E' passata inosservata la notizia del
Comitato per l'Islam italiano appena nominato dal ministro
Maroni. Sostituisce la Consulta voluta prima da
Pisanu e poi dal ministro Amato e finita nel
dimenticatoio. Mentre la Consulta aveva tentato di stabilire qualche criterio di
rappresentanza del variegato Islam in Italia, il Comitato si definisce tout
court come un gruppo di 19 membri che si divideranno in gruppi di lavoro su aree tematiche. Pare che siano considerate tematiche urgenti quelle relative alla questione degli imam delle moschee e al problema della
probizione o meno dell'
abbigliamento femminile di copertura integrale. Mantovano ha dichiarato che "
Si tratta piuttosto di una struttura chiamata a dare un contributo di equilibrio propositivo a certe tematiche. La scelta delle persone è coerente con questo impegno". I componenti sono esponenti di
organizzazioni e comunità islamiche presenti in Italia, docenti di diritto musulmano e dei paesi islamici, di diritto
ecclesiastico, giornalisti , sociologi , esperti. Spiccano i nomi Carlo Panella giornalista de' "l'Occidentale", Andrea
Morigi di "Libero",
Yahia Pallavicini della Comunità Religiosa Islamica (Co.Re.IS), Paolo Branca dell'Università Cattolica di Milano , Mario
SChialoja direttore della Sezione Italiana della Lega Musulmana Mondiale e
Gamal Buchaib dell'
associazione dei Musulmani moderati. Assente
giustificata perchè non voluta, l'
associazione UCOII che riunisce la maggioranza delle moschee e dei centri culturali ; ritenuta una diretta emanazione dei Fratelli Musulmani in odore da sempre di
fondamentalismo. Già nel 2003
Hamza Roberto Piccardo della segreteria nazionale, scrisse una lettera al Ministro dell'Interno per confutare quanto la
stampa stava scrivendo dell'
UCOII a loro giudizio in modo
discriminatorio. Si poteva leggere che
effettivamente il pensiero dei Fratelli Musulmani esercita la sua influenza su molti musulmani, ma rivendicava la
collocazione riformista di tale posizione. Renzo
Guolo, autorevole studioso dell'Islam colloca l'
UCOII nell'alveo (sociologico) del neo-
tradizionalismo, intendendo con ciò la volontà di operare una sorta di
integrazione a metà.
Come si evince d'altronde nella stessa lettera dove si chiarisce l'obiettivo finale dell'
UCOII: "
Oltre al culto, è nella trasmissione dei valori e dei principi alle nuove generazioni, nelle pratiche matrimoniali, in quelle alimentari , fino a quelle cimiteriali che il ruolo delle associazioni islamiche presenti sul territorio della Repubblica si esplica in assoluta dedizione all'interesse dei musulmani e delle musulmane senza contropartita di servire Iddio servendo le Sue creature.". Il Movimento dei Musulmani Moderati esulta, per bocca del Presidente
Gamal Bouchiab e scrive nel sito on.
line che
Maroni è veramente bravo. Il riferimento all'
UCOII è chiaro: "
I rappresentanti dell'Islam moderato convocati oggi per l'insediamento dei lavori sono chiari, rigettano qualsiasi ambiguità e qualsiasi distorsione religiosa piegata a un pensiero del terrore figlio di obiettivi politici precisi legati a finanziamenti di dubbia provenienza. Rigettano quell'Islam negativo, oscurantista, ostile , guerrafondaio, medievale che tenta di imporsi non solo in Italia, ma in tutta Europa , e che nen nostro Paese non troverà spazio". Prosegue elencando i problemi reali a cui lavorerà il Comitato
: l'istituzione di un albo per gli imam, il controllo delle moschee, la questione femminile e la sua centralità nella vita sociale e culturale, assieme a tanti altri temi come quello fondamentale della seconda generazione.".Ecco, i 19 si occuperanno anche della "questione femminile" nell'emigrazione islamica in Italia. Capito bene? I 19 sono , più il ministro, tutti uomini. Che dire? In una statistica
internazionale recente l'Italia, quanto a pari opportunità, viene dopo il Ruanda. In un Paese dove il primo Ministro può continuare a elargire battute sulle donne secondo la tradizione degli uomini eterni galletti e le donne eterne galline, dove si pagano i favori per ottenere commesse
ministeriali anche con donne da "ripassare" , il punto d'incontro con la misoginia islamica, certo non seconda alla tradizione delle altre due religioni monoteiste, è stato trovato.