Marco Aime, docente di Antropologia culturale nell’Università di Genova, ha scritto un’interessante introduzione al volumetto di Serge Latouche e Didier Harpagès (IL TEMPO DELLA DECRESCITA, ed.elèuthera, 2010) sviluppando il concetto di “Sviluppo e crescita”. Sviluppo e crescita: parole che ci hanno sempre accompagnato sia pure declinate secondo varie tonalità politiche. Aime ci dice che lo sviluppo è costituito da un insieme di pratiche volte ad assicurare la riproduzione sociale, costringendo “a trasformare e a distruggere, in modo generalizzato, l’ambiente naturale e i rapporti sociali in vista di una produzione crescente di merci (beni e servizi) destinate, attraverso lo scambio, alla domanda solvibile. Lo sviluppo, come lo concepiamo noi, non è altro che l’espansione planetaria del sistema di mercato.”.
Il termine sviluppo appartiene al mondo della natura: metafora di un processo naturale che noi applichiamo ai fenomeni sociali. Ma nella natura un organismo naturale si sviluppa fino a un apice e poi inizia a declinare. Nel sociale invece si è inteso e s’intende che lo sviluppo non finisce mai.
Prendiamo MILANO MARITTIMA di Cervia (Ra). Ora, una celebre località dell’Adriatico Romagnolo seminata di hotel a quattro e cinque stelle, di ville e condomini, di parcheggi e negozi (in crisi) , con ciuffi di pini qua e là. Una volta, fino agli inizi del novecento, in quel sito c’era una pineta di dune sabbiose assai estesa. Fra il 1907 e il 1912 l’Amministrazione comunale di Cervia cede alla “Società Anonima Milano Marittima s.a. “ il territorio pinetale per costruire dei “villini” e lanciare il turismo di spiaggia. E’ l’inizio della fine in nome dello sviluppo e del progresso. Quest’anno la città romagnola celebra i fasti centenari di quella distruzione ambientale perseguita con tenacia dalle amministrazioni di Sinistra fino ad oggi.
I cittadini di una certa età ricordano che ancora all’inizio degli anni sessanta, in qualche inverno nevoso, si poteva arraffare semplicemente un “piatto” di metallo della pubblicità della Coca Cola e andare sulle dune di sabbia di Milano Marittina per scivolare giù facendo un po’ lo slalom tra i pini.
E’ proprio in nome dello sviluppo e di una visione antropocentrica così profondamente innestata nella cultura europea “fondata” sul cristianesimo, che via, via, soprattutto nell’Italia Cattolica, si è andati distruggendo ogni habitat naturale da Nord a Sud.
E allora: invece di celebrare la festa dell’anniversario centenario di MILANO MARITTIMA, ricordiamo con pena il lungo funerale della morte della pineta.
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