sabato 21 novembre 2009

LA NUOVA MOSCHEA DI RAVENNA E LE DONNE

Le donne musulmane di Life (associazione islamica di Ravenna) hanno diramato un comunicato stampa di protesta per i commenti che si fanno sul progetto della moschea che verrà costruita appunto a Ravenna. Commenti che riguarderebbero il fatto che è prevista una zona a parte - e dietro agli uomini- per la preghiera . Chiedono il rispetto per le loro scelte religiose che richiedono la separazione dei sessi in nome del "pudore " e della "compostezza "femminili.
Ricordano che "ginecei" si trovano anche nelle antiche chiese ravennati esattamente come nella grande moschea di Roma. Al di sopra delle navate laterali, alcune basiliche paleocristiane presentavano un piano soprelevato lungo quanto le navate sottostanti e talora estese anche alla facciata interna : il matroneo.
San Paolo nella prima ai Corinti al cap.11 spiega che la donna si deve coprire quando prega perché è così che riconosce l’uomo come capo, essendo egli “immagine e gloria di Dio “, mentre la donna “è gloria dell’uomo”.
Scrive la grande studiosa dell’Islam quale Biancamaria Scarcia Amoretti (il Corano, ed.Carocci,2009) che nelle comunità patriarcali prima e dopo l’Islam “l’inviolabilità del corpo femminile deve assicurare : l’integrità della comunità, che sarebbe messa a repentaglio dal libero esercizio della sessualità femminile.” .E “ sarebbe mistificante non riconoscere che il Corano propone un’immagine della donna fragile, bisognosa di attenzione,da proteggere e che Dio guarda con benevolenza.”.
Aggiungo che ancora a metà degli anni settanta nelle chiese venete e lombarde si potevano vedere gli uomini da una parte e le donne dall'altra assistere alla S.Messa. I concetti di pudore e compostezza sono stati alla base dell’educazione di molte generazioni di donne italiane , con la stessa pseudo psicologica spiegazione del comunicato stampa di Life, che le donne non devono offrirsi agli sguardi erotici maschili o perché in attesa verginale di diventare “proprietà” di un uomo nel matrimonio, o in quanto già proprietà nel matrimonio .
Negli anni del Concilio Vaticano II ci fu un grande movimento di uomini e donne, teologici ed esegeti, che cercarono ,tra l'altro, di dare l'avvio a una esegesi storicizzata, collocando dunque San Paolo e i Padri della Chiesa in un preciso contesto ambientale. Anche nell'Islam ci sono state e ci sono voci autorevoli che vanno in questa direzione. Sembra però difficile che ciò avvenga nella migrazione, dove la tentazione identitaria sollecita letture conservative di una presunta purezza e inviolabilità del testo coranico .

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