venerdì 13 aprile 2012

COME SI FA PULIZIA NELLA LEGA NORD

Parlando di Renzo Bossi, ad esempio, Reguzzoni racconta che è cresciuto in braccio alla madre, vivendo fin da piccolissimo in mezzo ai comizi e respirando leghismo per tutta la vita: “E’ chiaro che uno che è nato e cresciuto così ha il nostro progetto di libertà nel sangue. Ed è per questo che i nostri militanti veri, fuori da logiche di potere e palazzo, vedono in Renzo una speranza per il futuro. Uno così non può tradire, non può vendersi, pensano a ragione”. Parole che fanno il paio con quelle che si leggono in un altro passo della reguzzoneide: “Gente come Renzo Bossi e gli altri nostri giovani letteralmente cresciuti nelle sedi della Lega, che ha dimostrato di saper lottare e vincere e che non potrà mai tradire un’idea che è diventata o è sempre stata parte integrante della sua esistenza”. Così si legge sul Fatto Quotidiano (14.4.012) a proposito del libro di MARCO REGUZZONI, ex capo dei deputati leghisti e fedele bossiano. Il libro è stato pubblicato nel 2011 da Rizzoli con il titolo “Gente del Nord”. L’elogio a Bossi junior era del tutto doveroso dato che il padre-dio lo aveva ufficialmente candidato alla sua successione. Non dimentichiamolo. Quel padre che ora dice che il figlio si era stancato di stare a fare il più giovane consigliere della Regione Lombardia. Così, come ci si stanca di un abito o cose del genere. Il “trota” era stato eletto in provincia di Brescia con bel 13.000 preferenze ! La pulizia voluta dal successore Maroni ora dovrebbe colpire la sponsor elettorale del "trota "Monica Rizzi assessora allo sport e alla gioventù in Regione. Sembra proprio che la furia maroniana abbia bisogno di qualche capro espiatorio per dare l’idea di poter tornare alla purezza “evangelica “… bossiana. Il trota, la Rosy e dintorni hanno, pare, utilizzato i soldi del finanziamento pubblico (cioè i rimborsi elettorali) per procurarsi, tra l’altro qualche titolo di studio prestigioso. Ma il bisogno irrefrenabile di titolarsi lo hanno condiviso anche con la Rizzi che , nella scheda personale depositata in regione, aveva scritto di essere una psicologa mentre possiede soltanto il diploma di ragioniera. Insomma, quello che si chiama abuso di titolo. Si vede che “il progetto di libertà” della Lega, di cui scrive Reguzzoni nel suo libro, comprende anche l’ostentazione di titoli non posseduti o la ricerca spasmodica di apparenze intellettuali. E’ di ieri l’uscita mediatica dell’ineffabile on. Santanchè che ha paragonato Nilde Jotti alla riminese trapiantata in regione Lombardia Nicole Minetti. Entrambe amanti, ha dichiarato l’on. di due grandi uomini: Togliatti e Berlusconi. A parte il fatto che, pare, più che amante la Minetti sia stata una che gli procurava ragazze da strapazzare nelle sue mitiche feste, il paragone dimostra qualche buco di memoria o di conoscenza storica. Nilde Jotti aveva partecipato alla lotta partigiana nel reggiano e quando ha incontrato Togliatti, militava per conto suo nel PCI. Poi quando è stata eletta presidente della Camera dei Deputati, il segretario del Pci era morto da un pezzo.

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