venerdì 7 agosto 2009

MOSCHEE E BANDIERE

No alle moschee, sì alle bandiere regionali: la campagna estiva della Lega Nord procede come un carro armato sull’obiettivo. Bossi, un ministro della Repubblica Italiana, a dir il vero si è detto più favorevole alla bandiera padana. E la Padania dove arriva, dove si ferma, insomma che-cosa-è?A volte a Brescia mi sono sentita dire che non faccio parte della Padania in quanto , come romagnola, appartengo “etnicamente” e geograficamente all’oltre Po.
Primo, le bandiere regionali. Non credo che i romagnoli accetteranno un’unica bandiera emiliano-romagnola. Sarà forse l’occasione per ottenere la scissione e fare la regione autonoma della Romagna?
Però non m i piacciono le reazioni politiche della ,più o meno Sinistra. Ci scorgo velocemente delle contraddizioni. Come si fa, per esempio, a sostenere che l’integrazione degli emigrati richiede che si chieda a loro di apprendere l’italiano, contemporaneamente agli aiuti economici e strutturali per mantenere le loro lingue e trasmetterle ai figli in nome dell’identità collettiva e negare il bisogno di identità ,sempre collettiva degli indigeni?
Rosy Bindi nella sua performance estiva a Cervia nell’ambito della piccola festa del PD, ha fatto ammenda per come è stato affrontato il problema dell’emigrazione.
Ci si è accorti, ha detto ,che l’aumento accelerato delle presenze straniere di tante nazionalità con i loro usi e costumi, ha comportato una conflittualità comprensibile con i nativi. Ma allora i “politici” di mestiere non leggono proprio le ricerche e i saggi , per esempio, di sociologi come Barbagli, Guolo, Diamanti e, non per ultimo Gianfranco Bettin con il suo bellissimo GORGO,IN FONDO ALLA PAURA (ed.Feltrinelli). Per non citare gli altri grandi come Bauman, Giddens,Beck ecc..
Chi arriva ha un bisogno supplementare di appartenenza per reggere – ed elaborare- la crisi della separazione dai propri mondi spaziali, temporali e valoriali. L’identità si radica e si fonda sull’appartenenza e genera la sicurezza sufficiente per vivere il presente e proiettarsi nel futuro. Ma i nativi che assistono al cambiamento visivo, tra l’altro, del proprio territorio, vivono la crisi “della presenza” di cui parlava Ernesto De Martino e devono affrontare l’angoscia della perdita. La Lega raccoglie queste emozioni, questi sentimenti e li traduce in istanze politiche comprensibili proprio perché mirano a dare sicurezza identitaria. Riesce a proporre un uso simbolico del territorio,in quanto contesto locale come riferimenti dell’identità. Che sia un tipo di sicurezza difensiva ovviamente non appare.
Secondo, le moschee. A Brescia la nuova amministrazione di destra ha gelato le speranze degli islamici di aumentare la cubatura del Centro islamico di viale Corsica.
A Ravenna in questi giorni l’Udc e la destra berlusconiana hanno minacciato il solito referendum per bocciare l’ipotesi di una moschea .
E’ vero che i centri culturali e le moschee sono in aumento accelerato. Occorre precisare che per il momento prevalgono i centri, in quanto c’è una moschea quando esiste il minareto come alla grande (e bellissima) moschea di Roma. I centri culturali funzionano come luogo di preghiera e di studio. Ma anche di aiuto e sostegno e, in certo qual modo, come “tribunali” per dirimere questioni come i conflitti coniugali. Ma anche per i matrimoni in regime di poligamia. A Brescia 400 bambini frequentano il Centro. In maggioranza centri culturali e moschee dall’UCOII che si muove secondo la linea neo-tradizionalista: i musulmani si devono “integrare” ma non completamente. Non devono ignorare che si trovano nella terra degli infedeli. L’aumento dell’uso del velo va in questa direzione. Quando erano pochi le donne (per es. provenienti dalla ‘area magrebina) non mettevano il velo. Con i ricongiungimenti le stesse donne ora lo mettono. Con le famiglie il progetto migratorio tende a stabilizzarsi, ponendo in prospettiva il rischio dello sgretolamento della struttura di potere familiare patriarcale. Sono soprattutto le figlie nate o cresciute in Italia a scalpitare per vivere all’occidentale. Rinserrare le file , con la conferma del ruolo femminile al servizio della coesione e dell’identità collettiva, diventa assolutamente necessario. Il pudore,la modestia delle donne è la testimonianza primaria dell’identità comunitaria islamica . E del potere virile.
Ma la Lega è un altro umore viscerale che raccoglie: la globalizzazione che tutto sgretola e trasforma , con la conseguente perdita dei confini di tutti i tipi, è vista solo dalla parte dell’emigrazione; soprattutto dell’Islam in quanto più potente per numero e per somiglianza con il cristianesimo. Ma è perché è il lato comprensibile alla gente.
Insomma, c’è materia per riflettere anziché reagire con la solita fraseologia in politichese che continua a dominare nella Sinistra.

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