giovedì 8 aprile 2010

LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO E IL GIORNO DOPO DEGLI EX MANIFESTO

Di acqua sotto i ponti ne è passata. I baldi giovani maschi della sinistra del MANIFESTO e dintorni hanno messo su la pancetta, i cappelli bianchi, qualche amante di troppo e magari hanno anche aderito al PD. E' così che va il mondo. Ma quando li si sente, in questi giorni, difendere il ricovero ordinario in ospedale per le donne che decidono di abortire con la Ru486 , viene la pelle d'oca: dove stiamo andando? Il neo governatore del Piemonte da Lili Gruber ha stra' dichiarato che lui , essendo un difensore della vita, non può approvare sia la 194 che la pillola del giorno dopo. Certo, rispetterà la legg dello Stato. In un'altra trasmissione sempre su La7 ho afferrato di passaggio tra un programma e un altro , che la Destra di Governo ritiene che con la pillola si "banalizza" l'aborto. Ebbene, gli ex Manifesto e dintorni non utilizzano proprio questi argomenti. Loro preferiscono occuparsi della salute delle donne: i tre giorni in ospedale hanno soltanto questa finalità.
Ha scritto Natalia Aspesi con l'arguzia e la finezza che la distingue (QUANDO L'AMORE PERDE, la Repubblica 8.4.010): "Nel giro di pochi giorni due donne sono state ammazzate dal loro uomo. Italiano. Non trattandosi di feti, nessun difensore della vita , persona di chiesa o di politica, se ne è lamentato. Sono cose che capitano, magari un po' troppo spesso, ma se i loro uomini le hanno tolte di mezzo (uno , a Obino, vicino a Mendrisio, ha tagliato la gola a sua moglie, l'altro, a Noventa Vicentina, ha soffocato la fidanzata con un sacchetto di plastica) è stato non per odio ma per amore. (...) E pensare che le due giovani donne non avevano delittuosamente chiesto la Ru486, ma solo di andarsene, di liberarsi da una convivenza sgradita.". Normare l'obbligo di quanto sostare in un ospedale in nome della salute, a parte che è una trovata tutta italiana ( e vaticana!) , sembra non creare nessun sussulto ideologico, per così dire. Perchè non normare con obblighi del genere anche altri interventi terapeutici ospedalieri? Di rischi e pericoli è piena la medicina, cioè ogni sapere scientifico. Ha dichiarato a La Repubblica (8 aprile 2010) l'assessore Tommaso Fiore della regione Puglia :"Il ricovero è un non senso. Un paradosso che penalizza fortemente la donna: co'è possibile che il metodo meno invasivo, qual è quello chimico, abbia una degenza più lunga di quello chimico?". E' una buona domanda. Di risposte ce ne sono state. Per esempio, che l 'intervento chirurgico per abortire mantiene il dolore fisico insieme a un'infinita paura. Come ha spiegato in un'intervista la donna (cattolica) che a Bari ha usufruito per prima del trattamento con la pillola. Era disposta a cercare all'estero questa possibilità pur di non tornare in sala operatoria . Il timore della "banalizzazione" dell'aborto in fondo nasconde l'eterna idea misogina delle donne esseri superficiali perchè emotive e persino irrazionali. Esseri bisognosi di tutela preveggente maschile. In un certo qual modo gli uomini italiani, di Destra e di Sinistra, non hanno ancora digerito il mutamento del Codice, là dove ha eliminato il Capo Famiglia e altri corollari. Occorre far notare, prima di tutto alla Lega, che il loro odio ( fobico) dell'Islam è l'odio per l'Ombra (di junghiana memoria), perchè i musulmani dell'emigrazione ora non fanno che ripetere la loro superiorità in quanto l'ideale di famiglia islamica prescrive un capo, inequivocabilmente maschio; con la moglie e le altre donne relegate nel privato.
Probabilmente occorre leggere il fenomeno (sociologicamente inteso) come l'esito della globalizzazione nella seconda Modernità (U.Beck) che è anche caratterizzata da un elevato e generalizzato rischio e incertezza, a causa dello sgretolamento dei confini nazionali come di quelli identitari collettivi. Insieme a una forte spinta all'individualizzazione istituzionalizzata. La funzione del legislatore non è più quella di prescrivere un determinato modo di vivere. Ovvero è diventata sfuggente una simile pretesa. In generale. Ma in un paese come l' Italia con una religiosità di Chiesa in declino, ma con una forte presenza del Potere ecclesiastico cattolico, si può cercare di mantenere il controllo tradizionale maschile anche mediante l'intervento normativo.
E quasi tutti,i maschi, sono d'accordo.

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