lunedì 3 maggio 2010

UNA DONNA

La bambina era uscita sulla balconata dove si affacciavano tante porte di mini appartamenti di fortuna, quando vide arrivare una vecchia signora mal in arnese. Trascinava due borse, una era di stoffa verde militare forse cucita da un bravo calzolaio. La bambina corse in casa dalla mamma per avvertirla che c'era una donna che voleva l'elemosina. La mamma uscì e sorrise salutando la vecchia signora con un rispettoso "Buongiorno dottoressa!". Era salita al secondo piano dell'antica villa ormai abitata solo da affittuari, per visitare qualche ammalato.
La guerra era finita da tre anni ma c'erano ancora famiglie senza casa : case inagibili a causa delle lesioni provocate dai bombardamenti, o perchè occupate da abusivi che avevano approfittato dell'abbandono dei proprieatari in tempo di guerra. Non sempre per sfuggire a eccessivi rischi o perchè , anche, era in fondo una seconda casa al mare. Qualche famiglia era stata costretta dagli occupanti tedeschi ad abbandonare le abitazioni nel 1943, quando a loro era venuta in mente la strategia di abbattere tutte le case del litoraneo . Ma, fortunatamente, ne abbatterono soltanto una di fronte al bellissimo Lido.
La dottoressa era di bassa statura e magrolina ; girava tra i suoi pazienti in bicicletta. Dentro la sporta verde di stoffa militare teneva lo stetoscopio. La seconda borsa le serviva per raccogliere eventuali onorari in natura -gli unici che accettava- che poi utilizzava per i malati bisognosi . Si esprimeva volentieri in dialetto, soprattutto quando veniva fermata per la strada con una richiesta di visita a un malato. Spesso rispondeva un po' bruscamente che non aveva tempo, che cosa credevano e cosa pretendevano da lei...Ma di lì a poco sarebbe arrivata a destinazione. Si favoleggiava che a volte di sera vestisse magnificamente, ritrovando le sue origini borghesi di figlia di proprietari terrieri e andasse a ballare; o alle feste "dei signori". Si favoleggiava che avesse avuto un amante pilota di aereo. Ma non si sposò mai, condividendo la casa con la sorella più giovane. Di lei scrisse anche la grande scrittice sarda GRAZIA DELEDDA. Si chiamava ISOTTA GERVASI. Sono contenta di averla conosciuta. E intervistata.

Nessun commento:

Posta un commento