venerdì 6 novembre 2009

I TEOLOGI E L'ARREDAMENTO SCOLASTICO

Vito Mancuso è un teologo certamente tra i più aperti e disponibili alla discussione e leggerlo su La Repubblica è talvolta istruttivo. Ma questa volta no. Il suo articolo "Quanto vale quel simbolo" (giov.5 nov. 09) mi ha suscitato molte, molte perplessità. Mancuso non ha perso l'occasione (avrebbe fatto meglio) di commentare la sentenza della Corte europea di Strasburgo che a tutela della libertà religiosa degli studenti si è pronunciata contro al crocifisso appeso sulle pareti delle aule italiane. Ma se il crocifisso - scrive il teologo- è un invito all'amore universale perchè cancellarne la vista? Anzi, di più, è il simbolo più alto a" favore del bene e della giustizia anche a rischio della perdita della vita fisica. ". E poi bisogna mantenerlo perchè nell'anima umana si cela il bisogno dei simboli. E quello del crocifisso "è il principale individuato dalla nostra tradizione spirituale, culturale e civile lungo i secoli di storia.".
Caro prof. Mancuso ha letto il fondino di Dario Fo sul Manifesto merc. 4 novembre?
Secondo il grande Fo il crocifisso nelle scuole e negli altri luoghi pubblici, dagli ospedali agli uffici , propone certo una cultura e una storia, ma non proprio sempre edificante. In nome della croce sono stati prodotti grandi misfatti come le rapine e i massacri del Nuovo mondo, o la benedizione degli imperi e degli uomini della provvidenza; per non ricordate le Crociate e la Santa Inquisizione. Scrive Dario Fo: "Se è la 'nostra cultura', come dichiarano l'intrepida ministra Gelmini e il 'pontefice' Buttiglione che accusa la sentenza di Strarburgo di essere 'aberrante' , perchè non raccontano il lato oscuro della della croce come simbologia di potere?" . Giusto, perchè professore?

Nessun commento:

Posta un commento