Qualche bandiera tricolore sventola nelle case italiane. Solo qualcuna. Ho un vivo ricordo della ricorrenza del 4 novembre in Veneto, quando si festeggiava la fine della prima guerra mondiale con il ritorno di Trento alla “madre Patria”e in tutte le case sventolava il tricolore. Il mio stupore era grande perché qualcosa di neppure vagamente analogo accadeva in Romagna.
Oggi si celebra il compleanno di una nazione: centocinquant’anni! Ma i leghisti parlamentari disertano le celebrazioni e i sondaggi dell’ultima ora dicono che gli italiani prima dichiarano l’appartenenza alla propria regione, e poi di essere italiani. Lo ha fatto anche Lilli Gruber : “sono sudtirolese, italiane ed europea”.
Ha scritto lo studioso francese di cose italiane Marc Lazar: “Colpiti dall’indebolimento delle loro istanze politiche, gli Stati nazione europei, antichi o più recenti, trovano sempre maggiori difficoltà a definire se stessi nell’era della globalizzazione e dell’ascesa di nuove potenze , e in quelle dell’Europa.”. (La Repubblica, 16 marzo.2011).
In altri termini la globalizzazione ha reso porosi i confini nazionali e la stessa consistenza politica ed economica . Il resto In Italia lo ha fatto la trasformazione del paesaggio urbano :a opera di una intensificazione della cementificazione del suolo priva dell’antico senso estetico che aveva fatto dell’Italia uno dei paesi più belli al mondo . La trasformazione dell’economia da agricola a industriale , con la conseguente contrazione fortissima della ruralità fatta anche di tradizioni ,di feste e riti religiosi e pagani, più l’aumento vertiginoso in pochi anni delle genti provenienti da altre nazioni della terra, ha via, via creato un senso di perdita dell’identità e il bisogno difensivo di aggrapparsi a ciò che può caratterizzare fornendo un sentimento di appartenenza identitaria. Scrive Lazar che “il sole cemento nazionale a fronte del pluralismo religioso emergente è il cattolicesimo“. I riti del cattolicesimo: battesimo, prima comunione, cresima, matrimonio, funerale, ecc. hanno resistito diventando la visibilità identitaria collettiva pubblica . Nei giorni scorsi il Papa tedesco celebrando l’unità ce lo ha infatti ricordato. Insomma, le religioni stanno vivendo una sorta di rilancio , che non ha in realtà a che fare con la fede: piuttosto con il bisogno di radici e persino di confini: in altri termini di una pelle contenitiva per non sentirsi troppo smarriti in spazi di vita quotidiana sottoposti a cambiamenti veloci; o che richiedono assimilazioni indebite. Gli stranieri immigrati si difendono dalle subliminali richieste di assimilazione uguale a integrazione, usando le loro religioni per unirsi in enclave chiuse ; dove si ripetono antichi riti e si confermano i comportamenti e i ruoli del paesi di provenienza. L’entità nazione ovunque in Europa sembra vanificarsi rispetto al suo significato ottocentesco e novecentesco. Nascono i localismi intrisi di sapori conosciuti. La Lega rappresenta questi umori ,anche se pure al Sud comincia a sedimentarsi la “rivendicazione “ della storia locale contro alle “interpretazioni” sabaude e unitarie.
(da ITALIALAICA del 17.3 )
giovedì 17 marzo 2011
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