Dal Vangelo secondo Matteo ( 5.1/7.28) , ovvero "il discorso della montagna" :
Dai loro frutti dunque li riconoscerete. Non chiunque mi dice: Signmore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli".
Viene il brivido, allora,a leggere la denuncia che fa Gualtiero Morpurgo, ebreo di origine marchigiana, nel libretto LA BUSTA GIALLA (ed.Mursia,2009) dove racconta la sua storia nell'Italia fascista. .
Classe 1913, un giorno riceve una busta gialla contenente l'informazione che non potrà più far parte dell'esercito italiano in quanto ebreo. In seguito perderà per le stesse ragioni il lavoro nei cantieri di Genova. Sono gli anni bui della vigilia della guerra e della promulgazioni delle leggi razziali in Italia. Morpurgo sente ancora oggi brucianti le parole di un grande cattolico che insieme alla sua professione di amore per Cristo dichiara in ogni occasione, sulla stampa e alla radio il disprezzo per " il popolo deicida che va a ramigno per il mondo, incapace di trovare la pace di una Patria, mentre le conseguenze dell'orribile delitto lo perseguitano ovunque e in ogni tempo". Quell'integgerimo, e tanto esaltato (a quando la beatificazione?) francescano ,si chiama Padre Agostino Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica.
Non è da meno un autorevole vescovo, quello di Cremona , che dal pulpito della cattedrale conferma che la Chiesa "non disconosce allo Stato il diritto di perseguitare gli ebrei e si guarda bene a sua volta dal difenderli".
venerdì 14 maggio 2010
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