venerdì 6 luglio 2012

LA PANCIA DEL PAESE ITALIA....................

Una signora romagnola sui sessanta anni dice: ” L’educazione dei figli è molto importante “ intendendo che una donna dovrebbe sacrificare lavoro ed eventuale carriera allo scopo. Aggiunge qualche esempio tratto dalle sue conoscenze. Aggiunge, illuminata, che sono “molte” le donne che “scelgono” di rinunciare al lavoro per “dedicarsi” alla cura dei figli. E’ chiaro che per la signora non esistono inchieste e statistiche: quel “molte donne” sono una sua personale, personalissima opinione utile allo scopo. Osservo che l’educazione dei figli/e dovrebbe essere compito di entrambi i genitori. E che anche i padri potrebbero rinunciare alla carriera e addirittura al lavoro per dedicarsi alla….paternità. Interviene un’anziana signora meridionale, da oltre quarant’anni nel Nord d’Italia, che dice: “ ma ci sono i ruoli!”. Intendendo che spettano alle donne la cura e l’educazione della prole. Osservo che la pensa come, per esempio, i musulmani. Cattolici, islamici….continuano a ritenere che la divisione dei ruoli sessuali rispetto al privato (la cura) e il pubblico (lavoro e politica) sono cosa naturale. La signora del Sud cattolica non è, ma da cattolica pensa e obietta. Entrambe, la romagnola e la meridionale concordano nella presunta libera scelta da parte delle donne quando decidono di lasciare una professione per “dedicarsi” totalmente all’allevamento della prole. Quale correlazione c’è tra mancanza di adeguati servizi sociali per favorire la conciliazione dei tempi e la “libera scelta” del part time o dell’abbandono del lavoro da parte delle madri? Le signore non capiscono. O non vogliono/possono capire? Un’anziana signora ex sessantottina mi spiega la sua tesi a proposito della scarsa riuscita del figlio adulto di un’amica: “Lo lasciava alla nonna troppo tempo, mentre lei se ne stava anche a chiacchierare con le amiche”. E il padre, dico io? Di nuovo dei padri eventualmente responsabili di esiti nefasti dell’ “educazione” nessun cenno. La responsabilità ricade sulle donne, ree di scartare, ignorare, prendere sotto gamba il dovere di identificarsi totalmente o primariamente con l’identità materna. Bene o male questa è la pancia del Paese Italia. Le donne sono inconsapevolmente complici del pensiero unico maschile (maschilista) pur pagandone ampiamente le conseguenze. L’autonomia di pensiero femminile è cosa ancora difficile da praticare su larga scala.

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