e altre misure illegali sancite da leggi compiacenti. Le deroghe sono state ben 63194 stabilite da regolari leggi. E’ stata incoraggiata la fine dell’agricoltura di alta qualità, mandando in malora uliveti e vigneti. Questo sviluppo nel senso della crescita dei profitti per pochi, non ha certo trovato a sinistra una reazione forte e incisiva. “Spesso anzi ha fatto di peggio, ha sposato la stessa politica di devastazione del territorio e di assalto ai beni pubblici, rivendicando a proprio merito di farlo ‘un po’ meno’ o un ‘po’ meglio’ delle amministrazioni di centro-destra.” Due esempi. Il Comune di destra di Lonato del Garda si accinge a varare il colpo decisivo all’annientamento delle colline moreniche del lago di Garda , permettendo la costruzione di 15 villette con piscina nell’area compresa tra il lago e l’abbazia di Maguzzano. Il Comitato Amici della Valsarda denuncia la costruzione di un centro ippico e ricettivo sulle colline tra Sedena e Maguzzano a opera della FINGROUP per la parte alberghiera e della Socio-agricola R.E.M per l’impianto sportivo e di allevamento equino. A Cervia, zona di Milano Marittina, la definitiva sparizione dell’antica pineta, iniziata più o meno nel 1912, procede a passi spediti a opera dell’amministrazione di centro sinistra. Scrive su facebook Vittorio Ciocca, ex sindaco del Pci ed esponente di rilievo del Pd romagnolo, a proposito della costruzione di un grattacielo a Milano Marittima: (…)la scelta del grattacielo rappresenta una svolta profonda rispetto alla politica urbanistica di Cervia, da quando è stato realizzato il primo piano regolatore, vale a dire da metà degli anni 60' con il PRG di Campos Venuti. Non è credibile sostenere che si tratta di un intervento "una tantum". Se così fosse vorrebbe dire che a Cervia si è imboccata la strada delle norme ad personam tanto criticate a livello nazionale. Un intervento di quel peso ha senso se indica una strada che si intende seguire anche in seguito, che sia a M.M. o Cervia e perchè no a Pinarella e Tagliata dove il problema delle colonie offrirebbe tante ghiotte occasioni. Per questo è necessario, prima di autorizzare un intervento di questa natura, fare una valutazione di fondo sulle scelte urbanistiche del nostro territorio, stabilendo norme valide per tutti. L'obiettivo che si vuole perseguire è quello di demolire o ristrutturare parte dell'edificato lineare esistente in strutture verticali recuperando spazi per il verde, i parcheggi, i servizi? Si intende favorire il residenziale anche in prima linea? Il produttivo alberghiero non è più fondamentale per la nostra economia turistica? Se invece continuerà ad essere il perno dello sviluppo turistico che fare per continuare la riqualificazione che tanti passi ha fatto negli ultimi 10-15 anni. Se ne discuta e si fissino le regole della trasformazione che subirà il nostro territorio. Ci saranno favorevoli e contrari, ma la discussione avrà un senso. Ci si preoccupa se, con questo intervento, il mercatino della prima traversa dovrà essere spostato o meno, e non si discute sulle questioni di fondo che l'intervento comporta. Non convince poi che la motivazione a sostegno dell'intervento sia quella delle contropartite in lavori pubblici. Troppo pericolosa e foriera di rischi: si potrà trovare sempre qualcuno disponibile a pagare il consenso della Pubblica Amministrazione alzando il prezzo delle proprie offerte. Le buone politiche e le idee non hanno prezzo, non sono in vendita. Di contro si può affermare che se un intervento è ritenuto utile per favorire lo sviluppo, l'occupazione, la crescita, andrebbe addirittura incentivato, senza richiedere contropartite speciali, se non quelle che la legge prevede per qualsiasi intervento di modifica del territorio. Per questo sarebbe necessario non un referendum pro o contro un intervento, che lacererà ancor di più, ma una discussione vera e approfondita sul futuro della nostra città, di cui le scelte urbanistiche non sono che lo strumento di gestione del territorio in cui si concretizzano le scelte di sviluppo economico e la qualità della vita di chi vi abita o vi viene a trascorrere una vacanza, e su queste chiamare i nostri cittadini e operatori economici ad esprimersi. Non sarà forse questo il tema di fondo delle prossime elezioni per il comune che si terranno fra un anno?” A quando la disponibilità a una seria discussione e riflessione sulla cultura e i valori che gli amministratori (e i futuri) di sinistra, propugnano a proposito dei beni comuni. proprietà immobiliari, edifici monumentali. Sono un bene comune di tutti/e gli italiani la residua pineta di Cervia, le residue colline moreniche del Garda, le spiagge dei mari che circondano il Paese?Si è andata perdendo l’antica tradizione romanistica che prevedeva il continuum tra res comunnunes e proprietà pubblica. Non esistono più valori collettivi? Non esiste più il bene comune? O, per dirla con la filosofa Agnes Heller , sono superati anche i “i bisogni radicali” di aria e acqua puliti? Perché quello che prevale è il diritto individuale al godimento ovunque e comunque secondo il modello americano della land occupancy che permise l’avanzata dall’Atlantico al Pacifico in grandi estensioni di terre di proprietà degli indiani d’America. O del corrispettivo , per gli europei, nelle politiche del colonialismo con la redistribuzione , a beneficio dei coloni, di suoli strappati alle comunità locali. Sarebbe auspicabili chiedere ai candidati il loro pensiero , in chiare lettere, anche su questi temi della vita di una nazione. Altrimenti si continuerà con il tradizionale comportamento italico di affidamento fideistico o dipendente dai leaderini di turno, vecchi o giovani che siano.

Nessun commento:

Posta un commento