martedì 7 giugno 2011

UN NO ALLE CELEBRAZIONI DEI PRIMI CENTO ANNI DI MILANO MARITTIMA

Marco Aime, docente di Antropologia culturale nell’Università di Genova, ha scritto un’interessante introduzione al volumetto di Serge Latouche e Didier Harpagès (IL TEMPO DELLA DECRESCITA, ed.elèuthera, 2010) sviluppando il concetto di “Sviluppo e crescita”. Sviluppo e crescita: parole che ci hanno sempre accompagnato sia pure declinate secondo varie tonalità politiche. Aime ci dice che lo sviluppo è costituito da un insieme di pratiche volte ad assicurare la riproduzione sociale, costringendo “a trasformare e a distruggere, in modo generalizzato, l’ambiente naturale e i rapporti sociali in vista di una produzione crescente di merci (beni e servizi) destinate, attraverso lo scambio, alla domanda solvibile. Lo sviluppo, come lo concepiamo noi, non è altro che l’espansione planetaria del sistema di mercato.”.
Il termine sviluppo appartiene al mondo della natura: metafora di un processo naturale che noi applichiamo ai fenomeni sociali. Ma nella natura un organismo naturale si sviluppa fino a un apice e poi inizia a declinare. Nel sociale invece si è inteso e s’intende che lo sviluppo non finisce mai.
Prendiamo MILANO MARITTIMA di Cervia (Ra). Ora, una celebre località dell’Adriatico Romagnolo seminata di hotel a quattro e cinque stelle, di ville e condomini, di parcheggi e negozi (in crisi) , con ciuffi di pini qua e là. Una volta, fino agli inizi del novecento, in quel sito c’era una pineta di dune sabbiose assai estesa. Fra il 1907 e il 1912 l’Amministrazione comunale di Cervia cede alla “Società Anonima Milano Marittima s.a. “ il territorio pinetale per costruire dei “villini” e lanciare il turismo di spiaggia. E’ l’inizio della fine in nome dello sviluppo e del progresso. Quest’anno la città romagnola celebra i fasti centenari di quella distruzione ambientale perseguita con tenacia dalle amministrazioni di Sinistra fino ad oggi.
I cittadini di una certa età ricordano che ancora all’inizio degli anni sessanta, in qualche inverno nevoso, si poteva arraffare semplicemente un “piatto” di metallo della pubblicità della Coca Cola e andare sulle dune di sabbia di Milano Marittina per scivolare giù facendo un po’ lo slalom tra i pini.
E’ proprio in nome dello sviluppo e di una visione antropocentrica così profondamente innestata nella cultura europea “fondata” sul cristianesimo, che via, via, soprattutto nell’Italia Cattolica, si è andati distruggendo ogni habitat naturale da Nord a Sud.
E allora: invece di celebrare la festa dell’anniversario centenario di MILANO MARITTIMA, ricordiamo con pena il lungo funerale della morte della pineta.

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